Questo libro rappresenta la sintesi di alcune riflessioni sul sedimento simbolico-culturale che ogni opera di architettura dovrebbe possedere per definirsi tale. Tali riflessioni, suscitate dal diluvio di stereotipi e di nonsense che da tempo sta sommergendo la disciplina e violentando i luoghi, cercano di rispondere in prima istanza a personali interrogativi sul valore dell’architettura nella cosiddetta «fluidità» contemporanea alimentata dalla globale condizione di incertezza: se cioè abbia ancora senso pensare all’architettura come risposta a quell’antica, primordiale necessità di ordine – nell’accezione di Cosmos – originata, secondo Emanuele Severino, da una «volontà di salvezza». Interrogativi che assumono una qualche valenza collettiva nel momento del progetto e dell’insegnamento. La scelta del termine ‘senso’ al posto di ‘significato’, oltre ad allontanare il rischio di indebite associazioni ad alcuni lavori che applicano i criteri della comunicazione all’architettura, è dovuta proprio alla sua ambiguità, al suo potersi intendere in varie accezioni, con riferimento sia agli organi di senso coi quali l’essere umano muovendosi nello spazio compie l’esperienza estetica, sia alla ‘sensibilità’ necessaria all’atto compositivo, sia infine a una possibile ‘direzione’ che, senza la pretesa di proporre nuovi percorsi, semplicemente rielabora le rotte proprie della cultura italiana del progetto. L’iniziale articolo indeterminativo intende, poi, lasciare spazio al confronto e al dubbio. Lo scritto è seguito da una selezione di esperienze di progetto. L'originalità del lavoro risiede nell’indagine sul valore del ‘senso’ nell’opera di architettura in relazione alla possibilità di innescare processi di riconoscimento in chi guarda o vive un dato spazio. A tal fine si è costruito un possibile sistema di riferimento progettuale fondato su due grandi temi: il rapporto architettura-natura e il rapporto architettura-luogo, considerati punti cardine del processo compositivo. In termini metodologici l’impianto teorico, che poggia sul pensiero di architetti, di filosofi e di studiosi appartenenti ad ambiti anche molto distanti dall’architettura, assume come scopo e materia del comporre la connotazione semantico-simbolica dello spazio e si sviluppa intorno all’idea che la ‘forma’ è tanto più autentica, cioè adeguata e ‘sostenibile’ sul piano culturale, quanto più è ancorata a una base concettuale ovvero a un principio tipologico o archetipico capace di risuonare nel profondo dell’animo umano: il che equivale a considerare il comporre un atto attraverso il quale si costruisce un corpo (l’architettura) a partire da un’anima (il concetto). Ciò che si afferma, non solo nello scritto teorico, ma anche attraverso i progetti e la loro descrizione, è che l’‘anima ‘ dell’architettura coincide col portato semantico, ovvero con la sua capacità di esprimere insieme valori di ordine spirituale (natura) e di ordine storico-culturale (paesaggio). In merito all'impatto, il lavoro contribuisce ad arricchire quel patrimonio di sapere e di consapevolezza necessario al progetto, provando a ribadire nell’epoca attuale di profonda crisi, confini e fini della disciplina da una diversa angolazione. Il libro, soggetto a peer-review, è inserito all'interno della collana Mosaico (casa editrice Librìa) il cui comitato scientifico annoverava fra i membri, al momento della pubblicazione, Paolo Portoghesi. Il lavoro è stato presentato in diversi contesti, accademici e non. This book offers a synthesis of some reflections on the symbolic-cultural sedimentation that any work of architecture must possess in order to be considered as such. These reflections, which have been inspired by the deluge of stereotypes and nonsense that for some time now have been plaguing the discipline, as well as ravaging places, seek to respond first of all to personal questions concerning the value of architecture in the so-called contemporary «fluidity», fueled by a global condition of uncertainty: in other words, whether it still makes sense today to think of architecture as a response to a need for order – in the sense of the Greek word Cosmos – following what Emanuele Severino has called a «will to salvation». Questions that acquire a certain degree of collective significance at the moment of designing and teaching. The choice of the term ‘sense’ instead of ‘meaning’, in addition to dispelling the risk of improper associations to some works that apply the criteria of communication to architecture, is due precisely to its ambiguity, to its being able to be interpreted in various ways, referring both to the organs of sense through which the human being, moving in space, engages in aesthetic experience, and