La tesi intende ricostruire i processi e le culture della produzione dei film diretti da Alessandro Blasetti nel periodo 1939-1943. Il corpus si compone quindi dei lungometraggi Un’avventura di Salvator Rosa (1939), La corona di ferro (1941), La cena delle beffe (1942), 4 passi fra le nuvole (1942) e Nessuno torna indietro (1945). La ricerca non può prescindere dallo studio dei materiali originali, primariamente l’archivio di personalità di Alessandro Blasetti presso la Fondazione Cineteca di Bologna a cui si sono affiancati l’archivio Cesare Zavattini della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, quello di Giacomo Paulucci di Calboli all’Archivio di Stato di Forlì, le carte di Aldo De Benedetti ancora conservate dagli eredi nella loro casa privata, i documenti relativi alla Cessione dei premi governativi presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma e infine il fondo della società americana United Artists presso il Wisconsin Center for Film and Theater Research a Madison, Wisconsin (USA). Per estrapolare ed organizzare le informazioni dalla moltitudine e varietà dei documenti accumulati mi sono servita di un database grazie al quale ho potuto procedere ad un confronto costante e reperire facilmente i dati. Le aree di intervento seguite dalla ricerca sono diverse ma tra loro connesse. Innanzitutto, si è voluto ricostruire il ruolo di Alessandro Blasetti all’interno di prassi e relazioni industriali, superando un approccio ancora debitore di una concezione autoriale del regista, quindi accantonando valutazioni di carattere estetico-poetiche. Secondariamente, si sono indagate le correlazioni tra questa produzione diretta da Blasetti e le strutture politiche e culturali fasciste. Le due questioni sono, come si capisce, inscindibili poiché non è possibile analizzare la prima senza situarla all’interno del più ampio contesto politico e culturale, senza quindi studiare la seconda. Il quadro che emerge restituisce da una parte l’immagine di una produzione favorita e guidata dal Regime, di cui rappresenta l’agenda culturale, dall’altra e specularmente il ruolo che Blasetti ricopre in quanto intermediario tra le istanze del comparto cinematografico e quelle politiche, facendosi garante per entrambe le parti. L’indagine scende dunque in profondità nelle pratiche quotidiane, nelle relazioni, nelle dinamiche di potere, nei ruoli e nelle culture della produzione, radicati e intessuti nel contesto economico-industriale, politico e culturale dell’epoca. Per la postura adottata, la tesi si colloca dunque nel solco dei production studies, che, integrati dagli insegnamenti della microstoria, restituiscono concretezza, incorporando aspetti “macro” nella ricostruzione dei processi “micro”. La produzione minuziosamente ricostruita viene quindi iscritta all’interno delle categorie individuate da Janet Staiger relative ai modi di produzione della Hollywood classica. Si riconoscono perciò due principali sistemi di produzione relativamente ai film indagati, che investono di conseguenza sia la struttura sociale e di potere, sia i prodotti filmici realizzati: un modello assimilabile al package-unit system, e un impianto centralizzato e integrato verticalmente simile allo studio system. Operano trasversalmente a questi due sistemi enti ed istituzioni a cui si dedica uno spazio riservato, ovvero l’ENIC – che si configura come “il braccio armato” del Ministero della Cultura Popolare – e Cinecittà e il Centro Sperimentale di Cinematografia – all’interno dei quali si strutturano relazioni e rapporti di potere. Dopo l’analisi diacronica dettagliata della storia della produzione dei film, si discutono e si analizzano i risultati emersi all’interno di una cornice metodologica e tematica organizzata attorno ai due sistemi di produzione delineati e ai soggetti trasversali. In definitiva, la ricerca così condotta si propone di ripensare metodologicamente la figura del regista, nello specifico Blasetti, per affrancarsi da una bibliografia schiacciata sull’idea di autore. Allo stesso tempo, la tesi vuole costituire l’occasione per rileggere e reinterpretare la produzione blasettiana sotto il fascismo, di cui spesso, affidandosi alle testimonianze restituite da Blasetti stesso e dai suoi collaboratori nel dopoguerra, si sono sottovalutate le connessioni.

Processi e culture della produzione sotto la regia di Alessandro Blasetti (1939-1943) / Francesca Tesi. - (2025).

