La tesi affronta il tema delle croci dipinte in Sicilia tra il XIII, periodo a cui risalgono i primi esemplari della tipologia riscontrabili sul territorio, e il XV secolo, momento di massima espansione e originalità del fenomeno. La presente ricerca si è posta come obiettivo principale quello di effettuare uno studio tipologico, alla cui base vi è stata la ricognizione capillare delle croci dipinte in Sicilia nel periodo cronologico individuato. Sulla base delle segnalazioni della bibliografia pregressa si è dato avvio a una indagine sul campo volta all’esame ravvicinato delle opere, nonché all’acquisizione di riprese fotografiche, fondamentali per lo sviluppo delle riflessioni qui presentate. I risultati sono confluiti nel catalogo inserito nella quarta sezione della tesi: le cinquantuno schede, disposte in ordine cronologico, forniscono delle indicazioni riguardo l’autore, la collocazione, la datazione, i dati tecnici, le iscrizioni, la storia, l’iconografia, lo stato conservativo e la bibliografia aggiornata delle opere. Nel catalogo sono stati inclusi anche sette esemplari inediti o poco noti, rintracciati attraverso una rilettura metodica delle fonti e la consultazione di fototeche e banche dati. Il primo capitolo della tesi è stato dedicato a una rassegna analitica delle principali evoluzioni tipologiche delle croci dipinte. L’esame, coadiuvato dalla restituzione grafica dei profili delle opere approntata e inserita in appendice, ha permesso di cogliere i cambiamenti occorsi nel tempo, le fonti formali a cui attinsero i pittori locali e i principali centri di diffusione. L’analisi materiale dei manufatti ha consentito, inoltre, di mettere in luce le tecniche di lavorazione dell’oro, le peculiarità con cui venivano decorati i dipinti, la predilezione per ornati in gesso rilevato e la diffusione di particolari sistemi di incorniciatura. La seconda parte del capitolo è stata riservata all’indagine iconografica; mediante l’osservazione degli apparati sinottici delle immagini, predisposti e inseriti nelle tavole in appendice, si è dato avvio a un resoconto delle maggiori trasformazioni intervenute nel corso dei secoli nelle croci dipinte isolane, risalendo alla genesi dei motivi iconografici, da un punto di vista teologico e formale. Ampio spazio è stato destinato alla questione della nascita e della diffusione delle croci dipinte opistografe; passando al vaglio le proposte già formulate in sede critica, si è tentato di fornire una risposta organica al problema, ponendo in evidenza le possibili implicazioni liturgiche. Il secondo capitolo è stato orientato all’analisi filologico attributiva; in tale contesto si è avviato un processo di rilettura stilistica di molte opere censite, ricontestualizzandole nel panorama artistico locale. La ricostruzione dei rapporti che legano le diverse opere ha consentito di definirne meglio le coordinate culturali, di decodificarne le componenti formali e, quindi, di formulare nuove attribuzioni, restituire la fisionomia di pittori anonimi – intorno a cui è stato possibile raggruppare un numero circoscritto di opere– o proporre l’identificazione di artisti già noti in sede critica. In conclusione, nel terzo capitolo, si è scelto di affrontare la questione riguardante i contesti di provenienza e la funzione delle opere. Una breve premessa sul patrimonio perduto ha consentito di restituire un panorama più articolato del superstite, facendo riemergere alcuni casi di opere perdute o misconosciute. Si è quindi fornito un quadro sintetico sullo stato degli studi in relazione alla disposizione di questa tipologia di opere nelle chiese medievali proponendo, per il contesto isolano, un affondo su una serie di casi esemplari. Mediante la rilettura delle fonti e dei dati materiali si sono formulate delle ipotesi di allestimento su alcune delle opere più significative, analizzate in relazione ai loro contesti di provenienza, presentando una casistica che sembra confermare la predilezione, almeno per il Quattrocento, per un allestimento su trave. Nelle tavole in appendice è stato infine inserito lo schema sinottico in scala delle croci siciliane analizzate utile a ragionare sulle possibili collocazioni originarie. The thesis deals with the theme of painted crosses in Sicily between the 13th century, the period to which the first examples of the typology found in the territory date back, and the 15th century, the moment of maximum expansion and originality of the phenomenon. The main objective of the research was to carry out a typological study, the basis of which was a capillary recognition of crosses painted in Sicily in the identified chronological period. On the basis of reports from the previous bibliography, a field investigation was initiated aimed at a close examination of the works, as well as for the acquisition of photographs, which were fundamental for the development of the reflections presented. The results flowed into the catalogue included in the fourth section of the thesis: the fifty-one catalogue entries, arranged in chronological order, provide information about the author, location, dating, technical data, inscriptions, history, iconography, state of preservation and an up-to-date bibliography of the works. Also included in the catalogue are seven unpublished or little-known exemplars, tracked down through a methodical re-reading of sources and consultation of photo libraries and databases. The first chapter of the thesis was dedicated to an analytical review of the main typological evolutions of painted crosses. The examination, aided by the graphic rendering of the profiles of the works drafted and included in the appendix, made it possible to grasp the changes that occurred over time, the formal sources from which local painters drew and the main centres of diffusion. The material analysis of the artefacts also made it possible to highlight the techniques used to work with gold, the peculiarities with which the paintings were decorated, the predilection for relief plaster ornaments and the spread of particular framing systems. The second part of the chapter was reserved for the iconographic investigation. By observing the synoptic apparatuses of the images, prepared and included in the appendix tables, an account of the major transformations that occurred over the centuries in the island's painted crosses was initiated, tracing the genesis of the iconographic motifs, from a theological and formal point of view. Ample space was dedicated to the question of the birth and diffusion of opisthograph painted crosses; by examining the proposals already formulated in the criticism, an attempt was made to provide an organic response to the problem, highlighting the possible liturgical implications. The second chapter was oriented towards a philological attributive analysis; in this context, a process of stylistic re-reading of many of the works surveyed was undertaken, recontextualising them in the local artistic panorama. The reconstruction of the relationships linking the various works made it possible to better define their cultural coordinates, decode their formal components and thus formulate new attributions, restore the physiognomy of anonymous painters - around whom it was possible to group a limited number of works - or propose the identification of artists already known to the critics. In conclusion, in chapter three, the choice was made to address the question of the contexts of provenance and the function of the works. A brief introduction on the lost heritage provided a more articulated overview of the surviving works, bringing to light some cases of lost or misunderstood paintings. A brief outline of the state of studies in relation to the arrangement of this type of work in medieval churches was then provided, proposing, for the island context, a focus on a series of exemplary cases. By re-reading the sources and material data, hypotheses were formulated on the arrangement of some of the most significant works, analysed in relation to their contexts of origin, presenting a case history that seems to confirm the predilection, at least for the 15th century, for an arrangement on a beam. Finally, the appendix tables include a synoptic scale diagram of the Sicilian crosses analysed, useful for reasoning about their possible original locations.

