Il viaggio di Dante in Francia, a Parigi o in Provenza, vero o immaginario che sia, su cui molti hanno fantasticato e che ha ispirato vere e proprie leggende (l’intuizione della geografia infernale proverrebbe addirittura, secondo Mistral o Emile Ripert, da una passeggiata del poeta a Les Baux-de-Provence…), è tuttavia meno favoloso del viaggio francese della sua opera, la Commedia. Circa centosettanta sono i traduttori che hanno tentato, dalla fine del XV secolo ad oggi, con traduzioni parziali o integrali (a volte un solo canto, a volte il poema intero), di raccontare il sacro poema in lingua francese. Con esiti diversi, diverse letture e diverse interpretazioni che, da un lato, permettono di ripercorrere puntualmente la ricezione e la fortuna di Dante in Francia, ma che sono anche il riflesso dell’evoluzione della lingua e della cultura francese che, come Narciso, non smette di specchiarsi nella Commedia. Forma di traduzione intersemiotica, l’illustrazione, affidando all’icasticità dell’immagine la forza espressiva di nuove letture e nuove interpretazioni del testo, è spesso stata tanto potente da condizionare, anche in Italia, il nostro modo di vedere Dante. Difficile, infatti, pensare ad alcuni scenari infernali senza ricorrere ai chiaroscuri tipici del linguaggio di Gustave Doré, il cui successo continua ad intercettare ancora oggi la nostra lettura della Commedia. In questo senso, la mostra «Ridon le carte» – che esporrà la collezione di Paul Bitner, per la prima volta in Italia – tenterà di ripercorrere e rintracciare le traiettorie di una costellazione di artisti che, nel passato fino ad oggi, si sono confrontati con la potenza dell’immaginario dantesco: Adolf von Sturler (1859, 1884), Herman-Paul (1924), Jean Fautrier (1928-30), Edouard Goerg (1950), Reinhoud d’Haese (1997), Ivan Messac (1999), Élizabeth Prouvost (2014)… In Francia, ma anche altrove: la mostra propone infatti anche un dialogo con altre culture dantesche: britanniche, ceche, danesi, olandesi, polacche, rumene, russe, spagnole, statunitensi, tedesche, ucraine… «Ogni nuova illustrazione – scrive Paul Bitner – non è di per sé riducibile a determinismi socio-storici, come un frutto che matura solo sull'albero del suo tempo, né alla durata di un lavoro operoso e ripetuto o al talento più o meno comprovato del suo autore, ma si costituisce, si potrebbe dire geneticamente, a partire da una forma più ampia di memoria collettiva, in cui traspaiono forme di filiazione, ponti, eclissi e risorgive, impronte tanto trans-storiche quanto transculturali». Organizzata nel quadro del Curriculum Bilaterale Italo-Francese (UNIFI), in collaborazione con l’Università Italo-Francese e con l’Institut Français di Firenze per celebrare il Mese della Francofonia, la mostra offre l’occasione di incontrare testi e immagini rare, inedite, perdute o ritrovate, permettendo di interrogare il dialogo tra culture linguistiche e iconografiche e riscoprire, tra testo e immagine, un Dante visto da fuori.

Mostra: «“Ridon le carte”. Dante tradotto e illustrato in Francia (e altrove). La collezione Paul Bitner in mostra a Firenze» / Fernando Funari. - STAMPA. - (2024).

Mostra: «“Ridon le carte”. Dante tradotto e illustrato in Francia (e altrove). La collezione Paul Bitner in mostra a Firenze»

Fernando Funari
2024

Abstract

Il viaggio di Dante in Francia, a Parigi o in Provenza, vero o immaginario che sia, su cui molti hanno fantasticato e che ha ispirato vere e proprie leggende (l’intuizione della geografia infernale proverrebbe addirittura, secondo Mistral o Emile Ripert, da una passeggiata del poeta a Les Baux-de-Provence…), è tuttavia meno favoloso del viaggio francese della sua opera, la Commedia. Circa centosettanta sono i traduttori che hanno tentato, dalla fine del XV secolo ad oggi, con traduzioni parziali o integrali (a volte un solo canto, a volte il poema intero), di raccontare il sacro poema in lingua francese. Con esiti diversi, diverse letture e diverse interpretazioni che, da un lato, permettono di ripercorrere puntualmente la ricezione e la fortuna di Dante in Francia, ma che sono anche il riflesso dell’evoluzione della lingua e della cultura francese che, come Narciso, non smette di specchiarsi nella Commedia. Forma di traduzione intersemiotica, l’illustrazione, affidando all’icasticità dell’immagine la forza espressiva di nuove letture e nuove interpretazioni del testo, è spesso stata tanto potente da condizionare, anche in Italia, il nostro modo di vedere Dante. Difficile, infatti, pensare ad alcuni scenari infernali senza ricorrere ai chiaroscuri tipici del linguaggio di Gustave Doré, il cui successo continua ad intercettare ancora oggi la nostra lettura della Commedia. In questo senso, la mostra «Ridon le carte» – che esporrà la collezione di Paul Bitner, per la prima volta in Italia – tenterà di ripercorrere e rintracciare le traiettorie di una costellazione di artisti che, nel passato fino ad oggi, si sono confrontati con la potenza dell’immaginario dantesco: Adolf von Sturler (1859, 1884), Herman-Paul (1924), Jean Fautrier (1928-30), Edouard Goerg (1950), Reinhoud d’Haese (1997), Ivan Messac (1999), Élizabeth Prouvost (2014)… In Francia, ma anche altrove: la mostra propone infatti anche un dialogo con altre culture dantesche: britanniche, ceche, danesi, olandesi, polacche, rumene, russe, spagnole, statunitensi, tedesche, ucraine… «Ogni nuova illustrazione – scrive Paul Bitner – non è di per sé riducibile a determinismi socio-storici, come un frutto che matura solo sull'albero del suo tempo, né alla durata di un lavoro operoso e ripetuto o al talento più o meno comprovato del suo autore, ma si costituisce, si potrebbe dire geneticamente, a partire da una forma più ampia di memoria collettiva, in cui traspaiono forme di filiazione, ponti, eclissi e risorgive, impronte tanto trans-storiche quanto transculturali». Organizzata nel quadro del Curriculum Bilaterale Italo-Francese (UNIFI), in collaborazione con l’Università Italo-Francese e con l’Institut Français di Firenze per celebrare il Mese della Francofonia, la mostra offre l’occasione di incontrare testi e immagini rare, inedite, perdute o ritrovate, permettendo di interrogare il dialogo tra culture linguistiche e iconografiche e riscoprire, tra testo e immagine, un Dante visto da fuori.
2024
Fernando Funari
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