Processi e culture della produzione sotto la regia di Alessandro Blasetti (1939-1943)

Francesca Tesi
2025

Abstract

La tesi intende ricostruire i processi e le culture della produzione dei film diretti da Alessandro Blasetti nel periodo 1939-1943. Il corpus si compone quindi dei lungometraggi Un’avventura di Salvator Rosa (1939), La corona di ferro (1941), La cena delle beffe (1942), 4 passi fra le nuvole (1942) e Nessuno torna indietro (1945). La ricerca non può prescindere dallo studio dei materiali originali, primariamente l’archivio di personalità di Alessandro Blasetti presso la Fondazione Cineteca di Bologna a cui si sono affiancati l’archivio Cesare Zavattini della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, quello di Giacomo Paulucci di Calboli all’Archivio di Stato di Forlì, le carte di Aldo De Benedetti ancora conservate dagli eredi nella loro casa privata, i documenti relativi alla Cessione dei premi governativi presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma e infine il fondo della società americana United Artists presso il Wisconsin Center for Film and Theater Research a Madison, Wisconsin (USA). Per estrapolare ed organizzare le informazioni dalla moltitudine e varietà dei documenti accumulati mi sono servita di un database grazie al quale ho potuto procedere ad un confronto costante e reperire facilmente i dati. Le aree di intervento seguite dalla ricerca sono diverse ma tra loro connesse. Innanzitutto, si è voluto ricostruire il ruolo di Alessandro Blasetti all’interno di prassi e relazioni industriali, superando un approccio ancora debitore di una concezione autoriale del regista, quindi accantonando valutazioni di carattere estetico-poetiche. Secondariamente, si sono indagate le correlazioni tra questa produzione diretta da Blasetti e le strutture politiche e culturali fasciste. Le due questioni sono, come si capisce, inscindibili poiché non è possibile analizzare la prima senza situarla all’interno del più ampio contesto politico e culturale, senza quindi studiare la seconda. Il quadro che emerge restituisce da una parte l’immagine di una produzione favorita e guidata dal Regime, di cui rappresenta l’agenda culturale, dall’altra e specularmente il ruolo che Blasetti ricopre in quanto intermediario tra le istanze del comparto cinematografico e quelle politiche, facendosi garante per entrambe le parti. L’indagine scende dunque in profondità nelle pratiche quotidiane, nelle relazioni, nelle dinamiche di potere, nei ruoli e nelle culture della produzione, radicati e intessuti nel contesto economico-industriale, politico e culturale dell’epoca. Per la postura adottata, la tesi si colloca dunque nel solco dei production studies, che, integrati dagli insegnamenti della microstoria, restituiscono concretezza, incorporando aspetti “macro” nella ricostruzione dei processi “micro”. La produzione minuziosamente ricostruita viene quindi iscritta all’interno delle categorie individuate da Janet Staiger relative ai modi di produzione della Hollywood classica. Si riconoscono perciò due principali sistemi di produzione relativamente ai film indagati, che investono di conseguenza sia la struttura sociale e di potere, sia i prodotti filmici realizzati: un modello assimilabile al package-unit system, e un impianto centralizzato e integrato verticalmente simile allo studio system. Operano trasversalmente a questi due sistemi enti ed istituzioni a cui si dedica uno spazio riservato, ovvero l’ENIC – che si configura come “il braccio armato” del Ministero della Cultura Popolare – e Cinecittà e il Centro Sperimentale di Cinematografia – all’interno dei quali si strutturano relazioni e rapporti di potere. Dopo l’analisi diacronica dettagliata della storia della produzione dei film, si discutono e si analizzano i risultati emersi all’interno di una cornice metodologica e tematica organizzata attorno ai due sistemi di produzione delineati e ai soggetti trasversali. In definitiva, la ricerca così condotta si propone di ripensare metodologicamente la figura del regista, nello specifico Blasetti, per affrancarsi da una bibliografia schiacciata sull’idea di autore. Allo stesso tempo, la tesi vuole costituire l’occasione per rileggere e reinterpretare la produzione blasettiana sotto il fascismo, di cui spesso, affidandosi alle testimonianze restituite da Blasetti stesso e dai suoi collaboratori nel dopoguerra, si sono sottovalutate le connessioni.
2025
Paola Valentini
Francesca Tesi
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi_Francesca Tesi.pdf

embargo fino al 18/03/2026

Tipologia: Pdf editoriale (Version of record)
Licenza: Tutti i diritti riservati
Dimensione 2.96 MB
Formato Adobe PDF
2.96 MB Adobe PDF   Richiedi una copia

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1419615
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact