La raccolta epistolare del senatore e oratore romano Quinto Aurelio Simmaco, composta da oltre 900 missive tramandate in 10 libri, è una delle più vaste corrispondenze della tarda antichità e rappresenta una fonte di inestimabile valore per la temperie della seconda metà del IV secolo così da essere stata oggetto di numerosi studi sistematici, tra i quali la serie dei commenti storici con traduzione italiana ideata da Lellia Cracco Ruggini e pubblicata per Giardini tra il 1981 e il 2002 da cui sono rimasti esclusi i libri I, VII e VIII. Se il contributo di Michele Salzman ha fornito nel 2011 un utile commento al libro I, il presente lavoro propone un’indagine esaustiva (introduzione, traduzione italiana e commento) sulle epistole dei libri VII e VIII, i soli rimasti quasi del tutto privi di indagini storiche mirate. Diversamente dai precedenti commenti, che si sono concentrati sull’analisi di un singolo libro, si è scelto di comprendere in unico lavoro due diversi blocchi dell’epistolario, seppur considerevolmente differenti l’uno dall’altro nella struttura: il libro VII è costituito da un coeso gruppo di 131 missive organizzate in base ai 14 destinatari e risalenti, eccetto due casi, agli ultimi anni della vita di Simmaco, tra la fine del 395 e il 402, mentre l’VIII si compone di 75 missive rivolte confusamente a 52 diverse personalità e raramente databili con certezza. La parte introduttiva è stata suddivisa in tre sezioni: una prima di carattere generale è dedicata alle strategie di ordinamento dell’intero epistolario e al processo editoriale sottostante con la formulazione di una nuova ipotesi che giustifichi la difformità strutturale tra i libri VII e VIII a partire dalle subscriptiones presenti nelle edizioni rinascimentali della corrispondenza dell’oratore; l’introduzione specifica per il libro VII ricostruisce l’omogeneo contesto cronologico e pone l’attenzione sulla multiforme immagine che Simmaco tramanda di se stesso; infine, il libro VIII è introdotto dando particolare rilievo alla vasta presenza di brevi epistulae salutatoriae, che potrebbe essere motivata dalla volontà dell’editore dell’ultima parte della raccolta di presentare un rassegna delle norme dell’officium amicitiae. Successivamente, oltre all’analisi delle singole missive, organizzata per lemmi relativi ad argomenti di carattere prosopografico, storico e topografico, si è dato ampio spazio alla ricostruzione dei vari destinatari simmachiani, da un eminente membro dell’entourage di Flavio Stilicone, come Flavio Macrobio Longiniano ad oscuri personaggi altrimenti ignoti.

Commento storico ai libri VII e VIII dell’epistolario di Q. Aurelio Simmaco. Introduzione, testo, traduzione, commento storico / Maria Lubello. - (2024).

Commento storico ai libri VII e VIII dell’epistolario di Q. Aurelio Simmaco. Introduzione, testo, traduzione, commento storico

Maria Lubello
2024

Abstract

La raccolta epistolare del senatore e oratore romano Quinto Aurelio Simmaco, composta da oltre 900 missive tramandate in 10 libri, è una delle più vaste corrispondenze della tarda antichità e rappresenta una fonte di inestimabile valore per la temperie della seconda metà del IV secolo così da essere stata oggetto di numerosi studi sistematici, tra i quali la serie dei commenti storici con traduzione italiana ideata da Lellia Cracco Ruggini e pubblicata per Giardini tra il 1981 e il 2002 da cui sono rimasti esclusi i libri I, VII e VIII. Se il contributo di Michele Salzman ha fornito nel 2011 un utile commento al libro I, il presente lavoro propone un’indagine esaustiva (introduzione, traduzione italiana e commento) sulle epistole dei libri VII e VIII, i soli rimasti quasi del tutto privi di indagini storiche mirate. Diversamente dai precedenti commenti, che si sono concentrati sull’analisi di un singolo libro, si è scelto di comprendere in unico lavoro due diversi blocchi dell’epistolario, seppur considerevolmente differenti l’uno dall’altro nella struttura: il libro VII è costituito da un coeso gruppo di 131 missive organizzate in base ai 14 destinatari e risalenti, eccetto due casi, agli ultimi anni della vita di Simmaco, tra la fine del 395 e il 402, mentre l’VIII si compone di 75 missive rivolte confusamente a 52 diverse personalità e raramente databili con certezza. La parte introduttiva è stata suddivisa in tre sezioni: una prima di carattere generale è dedicata alle strategie di ordinamento dell’intero epistolario e al processo editoriale sottostante con la formulazione di una nuova ipotesi che giustifichi la difformità strutturale tra i libri VII e VIII a partire dalle subscriptiones presenti nelle edizioni rinascimentali della corrispondenza dell’oratore; l’introduzione specifica per il libro VII ricostruisce l’omogeneo contesto cronologico e pone l’attenzione sulla multiforme immagine che Simmaco tramanda di se stesso; infine, il libro VIII è introdotto dando particolare rilievo alla vasta presenza di brevi epistulae salutatoriae, che potrebbe essere motivata dalla volontà dell’editore dell’ultima parte della raccolta di presentare un rassegna delle norme dell’officium amicitiae. Successivamente, oltre all’analisi delle singole missive, organizzata per lemmi relativi ad argomenti di carattere prosopografico, storico e topografico, si è dato ampio spazio alla ricostruzione dei vari destinatari simmachiani, da un eminente membro dell’entourage di Flavio Stilicone, come Flavio Macrobio Longiniano ad oscuri personaggi altrimenti ignoti.
2024
Giovanni Alberto Cecconi
Maria Lubello
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