Verso una storia del Festival dei Popoli. Indagine storico-culturale di una realtà poliedrica

Lo studio dei festival ha suscitato solo recentemente una particolare attenzione da parte del mondo accademico, così come anche l’interesse per il documentario italiano si è riacceso solo negli ultimi anni. Proprio per questo motivo l’oggetto della ricerca, ovvero lo studio del Festival dei Popoli di Firenze, uno dei primi e dei più importanti festival di cinema documentario, risulta essere innovativo e può mettere in luce prospettive interessanti sia per l’approfondimento della storia del cinema che per quello della società. Poiché i festival sono un oggetto di studio complesso e transdisciplinare, è tuttavia necessario analizzarli a partire da punti di vista differenti, che illuminino diversi aspetti e tematiche con lo scopo di offrire di loro un quadro che sia il più completo possibile. Richiamate alla memoria le principali tappe che caratterizzarono l’affermazione del film etnografico e dell’antropologia visuale, in questa ricerca vengono quindi ricostruiti gli antecedenti della manifestazione oggetto di studio, ponendo l’accento sul contesto in cui gli organizzatori fiorentini si trovarono a lavorare per la sua costituzione. Si procede con la ricostruzione delle sue prime venti edizioni (1959-1979), per cui vengono sottolineati avvenimenti essenziali, rivoluzioni e cambiamenti, per poi spostare l’attenzione sulla sua internazionalità, caratteristica che accompagnò il Festival dei Popoli sin dai suoi primi anni. A tal proposito, dopo un’analisi più generale che tenta di ricostruire la rete relazionale che portò alla sua costituzione e che scaturì da esso, dei focus più specifici vengono dunque dedicati ai rapporti che la manifestazione intrattenne (in periodo di decolonizzazione) con alcuni paesi di recente indipendenza nazionale e a quelli che intrattenne invece con alcune realtà francesi, fondamentali sin dalla sua fondazione. Una breve parentesi viene infine perciò dedicata al festival Cinéma du Réel, originato proprio conseguentemente allo svilupparsi di questi ultimi legami. Ancora, vi viene indagato quale fosse il documentario che la Rassegna intendeva promuovere, come la sua concezione di un tale prodotto cinematografico si sia tuttavia di edizione in edizione rivoluzionata e le modalità di recupero degli autori del passato e di approfondimento e promozione dei giovani cineasti del presente con cui gli organizzatori fiorentini cercarono di formare e trasformare il pubblico cui intendevano rivolgere quelle pellicole. Vengono dunque sottolineate le rivoluzioni che i documentari oggetto del Festival dei Popoli (quelli etnografici e quelli sociologici) attraversarono proprio negli anni delle sue prime edizioni e in parte anche a partire da e grazie a esso stesso. Quelle contribuirono infatti a loro volta al rinnovamento della manifestazione, che cercò sempre di seguire, dare spazio e proporre le tendenze più innovative e attuali. L’analisi tematica del progressivo avvicinamento della Rassegna ai documentari di argomento sempre più militante, trattanti questioni in quel periodo particolarmente calde quali ad esempio psichiatria e femminismo (cui sono dedicati dei brevi approfondimenti), e del suo conseguente rapporto con la censura concludono infine lo studio. Per realizzare una tale indagine, oltre a una ricca bibliografia interdisciplinare comprendente libri, riviste e quotidiani, sono stati ricercati e consultati all’interno di diversi archivi (Firenze, Roma, Venezia, Parigi) anche numerosi documenti inediti. Questi si sono rivelati assolutamente indispensabili per meglio delineare i primi vent’anni di vita del Festival dei Popoli e per meglio selezionare quali caratteristiche e quali tematiche approfondire in questa prima ricognizione.