Il contributo affronta le sfide e le opportunità legate all’apertura dei dati nel settore dei beni culturali, con particolare attenzione alla ricerca umanistica e archeologica. Partendo dall’esperienza di un progetto ERC, vengono evidenziate criticità come l’eterogeneità e la pesantezza dei dati (es. nuvole di punti 3D), la difficoltà nella loro integrazione, condivisione e conservazione a lungo termine. Viene sottolineata l’urgenza di piattaforme nazionali per la conservazione dei dati dei progetti di ricerca italiani (come i PRIN), al fine di garantirne la riusabilità secondo i principi FAIR. L’autore esamina inoltre le barriere giuridico-amministrative, tra cui il conflitto tra obblighi di open access per la ricerca pubblica e le restrizioni imposte dal Ministero della Cultura sulla pubblicazione e il riutilizzo commerciale delle immagini dei beni culturali. Viene criticato il DM 161/2023, parzialmente corretto dal DM 108/2024, che però mantiene procedure complesse e poco praticabili. Il Codice dei Beni Culturali (art. 108) resta un ostacolo normativo alla piena apertura dei dati visivi. Infine, si rileva come, nonostante la visione più aperta del Piano Nazionale di Digitalizzazione (PND), manchino ancora provvedimenti concreti per armonizzare le normative e valorizzare realmente l’open science nel patrimonio culturale.
Apertura dei Dati nel Settore dei Beni Culturali / Paolo Liverani. - ELETTRONICO. - (2025), pp. 86-88. [10.19282/porteapertealCNR-2025]
Apertura dei Dati nel Settore dei Beni Culturali
Paolo Liverani
2025
Abstract
Il contributo affronta le sfide e le opportunità legate all’apertura dei dati nel settore dei beni culturali, con particolare attenzione alla ricerca umanistica e archeologica. Partendo dall’esperienza di un progetto ERC, vengono evidenziate criticità come l’eterogeneità e la pesantezza dei dati (es. nuvole di punti 3D), la difficoltà nella loro integrazione, condivisione e conservazione a lungo termine. Viene sottolineata l’urgenza di piattaforme nazionali per la conservazione dei dati dei progetti di ricerca italiani (come i PRIN), al fine di garantirne la riusabilità secondo i principi FAIR. L’autore esamina inoltre le barriere giuridico-amministrative, tra cui il conflitto tra obblighi di open access per la ricerca pubblica e le restrizioni imposte dal Ministero della Cultura sulla pubblicazione e il riutilizzo commerciale delle immagini dei beni culturali. Viene criticato il DM 161/2023, parzialmente corretto dal DM 108/2024, che però mantiene procedure complesse e poco praticabili. Il Codice dei Beni Culturali (art. 108) resta un ostacolo normativo alla piena apertura dei dati visivi. Infine, si rileva come, nonostante la visione più aperta del Piano Nazionale di Digitalizzazione (PND), manchino ancora provvedimenti concreti per armonizzare le normative e valorizzare realmente l’open science nel patrimonio culturale.| File | Dimensione | Formato | |
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