Introduzione La pandemia Covid-19 ha influenzato lo stato psicologico degli operatori sanitari in termini di distress, ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico. La resilienza migliora la risposta allo stress, in quanto fattore protettivo per la salute mentale. Una caratteristica fondamentale della resilienza è l’hardiness, cioè la capacità di utilizzare le risorse ai fini della resistenza e dell’adattamento. L’hardiness è un tratto della personalità associato alla resilienza, buona salute e alle prestazioni in condizioni di stress”: indica la capacità di adattamento degli individui agli eventi stressanti e traumatici. In letteratura sono pochi studi che riguardano l’hardiness negli infermieri durante la pandemia Covid-19. Per questo motivo, è stato progettato uno studio descrittivo-esplorativo per stimare il livello di hardiness negli infermieri direttamente coinvolti (o non coinvolti) nella cura dei pazienti Covid-19 e per esplorare le sue variabili di influenza. Materiale e Metodi È stata condotta un’indagine online su piattaforma ANIARTI durante la prima ondata di pandemia (studio A.I.R. in SARS COV-2 - ansia, insonnia e resilienza) nel periodo marzo-luglio 2020. Il questionario era composto dalle versioni italiane di due strumenti psicometrici: la Dispositional Resilience Scale (DRS-15) e lo State-Trait Anxiety Inventory (STAI-Y), per la valutazione rispettivamente di hardiness e dell’ansia. Risultati 1250 infermieri hanno partecipato (92,3% degli intervistati) allo studio; l’anzianità media di servizio era 17.8±11.5 anni. Il 46.3% dei rispondenti proveniva dal Nord Italia, il 47.8% dal Centro e il 5.8% dal Sud. 412 infermieri su 1250 (33%) hanno assistito pazienti Covid-19. I risultati mostrano una diminuzione dei livelli di hardiness dopo la prima ondata di Covid-19 rispetto ai livelli prima della pandemia (median DRS -15 delta totale 1.3±5.0). Nel sottocampione di infermieri a contatto con pazienti Covid-19 il livello di hardiness è maggiormente diminuito rispetto all’intero campione (media Delta DRS Totale 1.9±5.3). L’analisi multivariata indica che alti livelli di ansia erano un fattore di rischio per la riduzione dell’hardiness. Al contrario, un’elevata anzianità di servizio è risultata essere un fattore protettivo per l’hardiness. Infine l’anzianità di servizio associata a elevati livelli di ansia, emergeva come un fattore di rischio per la diminuzione dell’hardiness. Discussione Come previsto, i nostri risultati hanno mostrato una differenza significativa del livello di hardiness per gli infermieri che hanno assistito direttamente pazienti Covid-19 (delta 1.0±4.8 M±SD) rispetto a quelli non coinvolti direttamente con i pazienti Covid-19 (delta 1.9±5.3 M±SD). In Italia, altri autori, hanno studiato i livelli di hardiness e stress negli operatori sanitari senza riscontrare differenze statisticamente significative. Chi prestava servizio nel nord Italia ha riportato punteggi di hardiness inferiori rispetto al centro Italia. Il livello di ansia ha influenzato in modo significativo tutte le sfere dell’hardiness. Inoltre, un’anzianità di servizio maggiore e con bassi livelli di ansia, è risultato essere un fattore protettivo sulla resilienza. Al contrario se l’anzianità di servizio era associata ad elevati livelli di ansia, diventava un fattore di rischio per la diminuzione dell’hardiness. Per questo l’ansia sembra avere un impatto negativo indiretto sui livelli di hardiness. I limiti del presente studio sono dati dal campione di soli infermieri e dalla rappresentatività esclusivamente nazionale, con una importante minoranza di rispondenti nel sud Italia. Conclusione I risultati mostrano differenze significative nei livelli di resilienza tra infermieri che hanno assistito pazienti Covid-19 rispetto a coloro che non lo hanno fatto. Dato il ruolo fondamentale dell’hardiness sulla qualità delle cure e sulla salute individuale degli infermieri sono necessari ulteriori studi al fine di stabilire il ruolo effettivo dei suoi predittori. La correlazione tra ansia e anzianità di servizio sembra essere fondamentale.

Fattori di influenza sugli antecedenti della resilienza negli infermieri italiani durante la pandemia da COVID-19 / Samuele Baldassini Rodriguez, Yari Bardacci, Khadija El Aoufy, Marco Bazzini, Christian Caruso, Gian Domenico Giusti, Andrea Mezzetti, Stefano Bambi, Andrea Guazzini, Laura Rasero. - In: SCENARIO. - ISSN 1592-5951. - STAMPA. - 39:(2022), pp. 80-80.

