Introduzione: Le linee guida nazionali e internazionali delle principali associazioni che studiano il diabete sono concordi nell’affermare che l’attività fisica andrebbe sempre consigliata, nonostante le evidenze sull’argomento non siano ancora del tutto chiare: nel caso nel Diabete Mellito di Tipo 1 (DM1) restano ancora dubbi in merito alla possibilità che riduca il valore dell’emoglobina glicata (HbA1c) e una certa eterogeneità compare anche rispetto al ruolo che potrebbe giocare sul miglioramento della qualità di vita correlata alla salute (HRQoL). La presente ricerca ha voluto pertanto studiare l’effetto dell’esercizio fisico, inteso come attività regolare strutturata, sul controllo glicemico e la qualità di vita nei bambini e negli adolescenti affetti da DM1, verificando la presenza di eventuali barriere che potrebbero impedire o limitare uno stile di vita attivo. Metodi: Sono state eseguite una revisione sistematica della letteratura sulla relazione tra attività fisica, HbA1c e HRQoL, e una revisione narrativa, in merito alle barriere più comunemente riferite dai giovani pazienti. In una seconda fase è stato condotto uno studio di coorte prospettico, presso l’IRCC AOU Meyer, rivolto ai pazienti con DM1 di età compresa tra gli 8 e i 17.99. Attraverso la somministrazione di un questionario è stato chiesto ai bambini se praticano sport, tenendo conto della tipologia, della durata e della frequenza di allenamento; per ciascun paziente, sono stati inoltre considerati i valori ematici e i dati antropometrici. L’utilizzo del questionario PedsQL Diabetes Module 3.0 e della Scala BAPAD1 hanno consentito di misurare l’HRQoL e la presenza di barriere alla attività fisica. Lo studio ha previsto due momenti di rilevazione dei dati, a distanza di otto mesi l’uno dall’altro. Risultati: Hanno aderito all’indagine n. 127 soggetti, di cui n.62 maschi e n.65 femmine, con un’età mediana di 14.12. Sul totale del campione, n.90 bambini hanno affermato di praticare sport, con una frequenza media settimanale di tre volte e una durata di allenamento compreso tra 60 e 120 minuti per sessione. Dal punto di vista metabolico, i partecipanti hanno mostrato un compenso glicemico sufficiente con un valore mediano dell’Hba1c pari a 7.3%. Il PedsQL ha ottenuto un punteggio pari a 74.07 al T0, confermato nella rilevazione a T8. La Scala BAPAD ha ottenuto un punteggio di 2.27 e la paura dell’ipoglicemia è risultata la barriera all’attività fisica più diffusa. Il genere maschile ha mostrato un miglior controllo glicemico, un maggiore livello di attività fisica e un punteggio sulla QoL più elevato rispetto al genere femminile. Conclusioni: Il livello di esercizio fisico regolare nei bambini e negli adolescenti con DM1 è ancora lontano da quanto suggerito dalle linee guida; non è stata individuata un’associazione positiva tra quantità di attività fisica ed HbA1c, in linea con quanto emerso dalla letteratura; concorda con studi precedenti l’associazione negativa tra l’HbA1c e la QoL, che è apparsa ben influenzata dalla partecipazione alle attività sportive. Tra le barriere riferite, la più comune è la paura dell’ipoglicemia, che non sembra comunque interferire, come del resto le altre, sulla partecipazione all’attività fisica. Le ricerche future potrebbero cercare di comprendere se, e in che misura, lo sport possa favorire l’inserimento dei bambini e degli adolescenti con DM1 nel contesto sociale, ricercando fattori favorenti e strategie che offrano un miglior accesso alle cure e una più efficace capacità di presa in carico dei giovani pazienti. Introduction: The national and international guidelines of the main associations that study diabetes agree in stating that physical activity should always be recommended, although the evidence on the subject is not yet completely clear: in the case of Type 1 Diabetes Mellitus (DM1), there are still doubts regarding the possibility that it reduces the value of glycated hemoglobin (HbA1c) and a certain heterogeneity also appears with respect to the role that it could play in improving the quality of life related to health (HRQoL). The present research therefore aimed to study the effect of physical exercise, understood as structured regular activity, on glycemic control and quality of life in children and adolescents affected by DM1, verifying the presence of any barriers that could prevent or limit an active lifestyle. Methods: A systematic review of the literature on the relationship between physical activity, HbA1c and HRQoL, and a narrative review, regarding the barriers most commonly reported by young patients, were performed. In a second phase, a prospective cohort study was conducted at the IRCC AOU Meyer, aimed at patients with DM1 aged between 8 and 17.99. Through the administration of a questionnaire, children were asked if they practice sports, taking into account the type, duration and frequency of training; for each patient, blood values ​​and anthropometric data were also considered. The use of the PedsQL Diabetes Module 3.0 questionnaire and the BAPAD1 Scale allowed us to measure HRQoL and the presence of barriers to physical activity. The study included two moments of data collection, eight months apart. Results: The survey was attended by n. 127 subjects, of which 62 males and 65 females, with a median age of 14.12. Of the total sample, 90 children stated that they practiced sports, with an average frequency of three times per week and a training duration of between 60 and 120 minutes per session. From a metabolic point of view, participants showed sufficient glycemic compensation with a median Hba1c value of 7.3%. The PedsQL obtained a score of 74.07 at T0, confirmed in the survey at T8. The BAPAD scale obtained a score of 2.27 and fear of hypoglycemia was the most widespread barrier to physical activity. The male gender showed better glycemic control, a higher level of physical activity and a higher QoL score than the female gender. Conclusions: The level of regular physical exercise in children and adolescents with DM1 is still far from what is suggested by the guidelines; a positive association between the amount of physical activity and HbA1c has not been identified, in line with what has emerged from the literature; the negative association between HbA1c and QoL is in agreement with previous studies, which appeared to be well influenced by participation in sports activities. Among the barriers reported, the most common is the fear of hypoglycemia, which does not seem to interfere, like the others, on participation in physical activity. Future research could try to understand if, and to what extent, sport can promote the inclusion of children and adolescents with DM1 in the social context, looking for facilitating factors and strategies that offer better access to care and a more effective capacity to take charge of young patients.

