La sclerosi sistemica (SSc) è una patologia autoimmune, rara, cronica e altamente invalidante, con un forte impatto sulla salute, sul benessere e sulla qualità della vita, causando sofferenza e compromissione del funzionamento fisico e psicologico. In questo contesto, sono stati condotti due studi. Studio 1 Obiettivo: valutazione dello status psicologico dei pazienti affetti da SSc; valutazione dell’eventuale presenza di diagnosi psichiatriche e sindromi psicosomatiche; misurazione dei livelli di benessere, eutimia, distress psicologico, sofferenza e dolore mentale, rispetto ai soggetti sani. Metodi: 200 soggetti con diagnosi di SSc sono stati arruolati tra i pazienti ambulatoriali e/o sottoposti a terapia infusiva presso la Scleroderma Unit - S.O.D di Reumatologia - dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi (Firenze, Italia); 100 soggetti sani sono stati reclutati dalla popolazione generale. Lo status psicologico dei soggetti è stato valutato mediante l’utilizzo di due interviste cliniche diagnostiche: la Mini-International Neuropsychiatric Interview (per valutare i disturbi psichiatrici secondo DSM) e la Diagnostic Criteria for Psychosomatic Research-Revised Semi-Structured Interview (per valutare le sindromi psicosomatiche). Inoltre, sono stati proposti i seguenti questionari self-report: Health Assessment Questionnaire Disability Index (per valutare il livello di disabilità fisica), 5-item World Health Organization Well-Being Index (per valutare il livello di benessere soggettivo), Psychological Well-Being Questionnaire (per valutare il livello di benessere psicologico), Euthymia Scale (per valutare il livello di eutimia), Mental Pain Questionnaire (per valutare il livello di dolore mentale), Symptom Checklist-90-Revised e Symptom Questionnaire (per valutare il livello di distress psicologico). È stato poi chiesto ai soggetti di completare un breve e semplice compito visivo denominato Pictorial Representation of Illness and Self-Measure (PRISM) che misura il carico di sofferenza associato alla malattia. Risultati: rispetto ai soggetti sani, i pazienti con SSc presentano una maggiore prevalenza di diagnosi psichiatriche e sindromi psicosomatiche, un maggior livello di disabilità fisica, dolore mentale, distress psicopatologico e un minore livello di benessere soggettivo, benessere psicologico ed eutimia. Inoltre, nei pazienti con SSc, le sindromi psicosomatiche sono presenti in misura maggiore rispetto alle diagnosi psichiatriche. Conclusioni: i risultati di questo studio sottolineano l’importanza di indagare sia i livelli di benessere e di sintomatologia sia la presenza dei fattori psicosomatici nella SSc, al fine di cogliere pienamente la complessità dell’eziologia e della progressione di questa malattia cronica rara. Studio 2 Obiettivo: valutazione dell’efficacia della Well-Being Therapy (WBT), fino ad oggi mai testata nella SSc, confrontandola con un gruppo di controllo basato sul treatment as usual (TAU). Metodi: il gruppo sperimentale (n=16), che ha ricevuto il trattamento denominato Well-Being Therapy, è stato confrontato con il gruppo treatment as usual (n=16), che non ha ricevuto nessun intervento psicoterapeutico. Sono stati utilizzati gli stessi strumenti per valutare lo status psicologico, i livelli di benessere e di distress psicopatologico illustrati per lo studio 1. In seguito alla valutazione effettuata al tempo 0 (T0), tutti i soggetti sono stati rivalutati a distanza di 2 mesi (T1) e di 4 mesi (T2). Inoltre, sono stati rivalutati a distanza di 3 mesi (T3) dall’ultima valutazione. Risultati: cambiamenti nei livelli di benessere e di sintomatologia si sono verificati prevalentemente tra T2 e T0: rispetto ai pazienti del gruppo TAU, i pazienti con SSc che hanno ricevuto la WBT hanno riportato punteggi significativamente più alti di benessere soggettivo e benessere psicologico, punteggi più bassi di dolore mentale e distress psicopatologico; inoltre, hanno riportato un minor impatto del suffering legato alla malattia, al dolore fisico, al funzionamento nel tempo libero, al funzionamento lavorativo, alla mancanza di sentirsi in pace. I risultati relativi al suffering si mantengono al T3. Conclusioni: i risultati di questo studio preliminare mostrano che la WBT possa essere applicata nel setting della SSc con esiti incoraggianti sull’incremento diretto del benessere psicologico e riducendo indirettamente il distress psicologico. Inoltre, questi esiti sottolineano la necessità di programmare sessioni booster al fine di rafforzare gli effetti benefici ottenuti durante il percorso WBT, consentendo il mantenimento del suo effetto nel tempo.

Studio randomizzato controllato per la valutazione dell'efficacia della Well-Being Therapy nei pazienti affetti da sclerosi sistemica / Sara Romanazzo. - (2023).

