Vittorio Gregotti (1927-2020) e Paolo Portoghesi (1931- 2023) possono essere presentati come al!eri di schieramenti fieramente inconciliabili: da una parte il moderno, dall’altra il postmoderno; da una parte l’adesione alla regola, dall’altra l’esaltazione della deroga; da una parte il razionalismo, dall’altra il manierismo; da una parte la Neue Sachlichkeit, dall’altra l’Art Nouveau; da una parte Leon Battista Alberti, dall’altra Francesco Borromini; da una parte Milano, dall’altra Roma; da una parte la Biennale di Venezia del 1976, dall’altra quella del 1980. Siamo consapevoli come questo approccio possa sempli!- care e irrigidire il contributo di due architetti caratterizzati da innumerevoli sfumature culturali e da un’evoluzione costante, e non ci proponiamo certo di a rontarne nel breve spazio a disposizione il pensiero o l’opera, già oggetto di numerose fonti bibliografiche. Verranno piuttosto isolati e discussi alcuni frammenti del vasto mosaico che hanno intessuto, per argomentare come, superata la stagione delle polemiche, due architetti che si credevano irriducibilmente lontani possano essere invece interpretati come a ni se paragonati al contesto della più stringente contemporaneità. Vittorio Gregotti (1927-2020) and Paolo Portoghesi (1931-2023) can be seen as emblematic representatives of fiercely irreconcilable positions: one exemplifying modernism, the other postmodernism; one adhering strictly to rules, the other celebrating deviations; one favouring rationalism, the other mannerism; one a lighted with Neue Sachlichkeit, the other with Art Nouveau; one inspired by Leon Battista Alberti, the other by Francesco Borromini; one associated with Milan, the other with Rome; one with the Venice Biennale of 1976, the other with that of 1980. While acknowledging that this approach risks oversimplification and schematisation of the work of two architects renowned for their nuanced cultural contributions and constant evolution, we do not seek to fully explore their ideas or works – already well-documented in numerous bibliographic sources – within the continuitnes of this briefing. Instead, we have selected fragments from their vast mosaic to illustrate how, beyond initial controversies, these seemingly irreconcilable architects can be per- ceived as similar against the backdrop of contemporary architecture.

L'antagonista perfetto / Lorenzo Ciccarelli. - In: VESPER. - ISSN 2704-7598. - STAMPA. - 9:(2023), pp. 116-120.

L'antagonista perfetto

Lorenzo Ciccarelli
2023

Abstract

Vittorio Gregotti (1927-2020) e Paolo Portoghesi (1931- 2023) possono essere presentati come al!eri di schieramenti fieramente inconciliabili: da una parte il moderno, dall’altra il postmoderno; da una parte l’adesione alla regola, dall’altra l’esaltazione della deroga; da una parte il razionalismo, dall’altra il manierismo; da una parte la Neue Sachlichkeit, dall’altra l’Art Nouveau; da una parte Leon Battista Alberti, dall’altra Francesco Borromini; da una parte Milano, dall’altra Roma; da una parte la Biennale di Venezia del 1976, dall’altra quella del 1980. Siamo consapevoli come questo approccio possa sempli!- care e irrigidire il contributo di due architetti caratterizzati da innumerevoli sfumature culturali e da un’evoluzione costante, e non ci proponiamo certo di a rontarne nel breve spazio a disposizione il pensiero o l’opera, già oggetto di numerose fonti bibliografiche. Verranno piuttosto isolati e discussi alcuni frammenti del vasto mosaico che hanno intessuto, per argomentare come, superata la stagione delle polemiche, due architetti che si credevano irriducibilmente lontani possano essere invece interpretati come a ni se paragonati al contesto della più stringente contemporaneità. Vittorio Gregotti (1927-2020) and Paolo Portoghesi (1931-2023) can be seen as emblematic representatives of fiercely irreconcilable positions: one exemplifying modernism, the other postmodernism; one adhering strictly to rules, the other celebrating deviations; one favouring rationalism, the other mannerism; one a lighted with Neue Sachlichkeit, the other with Art Nouveau; one inspired by Leon Battista Alberti, the other by Francesco Borromini; one associated with Milan, the other with Rome; one with the Venice Biennale of 1976, the other with that of 1980. While acknowledging that this approach risks oversimplification and schematisation of the work of two architects renowned for their nuanced cultural contributions and constant evolution, we do not seek to fully explore their ideas or works – already well-documented in numerous bibliographic sources – within the continuitnes of this briefing. Instead, we have selected fragments from their vast mosaic to illustrate how, beyond initial controversies, these seemingly irreconcilable architects can be per- ceived as similar against the backdrop of contemporary architecture.
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120
Lorenzo Ciccarelli
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