Per un corpus delle croci dipinte in Sicilia: aspetti stilistici, iconografici e funzionali / Giulia Majolino. - (2024).

Per un corpus delle croci dipinte in Sicilia: aspetti stilistici, iconografici e funzionali

Giulia Majolino
2024

Abstract

La tesi affronta il tema delle croci dipinte in Sicilia tra il XIII, periodo a cui risalgono i primi esemplari della tipologia riscontrabili sul territorio, e il XV secolo, momento di massima espansione e originalità del fenomeno. La presente ricerca si è posta come obiettivo principale quello di effettuare uno studio tipologico, alla cui base vi è stata la ricognizione capillare delle croci dipinte in Sicilia nel periodo cronologico individuato. Sulla base delle segnalazioni della bibliografia pregressa si è dato avvio a una indagine sul campo volta all’esame ravvicinato delle opere, nonché all’acquisizione di riprese fotografiche, fondamentali per lo sviluppo delle riflessioni qui presentate. I risultati sono confluiti nel catalogo inserito nella quarta sezione della tesi: le cinquantuno schede, disposte in ordine cronologico, forniscono delle indicazioni riguardo l’autore, la collocazione, la datazione, i dati tecnici, le iscrizioni, la storia, l’iconografia, lo stato conservativo e la bibliografia aggiornata delle opere. Nel catalogo sono stati inclusi anche sette esemplari inediti o poco noti, rintracciati attraverso una rilettura metodica delle fonti e la consultazione di fototeche e banche dati. Il primo capitolo della tesi è stato dedicato a una rassegna analitica delle principali evoluzioni tipologiche delle croci dipinte. L’esame, coadiuvato dalla restituzione grafica dei profili delle opere approntata e inserita in appendice, ha permesso di cogliere i cambiamenti occorsi nel tempo, le fonti formali a cui attinsero i pittori locali e i principali centri di diffusione. L’analisi materiale dei manufatti ha consentito, inoltre, di mettere in luce le tecniche di lavorazione dell’oro, le peculiarità con cui venivano decorati i dipinti, la predilezione per ornati in gesso rilevato e la diffusione di particolari sistemi di incorniciatura. La seconda parte del capitolo è stata riservata all’indagine iconografica; mediante l’osservazione degli apparati sinottici delle immagini, predisposti e inseriti nelle tavole in appendice, si è dato avvio a un resoconto delle maggiori trasformazioni intervenute nel corso dei secoli nelle croci dipinte isolane, risalendo alla genesi dei motivi iconografici, da un punto di vista teologico e formale. Ampio spazio è stato destinato alla questione della nascita e della diffusione delle croci dipinte opistografe; passando al vaglio le proposte già formulate in sede critica, si è tentato di fornire una risposta organica al problema, ponendo in evidenza le possibili implicazioni liturgiche. Il secondo capitolo è stato orientato all’analisi filologico attributiva; in tale contesto si è avviato un processo di rilettura stilistica di molte opere censite, ricontestualizzandole nel panorama artistico locale. La ricostruzione dei rapporti che legano le diverse opere ha consentito di definirne meglio le coordinate culturali, di decodificarne le componenti formali e, quindi, di formulare nuove attribuzioni, restituire la fisionomia di pittori anonimi – intorno a cui è stato possibile raggruppare un numero circoscritto di opere– o proporre l’identificazione di artisti già noti in sede critica. In conclusione, nel terzo capitolo, si è scelto di affrontare la questione riguardante i contesti di provenienza e la funzione delle opere. Una breve premessa sul patrimonio perduto ha consentito di restituire un panorama più articolato del superstite, facendo riemergere alcuni casi di opere perdute o misconosciute. Si è quindi fornito un quadro sintetico sullo stato degli studi in relazione alla disposizione di questa tipologia di opere nelle chiese medievali proponendo, per il contesto isolano, un affondo su una serie di casi esemplari. Mediante la rilettura delle fonti e dei dati materiali si sono formulate delle ipotesi di allestimento su alcune delle opere più significative, analizzate in relazione ai loro contesti di provenienza, presentando una casistica che sembra confermare la predilezione, almeno per il Quattrocento, per un allestimento su trave. Nelle tavole in appendice è stato infine inserito lo schema sinottico in scala delle croci siciliane analizzate utile a ragionare sulle possibili