Per garantire l’incremento del tasso di impianto nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), attualmente si procede con il trasferimento di più embrioni nella cavità uterina che si associa ad un rischio maggiore di gravidanze multiple responsabili di mortalità e morbidità per la madre e per il feto. L’identificazione di biomarkers in grado di mettere in evidenza la qualità dell’embrione, ma soprattutto quella dell’ovocita, sembra essenziale. Il nostro gruppo ha riportato in studi di tipo retrospettivo che il G-CSF (granulocyte-colony stimulating factor) presente nel liquido follicolare (FF) nei cicli stimolati e il G-CSF unito all’IL-15 nei cicli naturali modificati, correlano con il potenziale di impianto dell’embrione. Per confermare se le citochine presenti nel fluido follicolare e in particolare il G-CSF e l’IL-15 fossero due biomarkers predittivi dell’impianto, abbiamo realizzato uno studio di tipo prospettico randomizzato, su di un gruppo di 49 pazienti arruolate per cicli di ICSI stimolati con FSHr ed LHr diviso in due gruppi: 24 pazienti (gruppo 1) in cui la singola blastocisti trasferita nella cavità uterina (SET) è stata scelta sulla base dello score morfologico (A,B , C) e 25 pazienti (gruppo 2) in cui il trasferimento è avvenuto sulla base dei livelli di G-CSF più elevati e di IL-15 più bassi misurati nei fluidi follicolari individuali rispetto agli altri FF appartenenti alla coorte follicolare di ogni paziente. Lo scopo di questa tesi è quello di determinare se il G-CSF, l’IL-15 e le altre 25 citochine misurate separatamente o in combinazione, possono correlare con il tasso di fertilizzazione degli ovociti, con la morfologia dell’embrione e con il tasso di impianto, ed essere dei fattori predittivi del successo dell’impianto. Infine cercheremo se esiste una relazione tra il tipo di infertilità e le 27 citochine presenti nel fluido follicolare individuale. Dato il numero non elevato di pazienti reclutate e una variazione di alcuni reagenti nel kit per la detezione delle 27 citochine (Biorad), che ha modificato la sensibilità del dosaggio, non è stato possibile paragonare i due gruppi. L’analisi statistica è stata quindi effettuata sull’intero campione di 49 donne a cui era stato applicato sia lo studio morfologico della blastocisti che il dosaggio delle 27 citochine(IL-1β, Il-1RA, IL-2, IL-4, IL-5, IL-6, IL-7, IL-8, IL-9, IL-10, IL-12 IL-13, IL-15, IL-17, EOTAXIN, FGF, G-CSF, GM-CSF, IFN-γ, IP-10, MCP-1, MIP-1α, MIP-1β, PDGF, RANTES, TNF-α, VEGF) nei FF individuali mediante Multiplex bead based assay. I dati ottenuti sono stati analizzati mediante test non parametrico di Mann-Whitney data la non normale distribuzione del campione. Il nostro studio ha messo in evidenza che, dopo stimolazione con FSHr e LHr, il G-CSF nei FF non solo si associa ad una morfologia della blastocisti migliore (AB) insieme ad IL-1Ra, ma risulta l’unico fattore predittivo della morfologia AB della blastocisti. Inoltre la morfologia migliore della blastocisti quando i livelli di G-CSF sono più alti , si associa ad un impianto e il G-CSF risulta un fattore predittivo dell’impianto della blastocisti. Mentre la fertilizzazione dell’ovocita non si associa ai livelli di G-CSF nei FF, ma a molteplici citochine di tipo Th2, Th1, pro infiammatorie e chemiotattiche. Solo IL-1β, IL-1RA, IL-6 e VEGF nei FF risultano predittive della fertilizzazione. Infine si dimostra per l prima volta che i livelli di G-CSF nei FF risultano essere indicativi di una infertilità di coppia di origine femminile non tubarica. Quindi il G-CSF sembra essere un marcatore di infertilità femminile di origine follicolare. Il G-CSF nel FF potrebbe essere predittivo e associato a patologia/deficit follicolari e quindi il suo ruolo merita di essere ben definito, per un eventuale test diagnostico.

Citochine nel liquido follicolare predittive del successo della gravidanza nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita / Letizia Lombardelli. - (2020).

