Intorno al 1940, la giovane Scuola romana emerse come un complesso laboratorio di idee e poetiche, maturando fermenti che furono preludio alle esperienze artistiche del Secondo dopoguerra. Lontana da un’omologazione stilistica, la ricerca di Guttuso, Guzzi, Montanarini, Ziveri e altri, si è sviluppata nel segno di un nuovo realismo, capace di coniugare tensione espressiva, introspezione psicologica e un forte senso di attualità. Attraverso linguaggi espressionisti e neocubisti, ma anche tramite la personale rilettura della grande arte del passato, essi si opposero alla retorica visiva ufficiale e alle stagnazioni novecentiste, metafisiche e tonali. Parallelamente, anche la pittura di personalità già affermate, come Mario Mafai e Fausto Pirandello, visse un’evoluzione significativa, attraversando una crisi di rinnovamento che portò a sperimentare nuove soluzioni formali. Lo studio delle esposizioni, delle opere e delle testimonianze critiche ha consentito di ricostruire una stagione artistica in cui la pittura e la scultura della Capitale si affermarono come espressioni di un’inedita sensibilità moderna. Le opere della giovane Scuola romana trovarono spazio in mostre significative, come la XXXI Mostra della Galleria di Roma (1940), le esposizioni sindacali e la IV Quadriennale d’Arte Nazionale (1943). Alla luce della ricerca, soprattutto la rassegna di Palazzo delle Esposizioni emerge come una straordinaria fotografia del pluralismo e del fermento artistico dell’ultimo scorcio del Ventennio fascista. L’ultima parte dell’indagine si sofferma sulle vicende culturali della Roma tra occupazione tedesca e Liberazione, avvalendosi delle testimonianze raccolte da Marcello Venturoli in Interviste di frodo (1945) e di inediti materiali d’archivio provenienti dalla Fondazione Primo Conti di Fiesole. Nel loro insieme, tali documenti offrono uno sguardo ravvicinato sulle riflessioni di artisti, critici e intellettuali dell’epoca, facendo affiorare in maniera vivida le tensioni che attraversarono la comunità artistica romana sul finire della guerra. __ // __ Around 1940, the young “Scuola romana” emerged as a dynamic laboratory of ideas and poetics, nurturing movements that foreshadowed the artistic experiences of the postwar period. Far from stylistic uniformity, the work of artists such as Guttuso, Guzzi, Montanarini, Ziveri, and others developed under the banner of a new realism capable of blending expressive tension, psychological introspection, and a strong sense of contemporaneity. Through expressionist and neocubist languages, as well as through a personal reinterpretation of the great art of the past, these artists opposed official visual rhetoric and the stagnation of the Novecento, Metaphysical and also Tonalist art. At the same time, the painting of already established figures such as Mario Mafai and Fausto Pirandello underwent significant evolution, marked by a crisis of renewal that led them to explore new formal solutions. The study of exhibitions, artworks, and critical writings has made it possible to reconstruct an artistic season in which painting and sculpture in the capital stood out as expressions of a new and modern sensibility. The works of the young “Scuola romana” found space in important exhibitions such as the XXXI Exhibition at the Galleria di Roma (1940), shows of the Sindacato del Lazio, and the IV Quadriennale d’Arte Nazionale (1943). In light of this research, the exhibition at Palazzo delle Esposizioni in particular emerges as an extraordinary snapshot of the pluralism and artistic vitality that characterized the final years of the Fascist period. The final part of the investigation focuses on the cultural events in Rome between the German occupation and the Liberation, drawing on the testimonies collected by Marcello Venturoli in Interviste di frodo (1945) and on unpublished archival material from the Fondazione Primo Conti (Fiesole). Together, these documents offer a close-up view of the reflections of artists, critics, and intellectuals of the time, vividly revealing the tensions that ran through the Roman artistic community at the end of the war.
La Scuola romana (1940-1945). Artisti, mostre e temi, dagli anni di guerra alle Interviste di frodo di Marcello Venturoli / Cristiana Antonelli. - (2025).
