Si tratta della prefazione a un volume di Sergio Zanichelli sulla sua opera e sul suo pensiero. In particolare guardare gli ultimi progetti di Sergio Zanichelli partendo dall'ultimo del 2021-2022 (l'interessante proposta di un bosco urbano particolare per piazza della Repubblica a Guastalla) con la proposizione di “alberature tecnologiche” in dialogo e sintonia con “alberature naturali”, e risalire indietro nel tempo con alcuni poeticissimi interventi (l'affaccio sul fiume o la città temporanea, sempre sul Po, del 2015 sino alla città sospesa in zona golenale, al ponte “sui generis”, all'unità balneare anticovid nota come Padiglione della Temperanza), mi fa riandare con la memoria a molti anni indietro. Quando con l'amico, e socio di allora, Antonio Medici, veniva a trovare mio padre, cui era molto affezionato, per mostrare l'ultima fatica che stava compiendo. E il più delle volte, come ricordo, era una fatica, cioè un progetto, per la sua terra e per la sua città. Quella sera nebbiosa di un inverno ormai lontano ci portò lo studio metodologico per l'arredo urbano di Guastalla. Un album, che conservo tuttora, assai denso di contenuti e di ipotesi progettuali, con i disegni rigorosamante “a mano” come ancora si faceva allora (anche se Sergio non rinuncia tuttora all'uso della matita), permeati fortemente dello spirito del luogo e della particolare sensibilità sua propria. Pur avendo lavorato un po' ovunque Sergio è sempre stato legato, come è giusto che sia, alla grande pianura, alla sua terra e alle sue origini. Vedo un lungo filo conduttore che lega, con il rigore e la coerenza che gli appartengono, uno dei suoi primi progetti (il citato piano per l'arredo urbano della sua città) con gli ultimi progetti di cui parlo all'inizio. Coerenza presente pure quando affronta i temi dell'autocostruzione, della produzione e della sostenibilità come nell'interessante e innovativo progetto di rigenerazione urbana per le Piagge, nella periferia fiorentina, di cui ancora conservo il filmato e l'animazione 3D della proposta. Medesima coerenza e altrettanto impegno riassunti nel concorso “Cielo e terra” per la città del futuro e nelle numerose realizzazioni che ha compiuto nel corso degli anni. Sergio ed io siamo sempre stati legati dalla passione per il nostro mestiere che ha consentito e generato una lunga frequentazione. Ricordo che in un ritorno da Ferrara , dove entrambi insegnavamo Composizione Architettonica (una sera d'estate quando il buio non arriva mai), mi fece visitare alcune delle sue belle case unifamigliari distese lungo la pianura. Oltre alla qualità delle realizzazioni ciò che mi colpì fu il particolare rapporto umano che aveva instaurato con il “cliente” che da “committente” si era trasformato in “amico” dell'architetto proprio come capitava con i bravi architetti del passato. Successivamente il suo impegno di diversi anni nella didattica universitaria a Ferrara portata sempre avanti con la serietà che lo contraddistingue e che imporrebbe al docente di evitare una propria acritica autocelebrazione per affrontare, mostrare e risolvere le tematiche autentiche dell'architettura. Per non parlare della sua passione per l'arte che lo spinge a scrivere sempre di più su riviste, su volumi, su cataloghi di mostre. Tutte esperienze, oltre il lavoro di progettista in senso stretto, che contribuiscono a fare di lui un “architetto completo”. Per cui non mi rimane che augurare a Sergio di continuare così, con la coerenza di sempre e con il forte legame con la sua (nostra) terra.

Si tratta della prefazione a un volume sull'opera e il pensiero dell'architetto Sergio Zanichelli / Alberto Manfredini. - STAMPA. - (2023), pp. 2-2.