to the ‘sensibility’ necessary for the act of composition, and ultimately to a possible ‘direction’ that, without claiming to propose new paths, simply re-configures those that already belong to the Italian culture of design. The initial indefinite article thus has the purpose of leaving room for both debate and doubt. The text is followed by a selection of project experiences. The originality of the work lies in the investigation of the value of ‘meaning’ in architectural works with regard to the potential to trigger recognition processes in whoever looks at or experiences a given space. Therefore, a possible design system is developed around two major and pivotal themes: the relationship between architecture and nature and the relationship between architecture and landscape. In terms of methodology, the theoretical framework, which is based on the thought of architects, philosophers and scholars even very distant from architecture, takes the semantic connotation of space as the aim and subject of architectural design, and develops around the idea that ‘form’ is all the more authentic - adequate and ‘sustainable’ on a cultural level - the more it is grounded in a conceptual basis, that is, a typological or archetypal principle capable of resonating in the depths of the human soul. But this is equivalent to considering architectural design as an act through which a body (architecture) is built starting from a ‘soul’ (concept). Through the theoretical writing and the description of the projects, the statement is that the ‘soul’ of architecture coincides with its meaning, i.e. with its capacity to express values belonging both to a spiritual level (Nature) and to a historical-cultural level (Landscape). With regard to the impact, the book contributes to enriching the knowledge and awareness necessary for the project, trying to reaffirm in the current era of deep crisis boundaries and aims of the discipline from a different angle. The book, that has been peer-reviewed, is part of the Mosaic series (Librìa publishing house) whose scientific committee included Paolo Portoghesi among its members at the time of publication. The work has been presented in various contexts, academic and otherwise.
Un senso per l'architettura. A sense for architecture / Francesca Mugnai. - STAMPA. - (2023), pp. 1-112.
Un senso per l'architettura. A sense for architecture
Francesca Mugnai
2023
Abstract
Questo libro rappresenta la sintesi di alcune riflessioni sul sedimento simbolico-culturale che ogni opera di architettura dovrebbe possedere per definirsi tale. Tali riflessioni, suscitate dal diluvio di stereotipi e di nonsense che da tempo sta sommergendo la disciplina e violentando i luoghi, cercano di rispondere in prima istanza a personali interrogativi sul valore dell’architettura nella cosiddetta «fluidità» contemporanea alimentata dalla globale condizione di incertezza: se cioè abbia ancora senso pensare all’architettura come risposta a quell’antica, primordiale necessità di ordine – nell’accezione di Cosmos – originata, secondo Emanuele Severino, da una «volontà di salvezza». Interrogativi che assumono una qualche valenza collettiva nel momento del progetto e dell’insegnamento. La scelta del termine ‘senso’ al posto di ‘significato’, oltre ad allontanare il rischio di indebite associazioni ad alcuni lavori che applicano i criteri della comunicazione all’architettura, è dovuta proprio alla sua ambiguità, al suo potersi intendere in varie accezioni, con riferimento sia agli organi di senso coi quali l’essere umano muovendosi nello spazio compie l’esperienza estetica, sia alla ‘sensibilità’ necessaria all’atto compositivo, sia infine a una possibile ‘direzione’ che, senza la pretesa di proporre nuovi percorsi, semplicemente rielabora le rotte proprie della cultura italiana del progetto. L’iniziale articolo indeterminativo intende, poi, lasciare spazio al confronto e al dubbio. Lo scritto è seguito da una selezione di esperienze di progetto. L'originalità del lavoro risiede nell’indagine sul valore del ‘senso’ nell’opera di architettura in relazione alla possibilità di innescare processi di riconoscimento in chi guarda o vive un dato spazio. A tal fine si è costruito un possibile sistema di riferimento progettuale fondato su due grandi temi: il rapporto architettura-natura e il rapporto architettura-luogo, considerati punti cardine del processo compositivo. In termini metodologici l’impianto teorico, che poggia sul pensiero di architetti, di filosofi e di studiosi appartenenti ad ambiti anche molto distanti dall’architettura, assume come scopo e materia del comporre la connotazione semantico-simbolica dello spazio e si sviluppa intorno all’idea che la ‘forma’ è tanto