Citochine nel liquido follicolare predittive del successo della gravidanza nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita

Letizia Lombardelli
2020

Abstract

Per garantire l’incremento del tasso di impianto nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), attualmente si procede con il trasferimento di più embrioni nella cavità uterina che si associa ad un rischio maggiore di gravidanze multiple responsabili di mortalità e morbidità per la madre e per il feto. L’identificazione di biomarkers in grado di mettere in evidenza la qualità dell’embrione, ma soprattutto quella dell’ovocita, sembra essenziale. Il nostro gruppo ha riportato in studi di tipo retrospettivo che il G-CSF (granulocyte-colony stimulating factor) presente nel liquido follicolare (FF) nei cicli stimolati e il G-CSF unito all’IL-15 nei cicli naturali modificati, correlano con il potenziale di impianto dell’embrione. Per confermare se le citochine presenti nel fluido follicolare e in particolare il G-CSF e l’IL-15 fossero due biomarkers predittivi dell’impianto, abbiamo realizzato uno studio di tipo prospettico randomizzato, su di un gruppo di 49 pazienti arruolate per cicli di ICSI stimolati con FSHr ed LHr diviso in due gruppi: 24 pazienti (gruppo 1) in cui la singola blastocisti trasferita nella cavità uterina (SET) è stata scelta sulla base dello score morfologico (A,B , C) e 25 pazienti (gruppo 2) in cui il trasferimento è avvenuto sulla base dei livelli di G-CSF più elevati e di IL-15 più bassi misurati nei fluidi follicolari individuali rispetto agli altri FF appartenenti alla coorte follicolare di ogni paziente. Lo scopo di questa tesi è quello di determinare se il G-CSF, l’IL-15 e le altre 25 citochine misurate separatamente o in combinazione, possono correlare con il tasso di fertilizzazione degli ovociti, con la morfologia dell’embrione e con il tasso di impianto, ed essere dei fattori predittivi del successo dell’impianto. Infine cercheremo se esiste una relazione tra il tipo di infertilità e le 27 citochine presenti nel fluido follicolare individuale. Dato il numero non elevato di pazienti reclutate e una variazione di alcuni reagenti nel kit per la detezione delle 27 citochine (Biorad), che ha modificato la sensibilità del dosaggio, non è stato possibile paragonare i due gruppi. L’analisi statistica è stata quindi effettuata sull’intero campione di 49 donne a cui era stato applicato sia lo studio morfologico della blastocisti che il dosaggio delle 27 citochine(IL-1β, Il-1RA, IL-2, IL-4, IL-5, IL-6, IL-7, IL-8, IL-9, IL-10, IL-12 IL-13, IL-15, IL-17, EOTAXIN, FGF, G-CSF, GM-CSF, IFN-γ, IP-10, MCP-1, MIP-1α, MIP-1β, PDGF, RANTES, TNF-α, VEGF) nei FF individuali mediante Multiplex bead based assay. I dati ottenuti sono stati analizzati mediante test non parametrico di Mann-Whitney data la non normale distribuzione del campione. Il nostro studio ha messo in evidenza che, dopo stimolazione con FSHr e LHr, il G-CSF nei FF non solo si associa ad una morfologia della blastocisti migliore (AB) insieme ad IL-1Ra, ma risulta l’unico fattore predittivo della morfologia AB della blastocisti. Inoltre la morfologia migliore della blastocisti quando i livelli di G-CSF sono più alti , si associa ad un impianto e il G-CSF risulta un fattore predittivo dell’impianto della blastocisti. Mentre la fertilizzazione dell’ovocita non si associa ai livelli di G-CSF nei FF, ma a molteplici citochine di tipo Th2, Th1, pro infiammatorie e chemiotattiche. Solo IL-1β, IL-1RA, IL-6 e VEGF nei FF risultano predittive della fertilizzazione. Infine si dimostra per l prima volta che i livelli di G-CSF nei FF risultano essere indicativi di una infertilità di coppia di origine femminile non tubarica. Quindi il G-CSF sembra essere un marcatore di infertilità femminile di origine follicolare. Il G-CSF nel FF potrebbe essere predittivo e associato a patologia/deficit follicolari e quindi il suo ruolo merita di essere ben definito, per un eventuale test diagnostico.
2020
Marie-Pierre Piccinni
ITALIA
Letizia Lombardelli
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