La relazione terapeu.ca in Terapia Intensiva riguarda contemporaneamente numerose dimensioni cliniche, e.che, umane e decisionali ed è per tali mo.vi che in molte circostanze è importante individuare quei momen. di par.colare specificità tra équipe curante, paziente e famiglia in quanto su di essi vengono concentrate molte risorse temporali ed umane. Per di più, a fronte del processo di apertura delle T.I. affermatosi negli ul.mi 10 anni e di tuEe le inizia.ve norma.ve regionali e nazionali promosse per garan.re una sempre miglior umanizzazione dei processi di cura, la presenza dei familiari in reparto ha aFvato ulteriori quesi. circa i processi comunica.vi e di vicinanza a coloro che soffrono per una patologia a prognosi infausta. Il presente elaborato si è, perciò, posto come obieFvo quello di svolgere un’aFvità di ricerca presso un reparto di “Anestesia Oncologia e Terapia Intensiva” della Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi con lo specifico scopo di comprendere quelli che sono i bisogni ed i comportamen. dei familiari, defini. “rituali”, rispeEo all’accudimento ed alla vicinanza fisica ed affeFva al proprio caro ricoverato. AEraverso lo svolgimento di una serie di interviste in profondità agli operatori infermieri si è potuto categorizzare, rifleEere e riconoscere quelli che sono gli aspeF fondan. della fenomenologia delle relazioni di cura di un familiare verso un paziente in fase avanzata di malaFa o alla fine della vita. AEraverso questa ricerca gli infermieri hanno potuto, perlopiù, raccontare e così probabilmente individuare, le tema.che primarie del loro tempo di cura e di accudimento al paziente e alle famiglie. Questa aFvità di ricerca ha dimostrato di poter efficacemente risalire ad alcune delle trame dell’e.ca clinica in T.I. e dei percorsi di cura dei pazien. coscien. o seda. in una fase avanzata di malaFa oncologica. Le interviste condoEe con gli infermieri hanno permesso di accedere anche ad una serie di loro vissu. che hanno molto arricchito l’indagine di ricerca svolta e così traEeggiato di un caraEere esperienziale i temi professionali incontra. nel contaEo con la sofferenza e con la perdita. La tesi si completa con un secondo lavoro di ricerca, correlato ai colloqui svol. all’interno di alcune équipe di Terapia Intensiva della stessa AouCareggj (SOD Terapia Intensiva Oncologica e SOD Neuroanestesia) con i familiari e con i pazien., i quali mi hanno portato a sinte.zzare un modello eplicitaente il conceEo di “comunicazione in Area Cri.ca”, poi tradoEo in uno schema ragionato di indirizzo della comunicazione con i familiari da me definito “modello a 5 pun.”. Tal modello è rivolto a tuF gli operatori sanitari che si trovino a dover comunicare e condividere con un familiare alcune no.zie importan. sulla salute di una persona. Non tuEe le informazioni trasmesse, infaF, seppur cri.che, devono esser definite come “caFve no.zie”, bensì più correEamente come “parole cri.che”, da scambiare con prudenza, puntualitá e coerenza, anche all’interno della stessa équipe rispeEo ai rispeFvi membri che la compongono e agli obieFvi che essa si pone. Il “modello a 5 pun.” potrebbe rappresentare, dunque, un percorso da seguire e da considerare proprio in considerazione delle modalità di avvicinamento del familiare da parte degli operatori, nella considerazione dei loro bisogni e di tuEe le priorità cliniche ed esistenziali correlate alla malaFa che ha colpito la persona e l’intera famiglia. Il modello a 5 pun. può avere una ricaduta parallela nel favorire l’operatore durante il gravoso percorso di ascolto e di informazione di persone grandemente sofferen., per le quali il recepimento delle no.zie appare in mol. casi complesso e contaminato dai processi del dolore e della sofferenza fisica ed emo.va; contemporaneamente, laddove il familiare percepisca da parte dell’operatore la considerazione e il rispeEo di alcuni aspeF propri della propria consapevolezza, questo diviene possibilità di stabilire un paEo di fiducia con l’équipe e di rendere più sostenibile il percorso di cura secondo un processo di fiducia reciproca e di “accoglimento” della sofferenza. Le due aFvità di ricerca si integrano e si implementano proprio nello svolgimento dello stesso oggeEo della ricerca; l’implementazione della Medicina Pallia.va nei contes. intensivi può dirsi in crescita ed in via di recepimento laddove tuF i vari aspeF di Qualità di Vita della persona, sia esso paziente o familiare, vengano riconosciu. aEraverso l’impiego tuEe le risorse che la scienza medica e le facoltà umane possono corrispondere per lenire le sofferenze del corpo e dell’individuo.

IL RICONOSCIMENTO DEL PAZIENTE IN FASE AVANZATA DI MALATTIA IN TERAPIA INTENSIVA E L’IMPLEMENTAZIONE DELLA MEDICINA PALLIATIVA / IACOPO LANINI. - (2022).

