Chi è Hedda Gabler? Una donna in grado di manipolare chi le sta accanto? Una voyeuse che desidera la vita solo attraverso i racconti degli altri? Una persona stanca del gioco di ruoli in cui la società l’ha incastrata? Un personaggio che vive al di là delle epoche e delle morali, capace di rompere ogni barriera davanti a sé, compresa quella della finzione teatrale? Tutto questo e nulla di questo: perché Hedda è soprattutto una pistola carica, pronta a sparare contro le nostre ipocrisie. Liv Ferracchiati si immerge nel capolavoro di Henrik Ibsen Hedda Gabler e lo reinterpreta in un dialogo originale tra opera e vita, scena e mondo, passato e presente che è anche una riflessione sull’«identità» e sul modo in cui tentiamo di comunicare noi stessi agli altri. Ferracchiati gioca con l’autofiction mescolando e confondendo le categorie di autore, performer e personaggio: il risultato è un racconto dal punto di vista dell’antieroe Ejlert Løvborg che costringe il lettore/spettatore a specchiarsi nei propri simili ottocenteschi, nei loro salotti e nel loro formalismo, nelle loro vanità e crudeltà. Arricchito dall’analisi di Vera Gheno, HEDDA. GABLER. come una pistola carica indaga la tensione tra limite e sconfinamento, tra ribellione e incapacità di decidere, tra l’egoismo di vite convenzionali e l’immobilità gravida di tensione di un colpo nella canna di una pistola.
Hedda. Gabler. Come una pistola carica / Vera Gheno. - STAMPA. - (2023), pp. 7-17.
Hedda. Gabler. Come una pistola carica
Vera Gheno
2023
Abstract
Chi è Hedda Gabler? Una donna in grado di manipolare chi le sta accanto? Una voyeuse che desidera la vita solo attraverso i racconti degli altri? Una persona stanca del gioco di ruoli in cui la società l’ha incastrata? Un personaggio che vive al di là delle epoche e delle morali, capace di rompere ogni barriera davanti a sé, compresa quella della finzione teatrale? Tutto questo e nulla di questo: perché Hedda è soprattutto una pistola carica, pronta a sparare contro le nostre ipocrisie. Liv Ferracchiati si immerge nel capolavoro di Henrik Ibsen Hedda Gabler e lo reinterpreta in un dialogo originale tra opera e vita, scena e mondo, passato e presente che è anche una riflessione sull’«identità» e sul modo in cui tentiamo di comunicare noi stessi agli altri. Ferracchiati gioca con l’autofiction mescolando e confondendo le categorie di autore, performer e personaggio: il risultato è un racconto dal punto di vista dell’antieroe Ejlert Løvborg che costringe il lettore/spettatore a specchiarsi nei propri simili ottocenteschi, nei loro salotti e nel loro formalismo, nelle loro vanità e crudeltà. Arricchito dall’analisi di Vera Gheno, HEDDA. GABLER. come una pistola carica indaga la tensione tra limite e sconfinamento, tra ribellione e incapacità di decidere, tra l’egoismo di vite convenzionali e l’immobilità gravida di tensione di un colpo nella canna di una pistola.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.