Fattori di influenza sugli antecedenti della resilienza negli infermieri italiani durante la pandemia da COVID-19

Samuele Baldassini Rodriguez;Yari Bardacci;Khadija El Aoufy;Marco Bazzini;Christian Caruso;Gian Domenico Giusti;Stefano Bambi;Andrea Guazzini;Laura Rasero
2022

Abstract

Introduzione La pandemia Covid-19 ha influenzato lo stato psicologico degli operatori sanitari in termini di distress, ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico. La resilienza migliora la risposta allo stress, in quanto fattore protettivo per la salute mentale. Una caratteristica fondamentale della resilienza è l’hardiness, cioè la capacità di utilizzare le risorse ai fini della resistenza e dell’adattamento. L’hardiness è un tratto della personalità associato alla resilienza, buona salute e alle prestazioni in condizioni di stress”: indica la capacità di adattamento degli individui agli eventi stressanti e traumatici. In letteratura sono pochi studi che riguardano l’hardiness negli infermieri durante la pandemia Covid-19. Per questo motivo, è stato progettato uno studio descrittivo-esplorativo per stimare il livello di hardiness negli infermieri direttamente coinvolti (o non coinvolti) nella cura dei pazienti Covid-19 e per esplorare le sue variabili di influenza. Materiale e Metodi È stata condotta un’indagine online su piattaforma ANIARTI durante la prima ondata di pandemia (studio A.I.R. in SARS COV-2 - ansia, insonnia e resilienza) nel periodo marzo-luglio 2020. Il questionario era composto dalle versioni italiane di due strumenti psicometrici: la Dispositional Resilience Scale (DRS-15) e lo State-Trait Anxiety Inventory (STAI-Y), per la valutazione rispettivamente di hardiness e dell’ansia. Risultati 1250 infermieri hanno partecipato (92,3% degli intervistati) allo studio; l’anzianità media di servizio era 17.8±11.5 anni. Il 46.3% dei rispondenti proveniva dal Nord Italia, il 47.8% dal Centro e il 5.8% dal Sud. 412 infermieri su 1250 (33%) hanno assistito pazienti Covid-19. I risultati mostrano una diminuzione dei livelli di hardiness dopo la prima ondata di Covid-19 rispetto ai livelli prima della pandemia (median DRS -15 delta totale 1.3±5.0). Nel sottocampione di infermieri a contatto con pazienti Covid-19 il livello di hardiness è maggiormente diminuito rispetto all’intero campione (media Delta DRS Totale 1.9±5.3). L’analisi multivariata indica che alti livelli di ansia erano un fattore di rischio per la riduzione dell’hardiness. Al contrario, un’elevata anzianità di servizio è risultata essere un fattore protettivo per l’hardiness. Infine l’anzianità di servizio associata a elevati livelli di ansia, emergeva come un fattore di rischio per la diminuzione dell’hardiness. Discussione Come previsto, i nostri risultati hanno mostrato una differenza significativa del livello di hardiness per gli infermieri che hanno assistito direttamente pazienti Covid-19 (delta 1.0±4.8 M±SD) rispetto a quelli non coinvolti direttamente con i pazienti Covid-19 (delta 1.9±5.3 M±SD). In Italia, altri autori, hanno studiato i livelli di hardiness e stress negli operatori sanitari senza riscontrare differenze statisticamente significative. Chi prestava servizio nel nord Italia ha riportato punteggi di hardiness inferiori rispetto al centro Italia. Il livello di ansia ha influenzato in modo significativo tutte le sfere dell’hardiness. Inoltre, un’anzianità di servizio maggiore e con bassi livelli di ansia, è risultato essere un fattore protettivo sulla resilienza. Al contrario se l’anzianità di servizio era associata ad elevati livelli di ansia, diventava un fattore di rischio per la diminuzione dell’hardiness. Per questo l’ansia sembra avere un impatto negativo indiretto sui livelli di hardiness. I limiti del presente studio sono dati dal campione di soli infermieri e dalla rappresentatività esclusivamente nazionale, con una importante minoranza di rispondenti nel sud Italia. Conclusione I risultati mostrano differenze significative nei livelli di resilienza tra infermieri che hanno assistito pazienti Covid-19 rispetto a coloro che non lo hanno fatto. Dato il ruolo fondamentale dell’hardiness sulla qualità delle cure e sulla salute individuale degli infermieri sono necessari ulteriori studi al fine di stabilire il ruolo effettivo dei suoi predittori. La correlazione tra ansia e anzianità di servizio sembra essere fondamentale.
2022
Samuele Baldassini Rodriguez, Yari Bardacci, Khadija El Aoufy, Marco Bazzini, Christian Caruso, Gian Domenico Giusti, Andrea Mezzetti, Stefano Bambi, Andrea Guazzini, Laura Rasero
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