Questa ricerca si concentra sulla memoria della deportazione dall’Italia e analizza il significato storico delle testimonianze orali dei sopravvissuti, con particolare attenzione ai partecipanti al progetto toscano di raccolta di interviste che Andrea Devoto, psichiatra fiorentino, coordinò in collaborazione con Aned tra il 1987 e il 1992. La tesi esamina il valore di queste testimonianze sia come fonti per la ricostruzione storica dell’evento, sia come espressione delle dinamiche emotive e sociali che, eterogenee ed esemplificative dell’individualità di ciascun attore coinvolto, si legano al ricordo dell’esperienza concentrazionaria e al ritorno alla vita civile. Il lavoro si articola in quattro capitoli. Il primo delinea gli sviluppi della storiografia italiana sulla Shoah e le deportazioni, analizzando il ruolo sempre più centrale del testimone all’interno della memoria pubblica e i mutamenti culturali che ne hanno determinato la recente centralità. I capitoli successivi approfondiscono tre iniziative di raccolta di testimonianze dei sopravvissuti: la ricerca psicologica condotta da Massimo Martini a Milano, l’esperienza piemontese che culminò con la pubblicazione dell’antologia La vita offesa e, infine, quella toscana diretta da Devoto. Quest’ultima, benché meno conosciuta rispetto a quella piemontese da cui in un certo senso deriva, si configura come un’importante iniziativa per documentare le esperienze dei sopravvissuti alla deportazione, con numerosi richiami alla sfera dell’interiorità. In particolare, l’archivio Devoto, fino ad oggi ancora poco studiato, emerge come una risorsa preziosa che offre uno spaccato unico sull’attività di ricerca di un non addetto ai lavori, che ha saputo coniugare un approccio rigoroso con la sensibilità maturata nel campo della salute mentale. L’analisi affronta i differenti approcci metodologici e i risultati raggiunti da ciascuna iniziativa, riflettendo sulla diversità delle motivazioni che le animarono e sui risultati raggiunti. Particolare attenzione è dedicata al delicato passaggio verso una memoria della Shoah che, con la scomparsa degli ultimi testimoni, dovrà fare sempre più affidamento su archivi come quello delle interviste toscane per preservare e tramandare la memoria della deportazione. Questo passaggio inevitabile solleva numerosi interrogativi sul ruolo degli storici, delle istituzioni culturali, dei memoriali e degli educatori nella valorizzazione delle testimonianze e della documentazione conservata, nonché la loro trasmissione alle future generazioni. La ricerca mette infine in evidenza il ruolo cruciale delle memorie orali come strumenti per comprendere non solo la storia collettiva, ma anche le esperienze individuali e il loro impatto sulla società contemporanea. Essa si propone di valorizzare il contributo unico di Andrea Devoto e le interviste realizzate da lui e il suo team di collaboratori per la comprensione della deportazione italiana, ma anche di riflettere sull’importanza delle memorie orali per la ricostruzione storica, la riflessione critica e il dialogo intergenerazionale.

Raccontare la deportazione: il progetto di Andrea Devoto (1987-1992) / Nura Abdel Mohsen. - (2025).

Raccontare la deportazione: il progetto di Andrea Devoto (1987-1992)

Nura Abdel Mohsen
2025

Abstract

Questa ricerca si concentra sulla memoria della deportazione dall’Italia e analizza il significato storico delle testimonianze orali dei sopravvissuti, con particolare attenzione ai partecipanti al progetto toscano di raccolta di interviste che Andrea Devoto, psichiatra fiorentino, coordinò in collaborazione con Aned tra il 1987 e il 1992. La tesi esamina il valore di queste testimonianze sia come fonti per la ricostruzione storica dell’evento, sia come espressione delle dinamiche emotive e sociali che, eterogenee ed esemplificative dell’individualità di ciascun attore coinvolto, si legano al ricordo dell’esperienza concentrazionaria e al ritorno alla vita civile. Il lavoro si articola in quattro capitoli. Il primo delinea gli sviluppi della storiografia italiana sulla Shoah e le deportazioni, analizzando il ruolo sempre più centrale del testimone all’interno della memoria pubblica e i mutamenti culturali che ne hanno determinato la recente centralità. I capitoli successivi approfondiscono tre iniziative di raccolta di testimonianze dei sopravvissuti: la ricerca psicologica condotta da Massimo Martini a Milano, l’esperienza piemontese che culminò con la pubblicazione dell’antologia La vita offesa e, infine, quella toscana diretta da Devoto. Quest’ultima, benché meno conosciuta rispetto a quella piemontese da cui in un certo senso deriva, si configura come un’importante iniziativa per documentare le esperienze dei sopravvissuti alla deportazione, con numerosi richiami alla sfera dell’interiorità. In particolare, l’archivio Devoto, fino ad oggi ancora poco studiato, emerge come una risorsa preziosa che offre uno spaccato unico sull’attività di ricerca di un non addetto ai lavori, che ha saputo coniugare un approccio rigoroso con la sensibilità maturata nel campo della salute mentale. L’analisi affronta i differenti approcci metodologici e i risultati raggiunti da ciascuna iniziativa, riflettendo sulla diversità delle motivazioni che le animarono e sui risultati raggiunti. Particolare attenzione è dedicata al delicato passaggio verso una memoria della Shoah che, con la scomparsa degli ultimi testimoni, dovrà fare sempre più affidamento su archivi come quello delle interviste toscane per preservare e tramandare la memoria della deportazione. Questo passaggio inevitabile solleva numerosi interrogativi sul ruolo degli storici, delle istituzioni culturali, dei memoriali e degli educatori nella valorizzazione delle testimonianze e della documentazione conservata, nonché la loro trasmissione alle future generazioni. La ricerca mette infine in evidenza il ruolo cruciale delle memorie orali come strumenti per comprendere non solo la storia collettiva, ma anche le esperienze individuali e il loro impatto sulla società contemporanea. Essa si propone di valorizzare il contributo unico di Andrea Devoto e le interviste realizzate da lui e il suo team di collaboratori per la comprensione della deportazione italiana, ma anche di riflettere sull’importanza delle memorie orali per la ricostruzione storica, la riflessione critica e il dialogo intergenerazionale.
2025
Valeria Galimi
ITALIA
Nura Abdel Mohsen
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Raccontare la deportazione_il progetto di Andrea Devoto (1987_1992)__fulltext.pdf

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