Le multiformi declinazioni della recitazione della Divina Commedia sono legate a doppio filo con l’intrinseca performatività dell’opera e con il suo plurisecolare consumo orale-aurale. La monografia indaga la stretta connessione tra il teatro e il poema dell’Alighieri, dal Settecento ai giorni nostri, seguendo il fil rouge dell’oralità. Attraverso uno studio organico e interdisciplinare si prova a ricostruire le origini, le cause e le specifiche modalità di fruizione del fenomeno con uno sguardo volto all’indietro, vale a dire a una possibile storia della fortuna recitativa delle tre cantiche a partire dal Medioevo, e uno in avanti, cioè ai recitals e alle messinscene del Novecento e dei primi vent’anni del nuovo millennio. Nel corso dei secoli il testo dantesco ha infatti ispirato una composita categoria di intrattenitori – non solo improvvisatori e fini dicitori, ma anche esuli mazziniani, Grandi Attori e mattatori – contribuendo al rinnovamento delle forme espressive tradizionali e all’invenzione di nuove prassi esecutive. Con l’avvicinarsi alla contemporaneità saranno poi gli spettacoli di regia, il teatro di avanguardia e i monologhi divulgativo-narrativi a ravvivare le doti comunicative e rigenerative delle terzine di Dante. || The multifaceted declinations of the recitation of the Divine Comedy are intertwined with the work's intrinsic performativity and its centuries-old oral-aural consumption. This monograph investigates the close connection between theater and Alighieri’s poem, from the 18th century to the present day, following the common thread of orality. The study, through an organic and interdisciplinary approach, attempts to reconstruct the origins, causes and specific modes of enjoyment of the phenomenon with one look backward, that is, at a possible history of the acting fortunes of the three canticles since the Middle Ages, and one forward, that is, at the recitals and stagings of the twentieth century and the first two decades of the new millennium. Indeed, over the centuries, Dante’s text has inspired a composite category of entertainers – not only improvisers and ‘fini dicitori’, but also Mazzinian exiles, Great Actors and ‘mattatori’ – contributing to the renewal of traditional forms of expression and the invention of new performance practices. As they approached contemporary times, it would then be directorial performances, avant-garde theater and popular-narrative monologues that revived the communicative and regenerative qualities of Dante’s tercets.
Dante in scena. Itinerari performativi della Commedia (secoli XVIII-XXI) / Andrea Simone. - STAMPA. - (2024).
Dante in scena. Itinerari performativi della Commedia (secoli XVIII-XXI)
Andrea Simone
2024
Abstract
Le multiformi declinazioni della recitazione della Divina Commedia sono legate a doppio filo con l’intrinseca performatività dell’opera e con il suo plurisecolare consumo orale-aurale. La monografia indaga la stretta connessione tra il teatro e il poema dell’Alighieri, dal Settecento ai giorni nostri, seguendo il fil rouge dell’oralità. Attraverso uno studio organico e interdisciplinare si prova a ricostruire le origini, le cause e le specifiche modalità di fruizione del fenomeno con uno sguardo volto all’indietro, vale a dire a una possibile storia della fortuna recitativa delle tre cantiche a partire dal Medioevo, e uno in avanti, cioè ai recitals e alle messinscene del Novecento e dei primi vent’anni del nuovo millennio. Nel corso dei secoli il testo dantesco ha infatti ispirato una composita categoria di intrattenitori – non solo improvvisatori e fini dicitori, ma anche esuli mazziniani, Grandi Attori e mattatori – contribuendo al rinnovamento delle forme espressive tradizionali e all’invenzione di nuove prassi esecutive. Con l’avvicinarsi alla contemporaneità saranno poi gli spettacoli di regia, il teatro di avanguardia e i monologhi divulgativo-narrativi a ravvivare le doti comunicative e rigenerative delle terzine di Dante. || The multifaceted declinations of the recitation of the Divine Comedy are intertwined with the work's intrinsic performativity and its centuries-old oral-aural consumption. This monograph investigates the close connection between theater and Alighieri’s poem, from the 18th century to the present day, following the common thread of orality. The study, through an organic and interdisciplinary approach, attempts to reconstruct the origins, causes and specific modes of enjoyment of the phenomenon with one look backward, that is, at a possible history of the acting fortunes of the three canticles since the Middle Ages, and one forward, that is, at the recitals and stagings of the twentieth century and the first two decades of the new millennium. Indeed, over the centuries, Dante’s text has inspired a composite category of entertainers – not only improvisers and ‘fini dicitori’, but also Mazzinian exiles, Great Actors and ‘mattatori’ – contributing to the renewal of traditional forms of expression and the invention of new performance practices. As they approached contemporary times, it would then be directorial performances, avant-garde theater and popular-narrative monologues that revived the communicative and regenerative qualities of Dante’s tercets.File | Dimensione | Formato | |
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