Si tratta della prefazione a un volume sull'opera e il pensiero dell'architetto Sergio Zanichelli

Alberto Manfredini
2023

Abstract

Si tratta della prefazione a un volume di Sergio Zanichelli sulla sua opera e sul suo pensiero. In particolare guardare gli ultimi progetti di Sergio Zanichelli partendo dall'ultimo del 2021-2022 (l'interessante proposta di un bosco urbano particolare per piazza della Repubblica a Guastalla) con la proposizione di “alberature tecnologiche” in dialogo e sintonia con “alberature naturali”, e risalire indietro nel tempo con alcuni poeticissimi interventi (l'affaccio sul fiume o la città temporanea, sempre sul Po, del 2015 sino alla città sospesa in zona golenale, al ponte “sui generis”, all'unità balneare anticovid nota come Padiglione della Temperanza), mi fa riandare con la memoria a molti anni indietro. Quando con l'amico, e socio di allora, Antonio Medici, veniva a trovare mio padre, cui era molto affezionato, per mostrare l'ultima fatica che stava compiendo. E il più delle volte, come ricordo, era una fatica, cioè un progetto, per la sua terra e per la sua città. Quella sera nebbiosa di un inverno ormai lontano ci portò lo studio metodologico per l'arredo urbano di Guastalla. Un album, che conservo tuttora, assai denso di contenuti e di ipotesi progettuali, con i disegni rigorosamante “a mano” come ancora si faceva allora (anche se Sergio non rinuncia tuttora all'uso della matita), permeati fortemente dello spirito del luogo e della particolare sensibilità sua propria. Pur avendo lavorato un po' ovunque Sergio è sempre stato legato, come è giusto che sia, alla grande pianura, alla sua terra e alle sue origini. Vedo un lungo filo conduttore che lega, con il rigore e la coerenza che gli appartengono, uno dei suoi primi progetti (il citato piano per l'arredo urbano della sua città) con gli ultimi progetti di cui parlo all'inizio. Coerenza presente pure quando affronta i temi dell'autocostruzione, della produzione e della sostenibilità come nell'interessante e innovativo progetto di rigenerazione urbana per le Piagge, nella periferia fiorentina, di cui ancora conservo il filmato e l'animazione 3D della proposta. Medesima coerenza e altrettanto impegno riassunti nel concorso “Cielo e terra” per la città del futuro e nelle numerose realizzazioni che ha compiuto nel corso degli anni. Sergio ed io siamo sempre stati legati dalla passione per il nostro mestiere che ha consentito e generato una lunga frequentazione. Ricordo che in un ritorno da Ferrara , dove entrambi insegnavamo Composizione Architettonica (una sera d'estate quando il buio non arriva mai), mi fece visitare alcune delle sue belle case unifamigliari distese lungo la pianura. Oltre alla qualità delle realizzazioni ciò che mi colpì fu il particolare rapporto umano che aveva instaurato con il “cliente” che da “committente” si era trasformato in “amico” dell'architetto proprio come capitava con i bravi architetti del passato. Successivamente il suo impegno di diversi anni nella didattica universitaria a Ferrara portata sempre avanti con la serietà che lo contraddistingue e che imporrebbe al docente di evitare una propria acritica autocelebrazione per affrontare, mostrare e risolvere le tematiche autentiche dell'architettura. Per non parlare della sua passione per l'arte che lo spinge a scrivere sempre di più su riviste, su volumi, su cataloghi di mostre. Tutte esperienze, oltre il lavoro di progettista in senso stretto, che contribuiscono a fare di lui un “architetto completo”. Per cui non mi rimane che augurare a Sergio di continuare così, con la coerenza di sempre e con il forte legame con la sua (nostra) terra.
2023
Pacini
Pisa
Sergio Zanichelli
Pensieri architettonici per le Comunità
Alberto Manfredini
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Zanichel 2023.pdf

accesso aperto

Tipologia: Pdf editoriale (Version of record)
Licenza: Open Access
Dimensione 2.91 MB
Formato Adobe PDF
2.91 MB Adobe PDF

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1347655
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact