Massoneria e fascismo. Dalla Grande guerra alla messa al bando delle logge

Nel 1914, al congresso nazionale di Ancona del PSI, il massimalista Mussolini riuscì a far cacciare i massoni dal partito in nome di una fedele adesione ai principi di classe del socialismo. Alla fine della Grande guerra, mentre imperversavano le agitazioni del Biennio rosso e il nuovo partito cattolico sembrava minacciare la tenuta dello Stato laico, sarebbe stata proprio la massoneria a contribuire all’ascesa del regime, giudicato il minore dei mali. Salvo poi subire la messa al bando delle logge nel novembre 1925 come conseguenza delle restrizioni libertarie attuate dalla dittatura. Cadeva l'illusione di poter controllare Mussolini e irreggimentare il fascismo, e si apriva per la massoneria la strada verso un’opposizione morale e politica al regime. Quella del rapporto fra massoneria e fascismo è una storia complessa, mutevole, non riducibile a interpretazioni univoche. Una storia di illusioni tradite e di valori democratici faticosamente ritrovati, che viene ricostruita nel libro facendo chiarezza sui ruoli e sulle attribuzioni delle responsabilità della crisi dello Stato liberale. In 1914, at the PSI's national congress in Ancona, the maximalist Mussolini succeeded in getting the Freemasons expelled from the party in the name of a faithful adherence to the class principles of socialism. At the end of the Great War, while the agitations of the Red Biennium raged and the new Catholic party seemed to threaten the hold of the secular state, it would be Freemasonry that would contribute to the rise of the regime, judged the lesser of evils. Only to suffer the banning of the lodges in November 1925 as a consequence of the libertarian restrictions implemented by the dictatorship. The illusion of being able to control Mussolini and regiment Fascism fell, and the road to moral and political opposition to the regime opened up for Freemasonry. The relationship between Freemasonry and Fascism is a complex, changing history that cannot be reduced to univocal interpretations. It is a history of betrayed illusions and of democratic values painstakingly rediscovered, which is reconstructed in the book by shedding light on the roles and attributions of responsibility for the crisis of the liberal State.