La memoria è la funzione psichica di riprodurre nella mente un’esperienza passata, foss’anche solo composta di immagini o sensazioni, di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio e nel tempo. Un disegno può fissare un’idea, concretizza un pensiero, rendere tangibile e reale un prodotto della mente, può diventare testimonianza tramandabile persino di un effimero percorso creativo. L’uomo crea e distrugge, può quindi succedere che una immagine o un disegno diventino testimonianza di qualcosa che non è più percepibile, irrimediabilmente perduto: accade che la memoria di un manufat- to si affidi solo alla sua rappresentazione grafica. Degli innumerevoli edifici estinti nel corso dei secoli, tra le tante architetture scomparse che rivivono nella nostra memoria attraverso la loro rappresen- tazione grafica, abbiamo esaminato i disegni di due piante databili tra la fine del XV secolo e gli inizi del successivo, attribuiti ai fratelli da Sangallo Giuliano o Antonio o comunque alla loro cerchia; molto probabilmente rappresentano la chiesa agostiniana, a navata unica e cappelle laterali, intitolata al monaco eremita San Gallo. L’edificio sacro, realizzato a Firenze appena fuori le mura arnolfiane, nelle immediate vicinanze dell’omonima porta, venne purtroppo distrutto dagli stessi fiorentini tra il 1529 e il 1530, durante l’assedio che Carlo V cinse alla città. Esaminando i disegni delle due piante abbiamo ipotizzato alcune possibili ricostruzioni, planimetriche e in alzato, considerando e raffrontando alcuni edifici coevi progettati dai Sangallo o comunque realizzati in quell’ambito post brunelleschiano che caratterizza le architetture ecclesiastiche fiorentine tra Quattrocento e Cinquecento.
La distrutta Chiesa di San Gallo a Firenze: la memoria nei disegni / Scalzo, M.; Ricci, Y.. - STAMPA. - (2024), pp. 3669-3692. (Intervento presentato al convegno Misura/Dismisura - Ideare Conoscere Narrare tenutosi a Padova-Venezia nel 12-14 settembre 2024).
La distrutta Chiesa di San Gallo a Firenze: la memoria nei disegni
Scalzo, M.
;Ricci, Y.
2024
Abstract
La memoria è la funzione psichica di riprodurre nella mente un’esperienza passata, foss’anche solo composta di immagini o sensazioni, di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio e nel tempo. Un disegno può fissare un’idea, concretizza un pensiero, rendere tangibile e reale un prodotto della mente, può diventare testimonianza tramandabile persino di un effimero percorso creativo. L’uomo crea e distrugge, può quindi succedere che una immagine o un disegno diventino testimonianza di qualcosa che non è più percepibile, irrimediabilmente perduto: accade che la memoria di un manufat- to si affidi solo alla sua rappresentazione grafica. Degli innumerevoli edifici estinti nel corso dei secoli, tra le tante architetture scomparse che rivivono nella nostra memoria attraverso la loro rappresen- tazione grafica, abbiamo esaminato i disegni di due piante databili tra la fine del XV secolo e gli inizi del successivo, attribuiti ai fratelli da Sangallo Giuliano o Antonio o comunque alla loro cerchia; molto probabilmente rappresentano la chiesa agostiniana, a navata unica e cappelle laterali, intitolata al monaco eremita San Gallo. L’edificio sacro, realizzato a Firenze appena fuori le mura arnolfiane, nelle immediate vicinanze dell’omonima porta, venne purtroppo distrutto dagli stessi fiorentini tra il 1529 e il 1530, durante l’assedio che Carlo V cinse alla città. Esaminando i disegni delle due piante abbiamo ipotizzato alcune possibili ricostruzioni, planimetriche e in alzato, considerando e raffrontando alcuni edifici coevi progettati dai Sangallo o comunque realizzati in quell’ambito post brunelleschiano che caratterizza le architetture ecclesiastiche fiorentine tra Quattrocento e Cinquecento.File | Dimensione | Formato | |
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