La Scuola romana (1940-1945). Artisti, mostre e temi, dagli anni di guerra alle Interviste di frodo di Marcello Venturoli
Cristiana Antonelli
2025
Abstract
Intorno al 1940, la giovane Scuola romana emerse come un complesso laboratorio di idee e poetiche, maturando fermenti che furono preludio alle esperienze artistiche del Secondo dopoguerra. Lontana da un’omologazione stilistica, la ricerca di Guttuso, Guzzi, Montanarini, Ziveri e altri, si è sviluppata nel segno di un nuovo realismo, capace di coniugare tensione espressiva, introspezione psicologica e un forte senso di attualità. Attraverso linguaggi espressionisti e neocubisti, ma anche tramite la personale rilettura della grande arte del passato, essi si opposero alla retorica visiva ufficiale e alle stagnazioni novecentiste, metafisiche e tonali. Parallelamente, anche la pittura di personalità già affermate, come Mario Mafai e Fausto Pirandello, visse un’evoluzione significativa, attraversando una crisi di rinnovamento che portò a sperimentare nuove soluzioni formali. Lo studio delle esposizioni, delle opere e delle testimonianze critiche ha consentito di ricostruire una stagione artistica in cui la pittura e la scultura della Capitale si affermarono come espressioni di un’inedita sensibilità moderna. Le opere della giovane Scuola romana trovarono spazio in mostre significative, come la XXXI Mostra della Galleria di Roma (1940), le esposizioni sindacali e la IV Quadriennale d’Arte Nazionale (1943). Alla luce della ricerca, soprattutto la rassegna di Palazzo delle Esposizioni emerge come una straordinaria fotografia del pluralismo e del fermento artistico dell’ultimo scorcio del Ventennio fascista. L’ultima parte dell’indagine si sofferma sulle vicende culturali della Roma tra occupazione tedesca e Liberazione, avvalendosi delle testimonianze raccolte da Marcello Venturoli in Interviste di frodo (1945) e di inediti materiali d’archivio provenienti dalla Fondazione Primo Conti di Fiesole. Nel loro insieme, tali documenti offrono uno sguardo ravvicinato sulle riflessioni di artisti, critici e intellettuali dell’epoca, facendo affiorare in maniera vivida le tensioni che attraversarono la comunità artistica romana sul finire della guerra. __ // __ Around 1940, the young “Scuola romana” emerged as a dynamic laboratory of ideas and poetics, nurturing movements that foreshadowed the artistic experiences of the postwar period. Far from stylistic uniformity, the work of artists such as Guttuso, Guzzi, Montanarini, Ziveri, and others developed under the banner of a new realism capable of blending expressive tension, psychological introspection, and a strong sense of contemporaneity. Through expressionist and neocubist languages, as well as through a personal reinterpretation of the great art of the past, these artists opposed official visual rhetoric and the stagnation of the Novecento, Metaphysical and also Tonalist art. At the same time, the painting of already established figures such as Mario Mafai and Fausto Pirandello underwent significant evolution, marked by a crisis of renewal that led them to explore new formal solutions. The study of exhibitions, artworks, and critical writings has made it possible to reconstruct an artistic season in which painting and sculpture in the capital stood out as expressions of a new and modern sensibility. The works of the young “Scuola romana” found space in important exhibitions such as the XXXI Exhibition at the Galleria di Roma (1940), shows of the Sindacato del Lazio, and the IV Quadriennale d’Arte Nazionale (1943). In light of this research, the exhibition at Palazzo delle Esposizioni in particular emerges as an extraordinary snapshot of the pluralism and artistic vitality that characterized the final years of the Fascist period. The final part of the investigation focuses on the cultural events in Rome between the German occupation and the Liberation, drawing on the testimonies collected by Marcello Venturoli in Interviste di frodo (1945) and on unpublished archival material from the Fondazione Primo Conti (Fiesole). Together, these documents offer a close-up view of the reflections of artists, critics, and intellectuals of the time, vividly revealing the tensions that ran through the Roman artistic community at the end of the war.| File | Dimensione | Formato | |
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