IL RICONOSCIMENTO DEL PAZIENTE IN FASE AVANZATA DI MALATTIA IN TERAPIA INTENSIVA E L’IMPLEMENTAZIONE DELLA MEDICINA PALLIATIVA

IACOPO LANINI
2022

Abstract

La relazione terapeu.ca in Terapia Intensiva riguarda contemporaneamente numerose dimensioni cliniche, e.che, umane e decisionali ed è per tali mo.vi che in molte circostanze è importante individuare quei momen. di par.colare specificità tra équipe curante, paziente e famiglia in quanto su di essi vengono concentrate molte risorse temporali ed umane. Per di più, a fronte del processo di apertura delle T.I. affermatosi negli ul.mi 10 anni e di tuEe le inizia.ve norma.ve regionali e nazionali promosse per garan.re una sempre miglior umanizzazione dei processi di cura, la presenza dei familiari in reparto ha aFvato ulteriori quesi. circa i processi comunica.vi e di vicinanza a coloro che soffrono per una patologia a prognosi infausta. Il presente elaborato si è, perciò, posto come obieFvo quello di svolgere un’aFvità di ricerca presso un reparto di “Anestesia Oncologia e Terapia Intensiva” della Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi con lo specifico scopo di comprendere quelli che sono i bisogni ed i comportamen. dei familiari, defini. “rituali”, rispeEo all’accudimento ed alla vicinanza fisica ed affeFva al proprio caro ricoverato. AEraverso lo svolgimento di una serie di interviste in profondità agli operatori infermieri si è potuto categorizzare, rifleEere e riconoscere quelli che sono gli aspeF fondan. della fenomenologia delle relazioni di cura di un familiare verso un paziente in fase avanzata di malaFa o alla fine della vita. AEraverso questa ricerca gli infermieri hanno potuto, perlopiù, raccontare e così probabilmente individuare, le tema.che primarie del loro tempo di cura e di accudimento al paziente e alle famiglie. Questa aFvità di ricerca ha dimostrato di poter efficacemente risalire ad alcune delle trame dell’e.ca clinica in T.I. e dei percorsi di cura dei pazien. coscien. o seda. in una fase avanzata di malaFa oncologica. Le interviste condoEe con gli infermieri hanno permesso di accedere anche ad una serie di loro vissu. che hanno molto arricchito l’indagine di ricerca svolta e così traEeggiato di un caraEere esperienziale i temi professionali incontra. nel contaEo con la sofferenza e con la perdita. La tesi si completa con un secondo lavoro di ricerca, correlato ai colloqui svol. all’interno di alcune équipe di Terapia Intensiva della stessa AouCareggj (SOD Terapia Intensiva Oncologica e SOD Neuroanestesia) con i familiari e con i pazien., i quali mi hanno portato a sinte.zzare un modello eplicitaente il conceEo di “comunicazione in Area Cri.ca”, poi tradoEo in uno schema ragionato di indirizzo della comunicazione con i familiari da me definito “modello a 5 pun.”. Tal modello è rivolto a tuF gli operatori sanitari che si trovino a dover comunicare e condividere con un familiare alcune no.zie importan. sulla salute di una persona. Non tuEe le informazioni trasmesse, infaF, seppur cri.che, devono esser definite come “caFve no.zie”, bensì più correEamente come “parole cri.che”, da scambiare con prudenza, puntualitá e coerenza, anche all’interno della stessa équipe rispeEo ai rispeFvi membri che la compongono e agli obieFvi che essa si pone. Il “modello a 5 pun.” potrebbe rappresentare, dunque, un percorso da seguire e da considerare proprio in considerazione delle modalità di avvicinamento del familiare da parte degli operatori, nella considerazione dei loro bisogni e di tuEe le priorità cliniche ed esistenziali correlate alla malaFa che ha colpito la persona e l’intera famiglia. Il modello a 5 pun. può avere una ricaduta parallela nel favorire l’operatore durante il gravoso percorso di ascolto e di informazione di persone grandemente sofferen., per le quali il recepimento delle no.zie appare in mol. casi complesso e contaminato dai processi del dolore e della sofferenza fisica ed emo.va; contemporaneamente, laddove il familiare percepisca da parte dell’operatore la considerazione e il rispeEo di alcuni aspeF propri della propria consapevolezza, questo diviene possibilità di stabilire un paEo di fiducia con l’équipe e di rendere più sostenibile il percorso di cura secondo un processo di fiducia reciproca e di “accoglimento” della sofferenza. Le due aFvità di ricerca si integrano e si implementano proprio nello svolgimento dello stesso oggeEo della ricerca; l’implementazione della Medicina Pallia.va nei contes. intensivi può dirsi in crescita ed in via di recepimento laddove tuF i vari aspeF di Qualità di Vita della persona, sia esso paziente o familiare, vengano riconosciu. aEraverso l’impiego tuEe le risorse che la scienza medica e le facoltà umane possono corrispondere per lenire le sofferenze del corpo e dell’individuo.
2022
Rosapia Lauro Grotto
ITALIA
IACOPO LANINI
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