Introduzione Il tumore del polmone è la principale causa di morte per cancro nel mondo. Gli inibitori del checkpoint immunitario (ICIs) hanno rivoluzionato il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). Tuttavia il beneficio dell’immunoterapia rimane limitata a circa il 20-30% dei pazienti trattati con ICIs. Ad oggi, sono pochi i bio-marcatori di risposta agli ICIs disponibili in pratica clinica. Scopo della tesi e disegno dello studio Scopo del progetto è stato quello di valutare il profilo immunitario dei pazienti con NSCLC avanzato trattati con ICIs per identificare nuovi bio-marcatori potenzialmente predittivi di risposta all’immunoterapia. Si tratta di uno studio osservazionale retro-prospettico condotto su 30 pazienti con NSCLC avanzato, in progressione alla chemioterapia, trattati con l’anti-PD1 nivolumab presso l’Oncologia Medica dell’AOU-Careggi di Firenze. Metodi Su prelievi di sangue periferico effettuati al basale ed in corso di trattamento (2 e 8 mesi) è stato valutato il profilo immunologico di ciascun paziente tramite metodica di citometria a flusso. Sono stati analizzati i seguenti parametri immunologici: la frequenza delle sottopopolazioni linfo-monocitarie (PBMNCs); l’espressione delle molecole del checkpoint immunitario sulle popolazioni linfocitarie; il potenziale citotossico (espressione intracellualre di granzima e perforina) e il profilo di produzione citochinico dopo stimolazione policlonale in vitro delle sottopopolazioni linfocitarie. Una coorte d’archivio di 19 donatori sani è servita come popolazione di controllo. Risultati Al basale, la frequenza di cellule PD1+ nei linfociti T CD4+ e CD16+ è maggiore nei pazienti rispetto ai sani (22.86%±2.31 vs 17.07%±1.36, p=0,038 e 4.74%±1.00 vs 2.33%±0.51, p=0.039, rispettivamente); anche le cellule PD-L1+ e CTLA-4+ sono significativamente più numerose in tutte le sottopopolazioni (CD4+, CD8+, CD16+ e CD4-CD8-) dei pazienti in studio. La frequenza di cellule granzima A+ è più bassa nei pazienti, sia per le cellule NK (77.13%±3.28 vs 89.55%±1.03, p<0.001) che per le cellule CD4+ (p=0.068), mentre una tendenza opposta è stata descritta per i linfociti T CD8+ (p=0.076); similmente la perforina è espressa a livelli più alti nei CD8+ dei pazienti (58.43%±4.64 vs 37.93%±3.01, p<0.001) e nei controlli per le cellule NK (72.03%±4.01 vs 86.84%±1.30, p=0.001) e le T CD4+ (p=0.377). Nei pazienti le cellule T CD4+ ed NK produttrici di IFN-γ sono inferiori per frequenza (18.48%±1.69 vs 26.11%±1.52; p=0.002 e 56.49%±4.47 vs 74.18%±2.30, p=0.001, rispettivamente); al contrario, la frequenza di cellule produttrici IL-2 e TNF-α è più alta nei CD4+ dei pazienti vs i sani (63.39%±2.68 vs 40.64%±1.99; p<0.001 e 32.67%±3.31 vs 24.10%±2.36, p=0,039, rispettivamente). Nella correlazione con la risposta al trattamento è emerso che i livelli di monociti (CD14+) e di linfociti T (CD3+) sono maggiori nei responders vs i non-reponders alla terapia e che esiste una correlazione significativa tra il numero di monociti e il tempo alla progressione (p=0.05-0.01). I pazienti early non-responders hanno un maggior numero di cellule CD3+CD8-CD4- (vs responders e late non-responders: p= 0.15; vs controlli: p<0.01) e di cellule CD8+PD1+ (vs responders: p=0.05; vs controlli p=0.01). La frequenza di linfociti T-reg (CD4+CD25+Foxp3+) è risultata maggiore nei pazienti sia responders (p=0.04) che non-responders (p=0.08) vs i controlli. Nei non responders i livelli di IL-2 dei linfociti CD4+ e CD8+ e di TNF-α dei linfociti CD4+ sono significativamente maggiori rispetto ai sani (p<0.05) ed inoltre la produzione di IL-2 dei linfociti correla negativamente con il tempo alla progressione. Con le valutazioni longitudinali è emerso che nei responders il numero dei linfociti CD3+ e monociti CD14+ si riduce significativamente a 8 mesi rispetto al basale (p<0.001 e p<0.05, rispettivamente); l’espressione di PD-1 nelle sottopopolazioni linfocitarie (T CD8+, CD4+, CD4-CD8-) diminuisce significativamente in corso di trattamento, sia nei responders che nei non responders; c’è un aumento di produzione di IFN-γ nella maggior parte delle sottopopolazioni linfocitarie: significativo nelle cellule T CD4-CD8- e NK, e come trend positivo per le cellule CD4+ e CD8+. L'espressione di PD-L1 sui linfociti T CD4+ è risultata negativamente correlata alla PFS (95% CI: 1.06-5.83, p=0.038) e alla OS (95% CI: 1.27-9.11, p=0.015), mentre l'espressione di PD-L1 sulle cellule NK CD16+ correla negativamente con l'OS (95% CI: 1.02-1.36, p=0.030). La produzione di IFN-γ+ nelle cellule NK correla con una minor sopravvivenza globale (p=0.071); similmente i linfociti T CD8+IFN-γ+ si associano a minor OS (p=0.077) e i linfociti T CD4+IFN-γ+, CD8+IFN-γ+ e CD8+IL2+ correlano con minore PFS (p=0.076, p=0.086 e p=0.058 rispettivamente). Infine l'espressione di granzima A sulle cellule NK correla con una miglior PFS (p=0.057) nei pazienti. Conclusione Lo studio ha riportato un diverso pattern immunologico nell'espressione delle sottopopolazioni linfocitarie, nella produzione di citochine e di molecole citotossiche, in pazienti affetti da NSCLC in stadio avanzato rispetto ai controlli sani. Inoltre lo studio suggerisce come tale profilo immuno-fenotipico potrebbe essere predittivo di risposta al trattamento con gli ICIs e prognostico per gli outcomes di sopravvivenza. Saranno necessari futuri studi prospettici con casistica più ampia per convalidare i risultati più significativi ottenuti nel progetto.

