Negli oltre dieci anni di esperienza di ricerca-azione nell’ambito della pianificazione partecipata ho avuto modo di osservare alcuni elementi di criticità dei processi partecipativi: un ingaggio generativo della cittadinanza non duraturo nel tempo e la rottura delle relazioni tra i gruppi sociali e le istituzioni. Ciononostante, sono presenti numerose esperienze di comunità locali che, dal basso, stanno sperimentando nuove forme pattizie di collaborazione. È in questo contesto che emerge la forte asimmetria tra le domande che arrivano dal basso e le risposte istituzionali spesso calate dall’alto. Soprattutto quando abbracciano il livello sovralocale e di area vasta. Se a livello locale alcune istituzioni sono riuscite ad entrare in relazione con la cittadinanza attiva e ad innescare ‘buone pratiche’, nella pianificazione di area vasta si può concretizzare una dimensione collaborativa tra comunità ed istituzioni per costruire visioni condivise? Queste pratiche possono influenzare le istituzioni generando un processo di innovazione? Un lungo percorso di ricerca multidisciplinare, che spazia tra le discipline urbanistiche, sociologiche e politiche, indaga come poter attuare una pianificazione collaborativa concreta alla scala territoriale capace di attivare un processo di innovazione istituzionale. Rispondo a queste domande proponendo un modello progressista di urbanistica che sperimenta un approccio di prossimità relazionale, in cui comunità organizzata, università ed istituzioni collaborano in una dimensione di prossimità, per co-creare la visione di un futuro possibile.
Verso nuove forme di comunità. Un approccio sperimentale per la pianificazione di area vasta / Elisa Caruso. - (2022).
Verso nuove forme di comunità. Un approccio sperimentale per la pianificazione di area vasta.
Elisa Caruso
2022
Abstract
Negli oltre dieci anni di esperienza di ricerca-azione nell’ambito della pianificazione partecipata ho avuto modo di osservare alcuni elementi di criticità dei processi partecipativi: un ingaggio generativo della cittadinanza non duraturo nel tempo e la rottura delle relazioni tra i gruppi sociali e le istituzioni. Ciononostante, sono presenti numerose esperienze di comunità locali che, dal basso, stanno sperimentando nuove forme pattizie di collaborazione. È in questo contesto che emerge la forte asimmetria tra le domande che arrivano dal basso e le risposte istituzionali spesso calate dall’alto. Soprattutto quando abbracciano il livello sovralocale e di area vasta. Se a livello locale alcune istituzioni sono riuscite ad entrare in relazione con la cittadinanza attiva e ad innescare ‘buone pratiche’, nella pianificazione di area vasta si può concretizzare una dimensione collaborativa tra comunità ed istituzioni per costruire visioni condivise? Queste pratiche possono influenzare le istituzioni generando un processo di innovazione? Un lungo percorso di ricerca multidisciplinare, che spazia tra le discipline urbanistiche, sociologiche e politiche, indaga come poter attuare una pianificazione collaborativa concreta alla scala territoriale capace di attivare un processo di innovazione istituzionale. Rispondo a queste domande proponendo un modello progressista di urbanistica che sperimenta un approccio di prossimità relazionale, in cui comunità organizzata, università ed istituzioni collaborano in una dimensione di prossimità, per co-creare la visione di un futuro possibile.File | Dimensione | Formato | |
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