collocazioni originarie. The thesis deals with the theme of painted crosses in Sicily between the 13th century, the period to which the first examples of the typology found in the territory date back, and the 15th century, the moment of maximum expansion and originality of the phenomenon. The main objective of the research was to carry out a typological study, the basis of which was a capillary recognition of crosses painted in Sicily in the identified chronological period. On the basis of reports from the previous bibliography, a field investigation was initiated aimed at a close examination of the works, as well as for the acquisition of photographs, which were fundamental for the development of the reflections presented. The results flowed into the catalogue included in the fourth section of the thesis: the fifty-one catalogue entries, arranged in chronological order, provide information about the author, location, dating, technical data, inscriptions, history, iconography, state of preservation and an up-to-date bibliography of the works. Also included in the catalogue are seven unpublished or little-known exemplars, tracked down through a methodical re-reading of sources and consultation of photo libraries and databases. The first chapter of the thesis was dedicated to an analytical review of the main typological evolutions of painted crosses. The examination, aided by the graphic rendering of the profiles of the works drafted and included in the appendix, made it possible to grasp the changes that occurred over time, the formal sources from which local painters drew and the main centres of diffusion. The material analysis of the artefacts also made it possible to highlight the techniques used to work with gold, the peculiarities with which the paintings were decorated, the predilection for relief plaster ornaments and the spread of particular framing systems. The second part of the chapter was reserved for the iconographic investigation. By observing the synoptic apparatuses of the images, prepared and included in the appendix tables, an account of the major transformations that occurred over the centuries in the island's painted crosses was initiated, tracing the genesis of the iconographic motifs, from a theological and formal point of view. Ample space was dedicated to the question of the birth and diffusion of opisthograph painted crosses; by examining the proposals already formulated in the criticism, an attempt was made to provide an organic response to the problem, highlighting the possible liturgical implications. The second chapter was oriented towards a philological attributive analysis; in this context, a process of stylistic re-reading of many of the works surveyed was undertaken, recontextualising them in the local artistic panorama. The reconstruction of the relationships linking the various works made it possible to better define their cultural coordinates, decode their formal components and thus formulate new attributions, restore the physiognomy of anonymous painters - around whom it was possible to group a limited number of works - or propose the identification of artists already known to the critics. In conclusion, in chapter three, the choice was made to address the question of the contexts of provenance and the function of the works. A brief introduction on the lost heritage provided a more articulated overview of the surviving works, bringing to light some cases of lost or misunderstood paintings. A brief outline of the state of studies in relation to the arrangement of this type of work in medieval churches was then provided, proposing, for the island context, a focus on a series of exemplary cases. By re-reading the sources and material data, hypotheses were formulated on the arrangement of some of the most significant works, analysed in relation to their contexts of origin, presenting a case history that seems to confirm the predilection, at least for the 15th century, for an arrangement on a beam. Finally, the appendix tables include a synoptic scale diagram of the Sicilian crosses analysed, useful for reasoning about their possible original locations.
2024
Andrea De Marchi
Giulia Majolino
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Descrizione: Giulia Majolino, Per un corpus delle croci dipinte in Sicilia dal XIII al XV secolo
Tipologia: Tesi di dottorato
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