Diabete mellito di tipo 1 ed esercizio fisico: gli effetti sul controllo glicemico e la qualità di vita nei bambini e negli adolescenti / Chiara Romano. - (2025).

Diabete mellito di tipo 1 ed esercizio fisico: gli effetti sul controllo glicemico e la qualità di vita nei bambini e negli adolescenti

Chiara Romano
Writing – Review & Editing
2025

Abstract

Introduzione: Le linee guida nazionali e internazionali delle principali associazioni che studiano il diabete sono concordi nell’affermare che l’attività fisica andrebbe sempre consigliata, nonostante le evidenze sull’argomento non siano ancora del tutto chiare: nel caso nel Diabete Mellito di Tipo 1 (DM1) restano ancora dubbi in merito alla possibilità che riduca il valore dell’emoglobina glicata (HbA1c) e una certa eterogeneità compare anche rispetto al ruolo che potrebbe giocare sul miglioramento della qualità di vita correlata alla salute (HRQoL). La presente ricerca ha voluto pertanto studiare l’effetto dell’esercizio fisico, inteso come attività regolare strutturata, sul controllo glicemico e la qualità di vita nei bambini e negli adolescenti affetti da DM1, verificando la presenza di eventuali barriere che potrebbero impedire o limitare uno stile di vita attivo. Metodi: Sono state eseguite una revisione sistematica della letteratura sulla relazione tra attività fisica, HbA1c e HRQoL, e una revisione narrativa, in merito alle barriere più comunemente riferite dai giovani pazienti. In una seconda fase è stato condotto uno studio di coorte prospettico, presso l’IRCC AOU Meyer, rivolto ai pazienti con DM1 di età compresa tra gli 8 e i 17.99. Attraverso la somministrazione di un questionario è stato chiesto ai bambini se praticano sport, tenendo conto della tipologia, della durata e della frequenza di allenamento; per ciascun paziente, sono stati inoltre considerati i valori ematici e i dati antropometrici. L’utilizzo del questionario PedsQL Diabetes Module 3.0 e della Scala BAPAD1 hanno consentito di misurare l’HRQoL e la presenza di barriere alla attività fisica. Lo studio ha previsto due momenti di rilevazione dei dati, a distanza di otto mesi l’uno dall’altro. Risultati: Hanno aderito all’indagine n. 127 soggetti, di cui n.62 maschi e n.65 femmine, con un’età mediana di 14.12. Sul totale del campione, n.90 bambini hanno affermato di praticare sport, con una frequenza media settimanale di tre volte e una durata di allenamento compreso tra 60 e 120 minuti per sessione. Dal punto di vista metabolico, i partecipanti hanno mostrato un compenso glicemico sufficiente con un valore mediano dell’Hba1c pari a 7.3%. Il PedsQL ha ottenuto un punteggio pari a 74.07 al T0, confermato nella rilevazione a T8. La Scala BAPAD ha ottenuto un punteggio di 2.27 e la paura dell’ipoglicemia è risultata la barriera all’attività fisica più diffusa. Il genere maschile ha mostrato un miglior controllo glicemico, un maggiore livello di attività fisica e un punteggio sulla QoL più elevato rispetto al genere femminile. Conclusioni: Il livello di esercizio fisico regolare nei bambini e negli adolescenti con DM1 è ancora lontano da quanto suggerito dalle linee guida; non è stata individuata un’associazione positiva tra quantità di attività fisica ed HbA1c, in linea con quanto emerso dalla letteratura; concorda con studi precedenti l’associazione negativa tra l’HbA1c e la QoL, che è apparsa ben influenzata dalla partecipazione alle attività sportive. Tra le barriere riferite, la più comune è la paura dell’ipoglicemia, che non sembra comunque interferire, come del resto le altre, sulla partecipazione all’attività fisica. Le ricerche future potrebbero cercare di comprendere se, e in che misura, lo sport