La sistemazione provvisoria della questione confinaria, raggiunta con il Memorandum di Londra del 1954, fu la premessa per una fioritura di rapporti culturali tra Italia e Jugoslavia, due paesi caratterizzati da diversi sistemi politici e fino ad allora divisi da un aspro scontro territoriale. In particolare l'influenza della cultura di massa italiana nel paese confinante rappresentò un filtro che permise il trasferimento di fenomeni culturali di matrice occidentale, già addomesticati in un contesto che li rendeva meno controversi e più accettabili agli occhi delle autorità jugoslave. I crescenti contatti, resi possibili in particolare dall'apertura di quello che era stato uno dei confini più caldi del dopoguerra, contribuirono in modo determinante alla formazione di una cultura di massa jugoslava, in particolare in un decennio, quello dal 1955-1965, di spiccata apertura per la Jugoslavia socialista. Fu così che il festival di Sanremo, le canzoni di Adriano Celentano e Rita Pavone, le coproduzioni, le trasmissioni Rai riprese dalla nascente televisione locale, oltre alla popolare pratica dello shopping a Trieste, permisero al pubblico jugoslavo di familiarizzare con l'Italia, fino a costruire un senso di vicinanza culturale, pur non privo di problematicità. Un'Italia immaginata che poco aveva a che fare con quella reale, ma che rispecchiava le aspettative che gli jugoslavi avevano per il proprio futuro e che collocavano temporaneamente al di la del confine.
Con ventiquattromila baci : l'influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965) / Francesca Rolandi. - STAMPA. - (2015).
Con ventiquattromila baci : l'influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965)
Francesca RolandiWriting – Original Draft Preparation
2015
Abstract
La sistemazione provvisoria della questione confinaria, raggiunta con il Memorandum di Londra del 1954, fu la premessa per una fioritura di rapporti culturali tra Italia e Jugoslavia, due paesi caratterizzati da diversi sistemi politici e fino ad allora divisi da un aspro scontro territoriale. In particolare l'influenza della cultura di massa italiana nel paese confinante rappresentò un filtro che permise il trasferimento di fenomeni culturali di matrice occidentale, già addomesticati in un contesto che li rendeva meno controversi e più accettabili agli occhi delle autorità jugoslave. I crescenti contatti, resi possibili in particolare dall'apertura di quello che era stato uno dei confini più caldi del dopoguerra, contribuirono in modo determinante alla formazione di una cultura di massa jugoslava, in particolare in un decennio, quello dal 1955-1965, di spiccata apertura per la Jugoslavia socialista. Fu così che il festival di Sanremo, le canzoni di Adriano Celentano e Rita Pavone, le coproduzioni, le trasmissioni Rai riprese dalla nascente televisione locale, oltre alla popolare pratica dello shopping a Trieste, permisero al pubblico jugoslavo di familiarizzare con l'Italia, fino a costruire un senso di vicinanza culturale, pur non privo di problematicità. Un'Italia immaginata che poco aveva a che fare con quella reale, ma che rispecchiava le aspettative che gli jugoslavi avevano per il proprio futuro e che collocavano temporaneamente al di la del confine.File | Dimensione | Formato | |
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