Il volume ha sicuramente il merito di ribadire, come Chomsky fa sempre nelle proprie riflessioni, le radici profonde, economiche e politiche, di uno status quo che raramente mettiamo in discussione, e cioè quella subordinazione della società al potere economico-finanziario che determina l’impossibilità di una reale democrazia e, di conseguenza, di una scuola realmente democratica. La riflessione è condotta a partire da un episodio scolastico, il rifiuto di David Spritzler di recitare il Giuramento di Fedeltà, ma poi la maggior parte degli esempi di cui fa uso il linguista sono tratti soprattutto dall’ambito a lui più noto, quello dei mezzi di comunicazione. Ne consegue che la pars destruens sulla scuola è sicuramente solida e inoppugnabile, mentre la pars costruens è poco dettagliata, ma del resto spetta ai pedagogisti. Insomma, Diseducazione non è un testo di pedagogia, ma è il testo di un grande intellettuale dissidente che ogni pedagogista, insegnante e educatore dovrebbe leggere, per rinnovare la coscienza dello stretto legame tra potere, democrazia ed educazione, per avere presenti le ragioni di fondo della propria azione educativa, per progettare una rinnovata pars costruens pedagogica coerente con tali ragioni.

Recensione del testo Dis-educazione di Noam Chomsky / Stefano Scippo; Fabio Ardolino. - In: SCUOLA DEMOCRATICA. - ISSN 2039-2699. - 2:(2020), pp. 374-376. [10.12828/98159]

Recensione del testo Dis-educazione di Noam Chomsky

Stefano Scippo;
2020

Abstract

Il volume ha sicuramente il merito di ribadire, come Chomsky fa sempre nelle proprie riflessioni, le radici profonde, economiche e politiche, di uno status quo che raramente mettiamo in discussione, e cioè quella subordinazione della società al potere economico-finanziario che determina l’impossibilità di una reale democrazia e, di conseguenza, di una scuola realmente democratica. La riflessione è condotta a partire da un episodio scolastico, il rifiuto di David Spritzler di recitare il Giuramento di Fedeltà, ma poi la maggior parte degli esempi di cui fa uso il linguista sono tratti soprattutto dall’ambito a lui più noto, quello dei mezzi di comunicazione. Ne consegue che la pars destruens sulla scuola è sicuramente solida e inoppugnabile, mentre la pars costruens è poco dettagliata, ma del resto spetta ai pedagogisti. Insomma, Diseducazione non è un testo di pedagogia, ma è il testo di un grande intellettuale dissidente che ogni pedagogista, insegnante e educatore dovrebbe leggere, per rinnovare la coscienza dello stretto legame tra potere, democrazia ed educazione, per avere presenti le ragioni di fondo della propria azione educativa, per progettare una rinnovata pars costruens pedagogica coerente con tali ragioni.
2020
Stefano Scippo; Fabio Ardolino
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