Studio randomizzato controllato per la valutazione dell'efficacia della Well-Being Therapy nei pazienti affetti da sclerosi sistemica

Sara Romanazzo
2023

Abstract

La sclerosi sistemica (SSc) è una patologia autoimmune, rara, cronica e altamente invalidante, con un forte impatto sulla salute, sul benessere e sulla qualità della vita, causando sofferenza e compromissione del funzionamento fisico e psicologico. In questo contesto, sono stati condotti due studi. Studio 1 Obiettivo: valutazione dello status psicologico dei pazienti affetti da SSc; valutazione dell’eventuale presenza di diagnosi psichiatriche e sindromi psicosomatiche; misurazione dei livelli di benessere, eutimia, distress psicologico, sofferenza e dolore mentale, rispetto ai soggetti sani. Metodi: 200 soggetti con diagnosi di SSc sono stati arruolati tra i pazienti ambulatoriali e/o sottoposti a terapia infusiva presso la Scleroderma Unit - S.O.D di Reumatologia - dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi (Firenze, Italia); 100 soggetti sani sono stati reclutati dalla popolazione generale. Lo status psicologico dei soggetti è stato valutato mediante l’utilizzo di due interviste cliniche diagnostiche: la Mini-International Neuropsychiatric Interview (per valutare i disturbi psichiatrici secondo DSM) e la Diagnostic Criteria for Psychosomatic Research-Revised Semi-Structured Interview (per valutare le sindromi psicosomatiche). Inoltre, sono stati proposti i seguenti questionari self-report: Health Assessment Questionnaire Disability Index (per valutare il livello di disabilità fisica), 5-item World Health Organization Well-Being Index (per valutare il livello di benessere soggettivo), Psychological Well-Being Questionnaire (per valutare il livello di benessere psicologico), Euthymia Scale (per valutare il livello di eutimia), Mental Pain Questionnaire (per valutare il livello di dolore mentale), Symptom Checklist-90-Revised e Symptom Questionnaire (per valutare il livello di distress psicologico). È stato poi chiesto ai soggetti di completare un breve e semplice compito visivo denominato Pictorial Representation of Illness and Self-Measure (PRISM) che misura il carico di sofferenza associato alla malattia. Risultati: rispetto ai soggetti sani, i pazienti con SSc presentano una maggiore prevalenza di diagnosi psichiatriche e sindromi psicosomatiche, un maggior livello di disabilità fisica, dolore mentale, distress psicopatologico e un minore livello di benessere soggettivo, benessere psicologico ed eutimia. Inoltre, nei pazienti con SSc, le sindromi psicosomatiche sono presenti in misura maggiore rispetto alle diagnosi psichiatriche. Conclusioni: i risultati di questo studio sottolineano l’importanza di indagare sia i livelli di benessere e di sintomatologia sia la presenza dei fattori psicosomatici nella SSc, al fine di cogliere pienamente la complessità dell’eziologia e della progressione di questa malattia cronica rara. Studio 2 Obiettivo: valutazione dell’efficacia della Well-Being Therapy (WBT), fino ad oggi mai testata nella SSc, confrontandola con un gruppo di controllo basato sul treatment as usual (TAU). Metodi: il gruppo sperimentale (n=16), che ha ricevuto il trattamento denominato Well-Being Therapy, è stato confrontato con il gruppo treatment as usual (n=16), che non ha ricevuto nessun intervento psicoterapeutico. Sono stati utilizzati gli stessi strumenti per valutare lo status psicologico, i livelli di benessere e di distress psicopatologico illustrati per lo studio 1. In seguito alla valutazione effettuata al tempo 0 (T0), tutti i soggetti sono stati rivalutati a distanza di 2 mesi (T1) e di 4 mesi (T2). Inoltre, sono stati rivalutati a distanza di 3 mesi (T3) dall’ultima valutazione. Risultati: cambiamenti nei livelli di benessere e di sintomatologia si sono verificati prevalentemente tra T2 e T0: rispetto ai pazienti del gruppo TAU, i pazienti con SSc che hanno ricevuto la WBT hanno riportato punteggi significativamente più alti di benessere soggettivo e benessere psicologico, punteggi più bassi di dolore mentale e distress psicopatologico; inoltre, hanno riportato un minor impatto del suffering legato alla malattia, al dolore fisico, al funzionamento nel tempo libero, al funzionamento lavorativo, alla mancanza di sentirsi in pace. I risultati relativi al suffering si mantengono al T3. Conclusioni: i risultati di questo studio preliminare mostrano che la WBT possa essere applicata nel setting della SSc con esiti incoraggianti sull’incremento diretto del benessere psicologico e riducendo indirettamente il distress psicologico. Inoltre, questi esiti sottolineano la necessità di programmare sessioni booster al fine di rafforzare gli effetti benefici ottenuti durante il percorso WBT, consentendo il mantenimento del suo effetto nel tempo.
2023
Fiammetta Cosci
Sara Romanazzo
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