Abstract ITA: Il Giardino di Boboli si manifesta come un organismo scenico vivo, dove natura e architettura cooperano alla generazione di una teatralità diffusa, e in cui la componente scenica diventa chiave di lettura della sua struttura e del suo uso. Cuore verde di Palazzo Pitti, Boboli riflette l’identità storica e simbolica della reggia, configurandosi come sua naturale estensione en plein air. La continuità tra l’architettura palatina e la struttura del giardino enfatizza il legame profondo tra potere, paesaggio e rappresentazione. I viali, le fontane, i pendii erbosi e gli anfiteatri di pietra e verzura hanno trasformato la loro funzione da scenario allegorico a spazio aperto di creazione artistica, alimentando lungo il Novecento una riflessione sul ruolo “performativo” del giardino storico. Dagli allestimenti monumentali - con registi come Reinhardt, Copeau, Strehler, Visconti, Zeffirelli e Ronconi - fino alle recenti produzioni del XXI secolo, tra cui Gli Intermedi della Pellegrina (2019), La Cenerentola (2020), Tra selva e stelle (2021) e Apocalisse a Boboli (2023), il Giardino ha progressivamente ridefinito il proprio ruolo. Questi spettacoli non si limitano a replicare modelli del passato, ma aprono nuovi percorsi di fruizione, integrando paesaggio, memoria e drammaturgia diffusa. La progettazione di esperienze immersive e itineranti restituisce una dimensione dinamica del giardino, che diviene scena in movimento, palinsesto narrativo e spazio di incontro tra le arti. Abstract ENG: The Boboli Gardens appear as a living scenic organism, where nature and architecture cooperate in generating a pervasive theatricality. The scenic dimension thus becomes a key to interpreting both the structure of the gardens and their modes of use. As the green heart of Palazzo Pitti, Boboli reflects the historical and symbolic identity of the palace, serving as its natural extension in the open air. The continuity between the palatial architecture and the garden’s layout highlights the profound relationship between power, landscape, and representation. Pathways, fountains, grassy slopes, and amphitheaters of stone and greenery have gradually transformed their function: from allegorical settings to open spaces for artistic creation, fostering throughout the twentieth century a reflection on the “performative” character of the historic garden. From monumental stagings - by directors such as Reinhardt, Copeau, Strehler, Visconti, Zeffirelli, and Ronconi - to the most recent productions of the twenty-first century, including Gli Intermedi della Pellegrina (2019), La Cenerentola (2020), Tra selva e stelle (2021), and Apocalisse a Boboli (2023), the Gardens have progressively redefined their role. These performances do not merely revive past models but open new pathways of engagement, integrating landscape, memory, and a diffuse dramaturgy. Immersive and itinerant experiences thus restore a dynamic dimension to the garden, which emerges as a moving stage, a narrative palimpsest, and a space of encounter between the arts.

Lo spettacolo in giardino nel Novecento. Rinascenza e sperimentazione tra gli spazi del “Gran Teatro” di Boboli / Lindita Adalberti. - (2025).

Lo spettacolo in giardino nel Novecento. Rinascenza e sperimentazione tra gli spazi del “Gran Teatro” di Boboli

Lindita Adalberti
2025

Abstract

Abstract ITA: Il Giardino di Boboli si manifesta come un organismo scenico vivo, dove natura e architettura cooperano alla generazione di una teatralità diffusa, e in cui la componente scenica diventa chiave di lettura della sua struttura e del suo uso. Cuore verde di Palazzo Pitti, Boboli riflette l’identità storica e simbolica della reggia, configurandosi come sua naturale estensione en plein air. La continuità tra l’architettura palatina e la struttura del giardino enfatizza il legame profondo tra potere, paesaggio e rappresentazione. I viali, le fontane, i pendii erbosi e gli anfiteatri di pietra e verzura hanno trasformato la loro funzione da scenario allegorico a spazio aperto di creazione artistica, alimentando lungo il Novecento una riflessione sul ruolo “performativo” del giardino storico. Dagli allestimenti monumentali - con registi come Reinhardt, Copeau, Strehler, Visconti, Zeffirelli e Ronconi - fino alle recenti produzioni del XXI secolo, tra cui Gli Intermedi della Pellegrina (2019), La Cenerentola (2020), Tra selva e stelle (2021) e Apocalisse a Boboli (2023), il Giardino ha progressivamente ridefinito il proprio ruolo. Questi spettacoli non si limitano a replicare modelli del passato, ma aprono nuovi percorsi di fruizione, integrando paesaggio, memoria e drammaturgia diffusa. La progettazione di esperienze immersive e itineranti restituisce una dimensione dinamica del giardino, che diviene scena in movimento, palinsesto narrativo e spazio di incontro tra le arti. Abstract ENG: The Boboli Gardens appear as a living scenic organism, where nature and architecture cooperate in generating a pervasive theatricality. The scenic dimension thus becomes a key to interpreting both the structure of the gardens and their modes of use. As the green heart of Palazzo Pitti, Boboli reflects the historical and symbolic identity of the palace, serving as its natural extension in the open air. The continuity between the palatial architecture and the garden’s layout highlights the profound relationship between power, landscape, and representation. Pathways, fountains, grassy slopes, and amphitheaters of stone and greenery have gradually transformed their function: from allegorical settings to open spaces for artistic creation, fostering throughout the twentieth century a reflection on the “performative” character of the historic garden. From monumental stagings - by directors such as Reinhardt, Copeau, Strehler, Visconti, Zeffirelli, and Ronconi - to the most recent productions of the twenty-first century, including Gli Intermedi della Pellegrina (2019), La Cenerentola (2020), Tra selva e stelle (2021), and Apocalisse a Boboli (2023), the Gardens have progressively redefined their role. These performances do not merely revive past models but open new pathways of engagement, integrating landscape, memory, and a diffuse dramaturgy. Immersive and itinerant experiences thus restore a dynamic dimension to the garden, which emerges as a moving stage, a narrative palimpsest, and a space of encounter between the arts.
2025
Eva Marinai
Lindita Adalberti
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