L’ipotesi di partenza di questo saggio è il concetto di “società del controllo”, che, secondo Deleuze, sfrutta le risorse digitali del linguaggio. In quanto parte di questo sistema, siamo anche abituati a far “parlare” gli animali antropomorfizzando i loro schemi comportamentali. Basandosi sul concetto di “carne” di Merleau-Ponty e su quello di “ritmoanalisi” di Bachelard, questo saggio analizza Sensory Familiar (2012) di Marcos Lutyens: un esperimento che coinvolge un uomo, un robot e un rettile, incentrato sulla mappatura della risposta emotiva tra un artista e creature come pitoni e lucertole. L’incompatibilità percettiva tra essere umano e animale si trasforma qui in un’esperienza di presenza vibrante — uno scambio di energie che sblocca la circolazione delle intensità all’interno del mondo-carne. Sembra che Marcos Lutyens cerchi di compiere un atto di contro-comunicazione: un’apertura al mondo della natura costantemente tacita, un tentativo di fondersi con il silenzio dell’essere vivente, un ritorno all’esperienza intercorporea della carne. The premise of this paper is the concept of “the society of control”, which, according to Deleuze, exploits the digital resources of language. Being a part of this system, we are also used to making animals “speak” by anthropomorphizing their behavioral patterns. Based on Merleau–Ponty’s concept of “flesh” and on Bachelard’s concept of “rhythmanalysis”, this paper analyzes Marcos Lutyens’s “Sensory Familiar” (2012): an experiment, involving a man, a robot, and a reptile, which focuses on mapping the emotional response between an artist and such creatures as pythons and lizards. Perceptual incompatibility between a human and an animal is transformed here into the experience of vibrating presence — the interchange of energies, which unblocks the circulation of intensities within the flesh–world. It seems that Marcos Lutyens tries to perform an act of counter–communication: an opening to the world of constantly tacit nature, an attempt to fuse with the silence of a living creature, a return to the intercorporeal experience of flesh.
Ritmo, carne e immaginazione: verso una sensazione di intercorporeità / Simona Porro. - STAMPA. - 6:(2012), pp. 121-138.
Ritmo, carne e immaginazione: verso una sensazione di intercorporeità
Simona Porro
2012
Abstract
L’ipotesi di partenza di questo saggio è il concetto di “società del controllo”, che, secondo Deleuze, sfrutta le risorse digitali del linguaggio. In quanto parte di questo sistema, siamo anche abituati a far “parlare” gli animali antropomorfizzando i loro schemi comportamentali. Basandosi sul concetto di “carne” di Merleau-Ponty e su quello di “ritmoanalisi” di Bachelard, questo saggio analizza Sensory Familiar (2012) di Marcos Lutyens: un esperimento che coinvolge un uomo, un robot e un rettile, incentrato sulla mappatura della risposta emotiva tra un artista e creature come pitoni e lucertole. L’incompatibilità percettiva tra essere umano e animale si trasforma qui in un’esperienza di presenza vibrante — uno scambio di energie che sblocca la circolazione delle intensità all’interno del mondo-carne. Sembra che Marcos Lutyens cerchi di compiere un atto di contro-comunicazione: un’apertura al mondo della natura costantemente tacita, un tentativo di fondersi con il silenzio dell’essere vivente, un ritorno all’esperienza intercorporea della carne. The premise of this paper is the concept of “the society of control”, which, according to Deleuze, exploits the digital resources of language. Being a part of this system, we are also used to making animals “speak” by anthropomorphizing their behavioral patterns. Based on Merleau–Ponty’s concept of “flesh” and on Bachelard’s concept of “rhythmanalysis”, this paper analyzes Marcos Lutyens’s “Sensory Familiar” (2012): an experiment, involving a man, a robot, and a reptile, which focuses on mapping the emotional response between an artist and such creatures as pythons and lizards. Perceptual incompatibility between a human and an animal is transformed here into the experience of vibrating presence — the interchange of energies, which unblocks the circulation of intensities within the flesh–world. It seems that Marcos Lutyens tries to perform an act of counter–communication: an opening to the world of constantly tacit nature, an attempt to fuse with the silence of a living creature, a return to the intercorporeal experience of flesh.File | Dimensione | Formato | |
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