Il proliferare dei disastri ecologici, le crescenti disuguaglianze sociali e le nuove forme di povertà sono solo alcuni degli eventi che hanno globalmente caratterizzato, e tuttora continuano, lo scenario contemporaneo degli ultimi anni. Muovendo da ciò, la ricerca si propone di inquadrare i problemi e le relazioni che intercorrono tra società, ambiente ed economia, analizzando e decodificando la dimensione dell’operare insieme - inteso come un agire collettivo, orizzontale e partecipativo - proponendolo come possibile antidoto alla propagazione delle pratiche individualiste e alla mancanza di cura verso l’Altro e l’Altrove che caratterizza lo scenario contemporaneo. Il focus della ricerca è dunque sulle pratiche cooperative e sul loro potenziale progettuale. Per meglio definire l’oggetto di studio, il linguaggio è stato utilizzato come strumento di ricerca trasversale utile alla composizione di alcune definizioni strategiche sia per la ricerca stessa che per l’ideazione e lo sviluppo degli output progettuali derivati. La definizione di pratica cooperativa presenta una natura ibrida ed eterogenea, in quanto intende quel sistema di azioni collettive, rizomatiche, partecipative che partono dal basso e generano nuove progettualità dal forte impatto eco-sociale. Si tratta di pratiche progettuali dunque che si nutrono dell’informalità e del dialogo e che sono portate avanti dalla società civile attraverso comportamenti individuali che diventano azione collettiva (Capra, 1997; Sen, Nussbaum, 1997; Ostrom, 2006; Sennett, 2014; Manzini, 2015; Maldonado, 2017; Haraway, 2019; Ingold, 2020; Armiero, 2021). Il capitale relazionale, ovvero l’ecologia di relazioni, che nasce dalle pratiche cooperative ha come valori cardine l’inclusione, la reciprocità, il dialogo e la cura, e le sue finalità sono di natura interconnessa ed eterogenea: sociale, ecologica, economica, culturale. L’insieme degli attori coinvolti nelle pratiche cooperative e le relazioni generate danno vita ad un ecosistema cooperativo complesso. Considerando l’operare insieme in una prospettiva sistemica, le pratiche cooperative sono quindi quel sistema di regole, attitudini, ecosistemi che consentono la cooperazione o l’azione collettiva tra più persone - o specie - per creare e sviluppare benefici comuni. Agire insieme e motivati da un obiettivo comune genera nuovi spazi per il progetto, spazi di natura prevalentemente informale e dialogica, in cui le relazioni diventano un oggetto privilegiato di studio per il design (Manzini, 2015). Nell’affrontare criticamente queste nuove pratiche progettuali, in cui i comportamenti individuali diventano azioni collettive, la tesi sostiene che la ricerca in design possa dare il suo forte contributo nell’approfondire problemi e opportunità. La tesi sostiene dunque che il design può svolgere un ruolo attivo come agente di cambiamento che si impegna a migliorare lo scenario contemporaneo, solo se adotta nell’azione progettuale un’ottica cooperativa – ovvero la dimensione del progettare con (designing with) – proposta come sistema di pratiche e approcci che la cultura del progetto deve esplorare come una direzione alternativa, per un agire più strategico, sistemico e sostenibile nel tempo. L’assunto proposto è che, nel riscoprire e valorizzare la sua matrice cooperativa (Manzini, 2015), il design debba adottare un approccio ibrido, interdisciplinare, sistemico e immersivo di fronte alle complesse sfide contemporanee, sempre più caratterizzate da problemi socio-ecologici.

Design With. Il progetto come attore e attivatore di pratiche cooperative: attitudini, metodi, strumenti / Margherita Vacca. - (2023).

Design With. Il progetto come attore e attivatore di pratiche cooperative: attitudini, metodi, strumenti

