Le modalità di gestione dei crediti deteriorati sono in forte evoluzione. Da un lato, le banche, destinatarie di regole formali e di indicazioni delle autorità di vigilanza, hanno esternalizzato o ceduto larga parte dei propri portafogli, inclusi i crediti ancora “vivi” (UTP), dall’altro si sono affermati i c.d. credit servicers, mossi da aspettative diverse da quelle della banca che ha originato il credito e soggetti a limiti operativi nel supportare la continuità aziendale e il risanamento del debitore, laddove ciò sia possibile. In quest’ottica, nella prima parte, il saggio offre una ricostruzione del complesso contesto normativo e regolamentare relativo alle esposizioni creditizie deteriorate. Nella seconda parte si effettua una ricognizione del ruolo dei credit servicers, evidenziando la possibile mancanza di incentivi e le difficoltà operative nel supportare la continuità aziendale del debitore. Si affronterà altresì la speciale disciplina prevista per i crediti garantiti dallo Stato. Nella terza e ultima parte sono prese in esame alcune best practices nella gestione delle attività finanziarie deteriorate, anche a fronte degli strumenti disciplinati dal Codice della crisi. Il saggio si conclude con alcuni spunti e proposte di intervento sia a livello di normativa primaria, sia a livello di normativa secondaria. The way in which non-performing loans are managed is evolving dramatically. On the one hand, banks, subject to formal rules and guidance from regulators, have outsourced or divested a large portion of their portfolios, including loans that are still “alive” (UTPs); on the other hand, so-called credit servicers have emerged, driven by expectations different from those of the bank that originated the loan and subject to operational constraints in supporting the debtor's business continuity and restructuring, where possible. Against this background, the first part of the paper provides an overview of the complex legal and regulatory environment related to impaired credit exposures. The second part examines the role of credit servicers, highlighting the possible lack of incentives and operational difficulties in supporting the debtor’s business continuity taking into account also the special rules for state-guaranteed loans. The third and final part examines some best practices in the management of non-performing financial assets, also in the light of the tools provided by the Italian Insolvency Code. The paper concludes with some conclusions and proposals for action at both the primary and secondary regulatory levels.
La gestione dei crediti deteriorati: strumenti giuridici, best practices e possibili evoluzioni, anche alla luce del codice della crisi / Lorenzo Stanghellini. - In: IL DIRITTO FALLIMENTARE E DELLE SOCIETÀ COMMERCIALI. - ISSN 0391-5239. - STAMPA. - (2023), pp. 977-1014.
La gestione dei crediti deteriorati: strumenti giuridici, best practices e possibili evoluzioni, anche alla luce del codice della crisi
Lorenzo Stanghellini
2023
Abstract
Le modalità di gestione dei crediti deteriorati sono in forte evoluzione. Da un lato, le banche, destinatarie di regole formali e di indicazioni delle autorità di vigilanza, hanno esternalizzato o ceduto larga parte dei propri portafogli, inclusi i crediti ancora “vivi” (UTP), dall’altro si sono affermati i c.d. credit servicers, mossi da aspettative diverse da quelle della banca che ha originato il credito e soggetti a limiti operativi nel supportare la continuità aziendale e il risanamento del debitore, laddove ciò sia possibile. In quest’ottica, nella prima parte, il saggio offre una ricostruzione del complesso contesto normativo e regolamentare relativo alle esposizioni creditizie deteriorate. Nella seconda parte si effettua una ricognizione del ruolo dei credit servicers, evidenziando la possibile mancanza di incentivi e le difficoltà operative nel supportare la continuità aziendale del debitore. Si affronterà altresì la speciale disciplina prevista per i crediti garantiti dallo Stato. Nella terza e ultima parte sono prese in esame alcune best practices nella gestione delle attività finanziarie deteriorate, anche a fronte degli strumenti disciplinati dal Codice della crisi. Il saggio si conclude con alcuni spunti e proposte di intervento sia a livello di normativa primaria, sia a livello di normativa secondaria. The way in which non-performing loans are managed is evolving dramatically. On the one hand, banks, subject to formal rules and guidance from regulators, have outsourced or divested a large portion of their portfolios, including loans that are still “alive” (UTPs); on the other hand, so-called credit servicers have emerged, driven by expectations different from those of the bank that originated the loan and subject to operational constraints in supporting the debtor's business continuity and restructuring, where possible. Against this background, the first part of the paper provides an overview of the complex legal and regulatory environment related to impaired credit exposures. The second part examines the role of credit servicers, highlighting the possible lack of incentives and operational difficulties in supporting the debtor’s business continuity taking into account also the special rules for state-guaranteed loans. The third and final part examines some best practices in the management of non-performing financial assets, also in the light of the tools provided by the Italian Insolvency Code. The paper concludes with some conclusions and proposals for action at both the primary and secondary regulatory levels.File | Dimensione | Formato | |
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