Identification of predictive biomarkers of clinical benefits to immunotherapy in pre-treated advanced non-small cell lung cancer: a retrospective observational study / F. Mazzoni, L. Maggi, L. Cosmi, P. Petreni, L. Boni, E. Caliman, M. M. Mela, A. Mazzoni, M. Capone, S. Pillozzi, F. Annunziato, L. Antonuzzo, F. Liotta. - (2024).

Identification of predictive biomarkers of clinical benefits to immunotherapy in pre-treated advanced non-small cell lung cancer: a retrospective observational study

F. Mazzoni;L. Maggi;L. Cosmi;E. Caliman;A. Mazzoni;M. Capone;S. Pillozzi;F. Annunziato;L. Antonuzzo;F. Liotta
2024

Abstract

Introduzione Il tumore del polmone è la principale causa di morte per cancro nel mondo. Gli inibitori del checkpoint immunitario (ICIs) hanno rivoluzionato il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). Tuttavia il beneficio dell’immunoterapia rimane limitata a circa il 20-30% dei pazienti trattati con ICIs. Ad oggi, sono pochi i bio-marcatori di risposta agli ICIs disponibili in pratica clinica. Scopo della tesi e disegno dello studio Scopo del progetto è stato quello di valutare il profilo immunitario dei pazienti con NSCLC avanzato trattati con ICIs per identificare nuovi bio-marcatori potenzialmente predittivi di risposta all’immunoterapia. Si tratta di uno studio osservazionale retro-prospettico condotto su 30 pazienti con NSCLC avanzato, in progressione alla chemioterapia, trattati con l’anti-PD1 nivolumab presso l’Oncologia Medica dell’AOU-Careggi di Firenze. Metodi Su prelievi di sangue periferico effettuati al basale ed in corso di trattamento (2 e 8 mesi) è stato valutato il profilo immunologico di ciascun paziente tramite metodica di citometria a flusso. Sono stati analizzati i seguenti parametri immunologici: la frequenza delle sottopopolazioni linfo-monocitarie (PBMNCs); l’espressione delle molecole del checkpoint immunitario sulle popolazioni linfocitarie; il potenziale citotossico (espressione intracellualre di granzima e perforina) e il profilo di produzione citochinico dopo stimolazione policlonale in vitro delle sottopopolazioni linfocitarie. Una coorte d’archivio di 19 donatori sani è servita come popolazione di controllo. Risultati Al basale, la frequenza di cellule PD1+ nei linfociti T CD4+ e CD16+ è maggiore nei pazienti rispetto ai sani (22.86%±2.31 vs 17.07%±1.36, p=0,038 e 4.74%±1.00 vs 2.33%±0.51, p=0.039, rispettivamente); anche le cellule PD-L1+ e CTLA-4+ sono significativamente più numerose in tutte le sottopopolazioni (CD4+, CD8+, CD16+ e CD4-CD8-) dei pazienti in studio. La frequenza di cellule granzima A+ è più bassa nei pazienti, sia per le cellule NK (77.13%±3.28 vs 89.55%±1.03, p<0.001) che per le cellule CD4+ (p=0.068), mentre una tendenza opposta è stata descritta per i linfociti T CD8+ (p=0.076); similmente la perforina è espressa a livelli più alti nei CD8+ dei pazienti (58.43%±4.64 vs 37.93%±3.01, p<0.001) e nei controlli per le cellule NK (72.03%±4.01 vs 86.84%±1.30, p=0.001) e le T CD4+ (p=0.377). Nei pazienti le cellule T CD4+ ed NK produttrici di IFN-γ sono inferiori per frequenza (18.48%±1.69 vs 26.11%±1.52; p=0.002 e 56.49%±4.47 vs 