Margherita Vacca
2023

Abstract

Il proliferare dei disastri ecologici, le crescenti disuguaglianze sociali e le nuove forme di povertà sono solo alcuni degli eventi che hanno globalmente caratterizzato, e tuttora continuano, lo scenario contemporaneo degli ultimi anni. Muovendo da ciò, la ricerca si propone di inquadrare i problemi e le relazioni che intercorrono tra società, ambiente ed economia, analizzando e decodificando la dimensione dell’operare insieme - inteso come un agire collettivo, orizzontale e partecipativo - proponendolo come possibile antidoto alla propagazione delle pratiche individualiste e alla mancanza di cura verso l’Altro e l’Altrove che caratterizza lo scenario contemporaneo. Il focus della ricerca è dunque sulle pratiche cooperative e sul loro potenziale progettuale. Per meglio definire l’oggetto di studio, il linguaggio è stato utilizzato come strumento di ricerca trasversale utile alla composizione di alcune definizioni strategiche sia per la ricerca stessa che per l’ideazione e lo sviluppo degli output progettuali derivati. La definizione di pratica cooperativa presenta una natura ibrida ed eterogenea, in quanto intende quel sistema di azioni collettive, rizomatiche, partecipative che partono dal basso e generano nuove progettualità dal forte impatto eco-sociale. Si tratta di pratiche progettuali dunque che si nutrono dell’informalità e del dialogo e che sono portate avanti dalla società civile attraverso comportamenti individuali che diventano azione collettiva (Capra, 1997; Sen, Nussbaum, 1997; Ostrom, 2006; Sennett, 2014; Manzini, 2015; Maldonado, 2017; Haraway, 2019; Ingold, 2020; Armiero, 2021). Il capitale relazionale, ovvero l’ecologia di relazioni, che nasce dalle pratiche cooperative ha come valori cardine l’inclusione, la reciprocità, il dialogo e la cura, e le sue finalità sono di natura interconnessa ed eterogenea: sociale, ecologica, economica, culturale. L’insieme degli attori coinvolti nelle pratiche cooperative e le relazioni generate danno vita ad un ecosistema cooperativo complesso. Considerando l’operare insieme in una prospettiva sistemica, le pratiche cooperative sono quindi quel sistema di regole, attitudini, ecosistemi che consentono la cooperazione o l’azione collettiva tra più persone - o specie - per creare e sviluppare benefici comuni. Agire insieme e motivati da un obiettivo comune genera nuovi spazi per il progetto, spazi di natura prevalentemente informale e dialogica, in cui le relazioni diventano un oggetto privilegiato di studio per il design (Manzini, 2015). Nell’affrontare criticamente queste nuove pratiche progettuali, in cui i comportamenti individuali diventano azioni collettive, la tesi sostiene che la ricerca in design possa dare il suo forte contributo nell’approfondire problemi e opportunità. La tesi sostiene dunque che il design può svolgere un ruolo attivo come agente di cambiamento che si impegna a migliorare lo scenario contemporaneo, solo se adotta nell’azione progettuale un’ottica cooperativa – ovvero la dimensione del progettare con (designing with) – proposta come sistema di pratiche e approcci che la cultura del progetto deve esplorare come una direzione alternativa, per un agire più strategico, sistemico e sostenibile nel tempo. L’assunto proposto è che, nel riscoprire e valorizzare la sua matrice cooperativa (Manzini, 2015), il design debba adottare un approccio ibrido, interdisciplinare, sistemico e immersivo di fronte alle complesse sfide contemporanee, sempre più caratterizzate da problemi socio-ecologici.
2023
Giuseppe Lotti, Maria Gabriella Trovato (co-tutor)
ITALIA
Goal 4: Quality education
Goal 8: Decent work and economic growth
Goal 10: Reduced inequalities
Goal 11: Sustainable cities and communities
Goal 12: Responsible consumption and production
Goal 13: Climate action
Goal 16: Peace, justice and strong institutions
Goal 17: Partnerships for the goals
Margherita Vacca
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Descrizione: Il focus della ricerca è sulle pratiche cooperative e sul loro potenziale progettuale. Per meglio definire l’oggetto di studio, il linguaggio è stato utilizzato come strumento di ricerca trasversale utile alla composizione di alcune definizioni strategiche sia per la ricerca stessa che per l’ideazione e lo sviluppo degli output progettuali derivati. La definizione di pratica cooperativa presenta una natura ibrida ed eterogenea, in quanto intende quel sistema di azioni collettive, rizomatiche, partecipative che partono dal basso e generano nuove progettualità dal forte impatto eco-sociale. Si tratta di pratiche progettuali dunque che si nutrono dell’informalità e del dialogo e che sono portate avanti dalla società civile attraverso comportamenti individuali che diventano azione collettiva (Capra, 1997; Sen, Nussbaum, 1997; Ostrom, 2006; Sennett, 2014; Manzini, 2015; Maldonado, 2017; Haraway, 2019; Ingold, 2020; Armiero, 2021). Il capitale relazionale, ovvero l’ecologia di relazioni, che nasce dalle pratiche cooperative ha come valori cardine l’inclusione, la reciprocità, il dialogo e la cura, e le sue finalità sono di natura interconnessa ed eterogenea: sociale, ecologica, economica, culturale. L’insieme degli attori coinvolti nelle pratiche cooperative e le relazioni generate danno vita ad un ecosistema cooperativo complesso. Considerando l’operare insieme in una prospettiva sistemica, le pratiche cooperative sono quindi quel sistema di regole, attitudini, ecosistemi che consentono la cooperazione o l’azione collettiva tra più persone - o specie - per creare e sviluppare benefici comuni. Agire insieme e motivati da un obiettivo comune genera nuovi spazi per il progetto, spazi di natura prevalentemente informale e dialogica, in cui le relazioni diventano un oggetto privilegiato di studio per il design (Manzini, 2015). Nell’affrontare criticamente queste nuove pratiche progettuali, in cui i comportamenti individuali diventano azioni collettive, la tesi sostiene che la ricerca in design possa dare il suo forte contributo nell’approfondire problemi e opportunità.
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