Le modalità di gestione dei crediti deteriorati sono in forte evoluzione. Da un lato, le banche, destinatarie di regole formali e di indicazioni delle autorità di vigilanza, hanno esternalizzato o ceduto larga parte dei propri portafogli, inclusi i crediti ancora “vivi” (UTP), dall’altro si sono affermati i c.d. credit servicers, mossi da aspettative diverse da quelle della banca che ha originato il credito e soggetti a limiti operativi nel supportare la continuità aziendale e il risanamento del debitore, laddove ciò sia possibile. In quest’ottica, nella prima parte, il saggio offre una ricostruzione del complesso contesto normativo e regolamentare relativo alle esposizioni creditizie deteriorate. Nella seconda parte si effettua una ricognizione del ruolo dei credit servicers, evidenziando la possibile mancanza di incentivi e le difficoltà operative nel supportare la continuità aziendale del debitore. Si affronterà altresì la speciale disciplina prevista per i crediti garantiti dallo Stato. Nella terza e ultima parte sono prese in esame alcune best practices nella gestione delle attività finanziarie deteriorate, anche a fronte degli strumenti disciplinati dal Codice della crisi. Il saggio si conclude con alcuni spunti e proposte di intervento sia a livello di normativa primaria, sia a livello di normativa secondaria.
La gestione dei crediti deteriorati: strumenti giuridici, best practices e possibili evoluzioni, anche alla luce del Codice della crisi / Lorenzo Stanghellini; Niccolo' Usai. - In: IL DIRITTO FALLIMENTARE E DELLE SOCIETÀ COMMERCIALI. - ISSN 0391-5239. - STAMPA. - (2023), pp. 977-1014.
La gestione dei crediti deteriorati: strumenti giuridici, best practices e possibili evoluzioni, anche alla luce del Codice della crisi
Lorenzo Stanghellini;Niccolo' Usai
2023
Abstract
Le modalità di gestione dei crediti deteriorati sono in forte evoluzione. Da un lato, le banche, destinatarie di regole formali e di indicazioni delle autorità di vigilanza, hanno esternalizzato o ceduto larga parte dei propri portafogli, inclusi i crediti ancora “vivi” (UTP), dall’altro si sono affermati i c.d. credit servicers, mossi da aspettative diverse da quelle della banca che ha originato il credito e soggetti a limiti operativi nel supportare la continuità aziendale e il risanamento del debitore, laddove ciò sia possibile. In quest’ottica, nella prima parte, il saggio offre una ricostruzione del complesso contesto normativo e regolamentare relativo alle esposizioni creditizie deteriorate. Nella seconda parte si effettua una ricognizione del ruolo dei credit servicers, evidenziando la possibile mancanza di incentivi e le difficoltà operative nel supportare la continuità aziendale del debitore. Si affronterà altresì la speciale disciplina prevista per i crediti garantiti dallo Stato. Nella terza e ultima parte sono prese in esame alcune best practices nella gestione delle attività finanziarie deteriorate, anche a fronte degli strumenti disciplinati dal Codice della crisi. Il saggio si conclude con alcuni spunti e proposte di intervento sia a livello di normativa primaria, sia a livello di normativa secondaria.File | Dimensione | Formato | |
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