più autentica, cioè adeguata e ‘sostenibile’ sul piano culturale, quanto più è ancorata a una base concettuale ovvero a un principio tipologico o archetipico capace di risuonare nel profondo dell’animo umano: il che equivale a considerare il comporre un atto attraverso il quale si costruisce un corpo (l’architettura) a partire da un’anima (il concetto). Ciò che si afferma, non solo nello scritto teorico, ma anche attraverso i progetti e la loro descrizione, è che l’‘anima ‘ dell’architettura coincide col portato semantico, ovvero con la sua capacità di esprimere insieme valori di ordine spirituale (natura) e di ordine storico-culturale (paesaggio). In merito all'impatto, il lavoro contribuisce ad arricchire quel patrimonio di sapere e di consapevolezza necessario al progetto, provando a ribadire nell’epoca attuale di profonda crisi, confini e fini della disciplina da una diversa angolazione. Il libro, soggetto a peer-review, è inserito all'interno della collana Mosaico (casa editrice Librìa) il cui comitato scientifico annoverava fra i membri, al momento della pubblicazione, Paolo Portoghesi. Il lavoro è stato presentato in diversi contesti, accademici e non. This book offers a synthesis of some reflections on the symbolic-cultural sedimentation that any work of architecture must possess in order to be considered as such. These reflections, which have been inspired by the deluge of stereotypes and nonsense that for some time now have been plaguing the discipline, as well as ravaging places, seek to respond first of all to personal questions concerning the value of architecture in the so-called contemporary «fluidity», fueled by a global condition of uncertainty: in other words, whether it still makes sense today to think of architecture as a response to a need for order – in the sense of the Greek word Cosmos – following what Emanuele Severino has called a «will to salvation». Questions that acquire a certain degree of collective significance at the moment of designing and teaching. The choice of the term ‘sense’ instead of ‘meaning’, in addition to dispelling the risk of improper associations to some works that apply the criteria of communication to architecture, is due precisely to its ambiguity, to its being able to be interpreted in various ways, referring both to the organs of sense through which the human being, moving in space, engages in aesthetic experience, and to the ‘sensibility’ necessary for the act of composition, and ultimately to a possible ‘direction’ that, without claiming to propose new paths, simply re-configures those that already belong to the Italian culture of design. The initial indefinite article thus has the purpose of leaving room for both debate and doubt. The text is followed by a selection of project experiences. The originality of the work lies in the investigation of the value of ‘meaning’ in architectural works with regard to the potential to trigger recognition processes in whoever looks at or experiences a given space. Therefore, a possible design system is developed around two major and pivotal themes: the relationship between architecture and nature and the relationship between architecture and landscape. In terms of methodology, the theoretical framework, which is based on the thought of architects, philosophers and scholars even very distant from architecture, takes the semantic connotation of space as the aim and subject of architectural design, and develops around the idea that ‘form’ is all the more authentic - adequate and ‘sustainable’ on a cultural level - the more it is grounded in a conceptual basis, that is, a typological or archetypal principle capable of resonating in the depths of the human soul. But this is equivalent to considering architectural design as an act through which a body (architecture) is built starting from a ‘soul’ (concept). Through the theoretical writing and the description of the projects, the statement is that the ‘soul’ of architecture coincides with its meaning, i.e. with its capacity to express values belonging both to a spiritual level (Nature) and to a historical-cultural level (Landscape). With regard to the impact, the book contributes to enriching the knowledge and awareness necessary for the project, trying to reaffirm in the current era of deep crisis boundaries and aims of the discipline from a different angle. The book, that has been peer-reviewed, is part of the Mosaic series (Librìa publishing house) whose scientific committee included Paolo Portoghesi among its members at the time of publication. The work has been presented in various contexts, academic and otherwise.File | Dimensione | Formato | |
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