Il breve saggio, che accompagna la traduzione di un romanzo del noto scrittore del Novecento ungherese Sándor Márai, riflette sulla peculiare dimensione dell'esilio nella rappresentazione letteraria che, con forti elementi di autobiografismo, emerge in quest'opera narrativa. Il tratto che lo scrittore rende evidente è quello della perdita dell'identità anche attraverso la registrazione, da parte delle autorità di polizia, dei nomi dei profughi senza gli accenti o altri segni diacritici, che dovrebbero necessariamente apparire, cme ultimo stadio di una spoliazione seguente e conseguente all'emigrazione forzata, all'esilio, alla scelta di abbandonare la propria patria. *** The short essay, which is the afterword to the translation of a novel by the famous Hungarian writer of the twentieth century Sándor Márai, reflects on the peculiar dimension of exile in literary representation that, with strong elements of autobiography, emerges in this narrative work. The writer makes evident the loss of identity also through the registration, by the police authorities, of the names of the refugees without accents or other diacritical marks, which should necessarily appear, as the last stage of a "spoliation" consequent to forced emigration, exile, the choice to abandon the homeland.
Márai e l'identità diacritica / Sciacovelli A. - STAMPA. - (2010), pp. 339-346.
Márai e l'identità diacritica
Sciacovelli A
2010
Abstract
Il breve saggio, che accompagna la traduzione di un romanzo del noto scrittore del Novecento ungherese Sándor Márai, riflette sulla peculiare dimensione dell'esilio nella rappresentazione letteraria che, con forti elementi di autobiografismo, emerge in quest'opera narrativa. Il tratto che lo scrittore rende evidente è quello della perdita dell'identità anche attraverso la registrazione, da parte delle autorità di polizia, dei nomi dei profughi senza gli accenti o altri segni diacritici, che dovrebbero necessariamente apparire, cme ultimo stadio di una spoliazione seguente e conseguente all'emigrazione forzata, all'esilio, alla scelta di abbandonare la propria patria. *** The short essay, which is the afterword to the translation of a novel by the famous Hungarian writer of the twentieth century Sándor Márai, reflects on the peculiar dimension of exile in literary representation that, with strong elements of autobiography, emerges in this narrative work. The writer makes evident the loss of identity also through the registration, by the police authorities, of the names of the refugees without accents or other diacritical marks, which should necessarily appear, as the last stage of a "spoliation" consequent to forced emigration, exile, the choice to abandon the homeland.File | Dimensione | Formato | |
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