Sul finire degli anni settanta del XX secolo prendono corpo in Toscana ricerche territoriali incentrate sulla catalogazione del patrimonio, di cui è testimone esemplare il volume dedicato alla montagna pistoiese e curato da Antonio Paolucci. La peculiarità dell’approccio toscano – parallelo ma anche interattivo nei confronti delle coeve esperienze emiliane e umbre – consiste in un’attenzione al restauro che almeno dagli anni cinquanta rappresentava la spina dorsale del lavoro di tutela e di ricerca, soprattutto in area fiorentina. Nell'ambito di un fascicolo di Quaderni Storici incentrato proprio su tutela e storia dell'arte negli anni Settanta del Novecento, Il contributo esamina la situazione della Toscana con particolare riguardo all’area fiorentina e ai primi anni del lavoro di Antonio Paolucci, evidenziando connessioni e scarti tra il ruolo di funzionario e quello di soprintendente; e restituendo a quelle esperienze lo spessore propositivo che ne fece paradigma di un modo nuovo di praticare la storia dell’arte sul campo.

La Toscana vista dalle montagne. Tutela, ricerca e contesti nel primo tempo di Antonio Paolucci / Fulvio Cervini. - In: QUADERNI STORICI. - ISSN 0301-6307. - STAMPA. - LVII:(2022), pp. 389-412.

La Toscana vista dalle montagne. Tutela, ricerca e contesti nel primo tempo di Antonio Paolucci

Fulvio Cervini
2022

Abstract

Sul finire degli anni settanta del XX secolo prendono corpo in Toscana ricerche territoriali incentrate sulla catalogazione del patrimonio, di cui è testimone esemplare il volume dedicato alla montagna pistoiese e curato da Antonio Paolucci. La peculiarità dell’approccio toscano – parallelo ma anche interattivo nei confronti delle coeve esperienze emiliane e umbre – consiste in un’attenzione al restauro che almeno dagli anni cinquanta rappresentava la spina dorsale del lavoro di tutela e di ricerca, soprattutto in area fiorentina. Nell'ambito di un fascicolo di Quaderni Storici incentrato proprio su tutela e storia dell'arte negli anni Settanta del Novecento, Il contributo esamina la situazione della Toscana con particolare riguardo all’area fiorentina e ai primi anni del lavoro di Antonio Paolucci, evidenziando connessioni e scarti tra il ruolo di funzionario e quello di soprintendente; e restituendo a quelle esperienze lo spessore propositivo che ne fece paradigma di un modo nuovo di praticare la storia dell’arte sul campo.
2022
LVII
389
412
Fulvio Cervini
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