possa favorire l’inserimento dei bambini e degli adolescenti con DM1 nel contesto sociale, ricercando fattori favorenti e strategie che offrano un miglior accesso alle cure e una più efficace capacità di presa in carico dei giovani pazienti. Introduction: The national and international guidelines of the main associations that study diabetes agree in stating that physical activity should always be recommended, although the evidence on the subject is not yet completely clear: in the case of Type 1 Diabetes Mellitus (DM1), there are still doubts regarding the possibility that it reduces the value of glycated hemoglobin (HbA1c) and a certain heterogeneity also appears with respect to the role that it could play in improving the quality of life related to health (HRQoL). The present research therefore aimed to study the effect of physical exercise, understood as structured regular activity, on glycemic control and quality of life in children and adolescents affected by DM1, verifying the presence of any barriers that could prevent or limit an active lifestyle. Methods: A systematic review of the literature on the relationship between physical activity, HbA1c and HRQoL, and a narrative review, regarding the barriers most commonly reported by young patients, were performed. In a second phase, a prospective cohort study was conducted at the IRCC AOU Meyer, aimed at patients with DM1 aged between 8 and 17.99. Through the administration of a questionnaire, children were asked if they practice sports, taking into account the type, duration and frequency of training; for each patient, blood values ​​and anthropometric data were also considered. The use of the PedsQL Diabetes Module 3.0 questionnaire and the BAPAD1 Scale allowed us to measure HRQoL and the presence of barriers to physical activity. The study included two moments of data collection, eight months apart. Results: The survey was attended by n. 127 subjects, of which 62 males and 65 females, with a median age of 14.12. Of the total sample, 90 children stated that they practiced sports, with an average frequency of three times per week and a training duration of between 60 and 120 minutes per session. From a metabolic point of view, participants showed sufficient glycemic compensation with a median Hba1c value of 7.3%. The PedsQL obtained a score of 74.07 at T0, confirmed in the survey at T8. The BAPAD scale obtained a score of 2.27 and fear of hypoglycemia was the most widespread barrier to physical activity. The male gender showed better glycemic control, a higher level of physical activity and a higher QoL score than the female gender. Conclusions: The level of regular physical exercise in children and adolescents with DM1 is still far from what is suggested by the guidelines; a positive association between the amount of physical activity and HbA1c has not been identified, in line with what has emerged from the literature; the negative association between HbA1c and QoL is in agreement with previous studies, which appeared to be well influenced by participation in sports activities. Among the barriers reported, the most common is the fear of hypoglycemia, which does not seem to interfere, like the others, on participation in physical activity. Future research could try to understand if, and to what extent, sport can promote the inclusion of children and adolescents with DM1 in the social context, looking for facilitating factors and strategies that offer better access to care and a more effective capacity to take charge of young patients.
2025
Sara Boccalini, Daniele Ciofi
ITALIA
Goal 3: Good health and well-being
Chiara Romano
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