74.18%±2.30, p=0.001, rispettivamente); al contrario, la frequenza di cellule produttrici IL-2 e TNF-α è più alta nei CD4+ dei pazienti vs i sani (63.39%±2.68 vs 40.64%±1.99; p<0.001 e 32.67%±3.31 vs 24.10%±2.36, p=0,039, rispettivamente). Nella correlazione con la risposta al trattamento è emerso che i livelli di monociti (CD14+) e di linfociti T (CD3+) sono maggiori nei responders vs i non-reponders alla terapia e che esiste una correlazione significativa tra il numero di monociti e il tempo alla progressione (p=0.05-0.01). I pazienti early non-responders hanno un maggior numero di cellule CD3+CD8-CD4- (vs responders e late non-responders: p= 0.15; vs controlli: p<0.01) e di cellule CD8+PD1+ (vs responders: p=0.05; vs controlli p=0.01). La frequenza di linfociti T-reg (CD4+CD25+Foxp3+) è risultata maggiore nei pazienti sia responders (p=0.04) che non-responders (p=0.08) vs i controlli. Nei non responders i livelli di IL-2 dei linfociti CD4+ e CD8+ e di TNF-α dei linfociti CD4+ sono significativamente maggiori rispetto ai sani (p<0.05) ed inoltre la produzione di IL-2 dei linfociti correla negativamente con il tempo alla progressione. Con le valutazioni longitudinali è emerso che nei responders il numero dei linfociti CD3+ e monociti CD14+ si riduce significativamente a 8 mesi rispetto al basale (p<0.001 e p<0.05, rispettivamente); l’espressione di PD-1 nelle sottopopolazioni linfocitarie (T CD8+, CD4+, CD4-CD8-) diminuisce significativamente in corso di trattamento, sia nei responders che nei non responders; c’è un aumento di produzione di IFN-γ nella maggior parte delle sottopopolazioni linfocitarie: significativo nelle cellule T CD4-CD8- e NK, e come trend positivo per le cellule CD4+ e CD8+. L'espressione di PD-L1 sui linfociti T CD4+ è risultata negativamente correlata alla PFS (95% CI: 1.06-5.83, p=0.038) e alla OS (95% CI: 1.27-9.11, p=0.015), mentre l'espressione di PD-L1 sulle cellule NK CD16+ correla negativamente con l'OS (95% CI: 1.02-1.36, p=0.030). La produzione di IFN-γ+ nelle cellule NK correla con una minor sopravvivenza globale (p=0.071); similmente i linfociti T CD8+IFN-γ+ si associano a minor OS (p=0.077) e i linfociti T CD4+IFN-γ+, CD8+IFN-γ+ e CD8+IL2+ correlano con minore PFS (p=0.076, p=0.086 e p=0.058 rispettivamente). Infine l'espressione di granzima A sulle cellule NK correla con una miglior PFS (p=0.057) nei pazienti. Conclusione Lo studio ha riportato un diverso pattern immunologico nell'espressione delle sottopopolazioni linfocitarie, nella produzione di citochine e di molecole citotossiche, in pazienti affetti da NSCLC in stadio avanzato rispetto ai controlli sani. Inoltre lo studio suggerisce come tale profilo immuno-fenotipico potrebbe essere predittivo di risposta al trattamento con gli ICIs e prognostico per gli outcomes di sopravvivenza. Saranno necessari futuri studi prospettici con casistica più ampia per convalidare i risultati più significativi ottenuti nel progetto.
2024
Lorenzo Antonuzzo
F. Mazzoni, L. Maggi, L. Cosmi, P. Petreni, L. Boni, E. Caliman, M. M. Mela, A. Mazzoni, M. Capone, S. Pillozzi, F. Annunziato, L. Antonuzzo, F. Liott...espandi
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