Il volume racconta un percorso di ricerca finalizzato a individuare le strategie per indirizzare una città metropolitana come Roma verso la riarticolazione in bioregioni urbane il più possibile autocontenute, riducendo il pendolarismo ed elevando la qualità dell’abitare sia nella città consolidata che nelle aree interne. Il ruolo egemonico di Roma nel contesto della Città Metropolitana di Roma (CMRC), la sua elevata e tentacolare urbanizzazione continua, il suo valore simbolico e culturale universale, le relazioni di influenza non solo sui territori contermini ma proiettate su realtà molto più vaste, le grandi contraddizioni insite nel suo modello di sviluppo che ha generato e continua a generare criticità strutturali sono il punto difficile da cui siamo partiti nella riflessione. Consapevoli di operare in una città che ha visto in poco tempo distruggere i propri caratteri fondativi e la sua grande bellezza, l’obiettivo generale che ci siamo posti è stato quello di mostrare l’efficacia per la pianificazione strategica di invertire lo sguardo, di procedere consapevolmente dall’urbano al territorio, alla campagna, all’ambiente. Seguendo le orme del grande Carlo Cattaneo (1858) che ha letto nella storia la capacità costante di rinascita delle città grazie proprio alle capacità del territorio di rigenerarle. Ricostruire, dunque, in forme sempre nuove questo dialogo fondativo fra città e territorio, cercando dei limiti al dilagare dell’urbanizzazione per dare la possibilità al territorio di “respirare” e agli abitanti, agli amministratori, ai tanti portatori di interesse di accedere ad un nuovo “reincanto” per costruire i presupposti di una nuova ripartenza. Per alimentare questo reincanto abbiamo messo in campo conoscenze esperte e contestuali, nuove modalità di rappresentazione della profondità patrimoniale per mostrare e rendere tangibili le opportunità presenti e potenziali da valorizzare in chiave strategica. La Città Metropolitana di Roma potrà affrontare le grandi sfide che attanagliano il nostro tempo (emergenza climatica, crisi ecologica, crescita di disuguaglianze socioeconomiche e spaziali) se saprà convertire il proprio paradigma di sviluppo verso una prospettiva eco-territoriale di autosostenibilità, che valorizza il mondo della vita. Il ricordo della gestione dell’emergenza pandemica ha evidenziato ancora più chiaramente l’insostenibilità di un modello di sviluppo basato sulla polarizzazione e sulla concentrazione di servizi e attività nelle aree metropolitane. Nel nostro lavoro abbiamo mostrato l’opportunità per la CMRC di sperimentare una visione che consideri il territorio nella sua interezza, nella sua dimensione estensiva e “verticale” di luoghi, patrimoni, immaginari per co-go-vernare le dinamiche di trasformazione e di superamento delle crisi, capace di non farsi affascinare dalle sirene di facili svolte ecologiste che riducono la complessità del territorio a mere dotazioni ambientali da contabilizzare e monetizzare, ma che sappia entrare pienamente nella dialettica fondativa della relazione fra flussi e fondi di Georgescu-Roegen (ZAMBERLAN 2024) o in quella della logica dei flussi-luoghi-territorio introdotta da Aldo Bonomi (2010) per le quali l’economia è inscritta nei caratteri locali del territorio. Questi approcci non massimizzano i flussi (reddito, consumi, ecc.) ma la cura dei fondi/luoghi-territori. “Cosa sono infatti i flussi – si chiede Bonaiuti – se non gli ecosistemi o in altri termini il territorio (Magnaghi 2010)? Ogni territorio è poi caratterizzato da una componente culturale e immaginaria (la cosiddetta coscienza dei luoghi, Becattini 2015). I fondi includono, inoltre, i ‘beni comuni’” (BONAIUTI 2024, 94). Adottare il paradigma della bioregione urbana per una nuova civilizzazione di cura del territorio bene comune della CMRC ci ha portato a esplorare la consistenza territoriale per individuare linee d’azione ancorate ai caratteri locali, tese a riequilibrare i pesi e a creare nuove e diverse centralità (ambientali, urbane, territoriali) in un contesto dove la presenza di Roma ha fatto tabula rasa nei tempi recenti delle diverse articolazioni insediative. Il lavoro si è dato diversi obiettivi, che sono stati raggiunti solo in parte vista anche l’esiguità del tempo a disposizione, ma i cui esiti potranno essere la base di partenza per nuove ricerche, almeno questo è il nostro auspicio. Gli obiettivi sono così sinteticamente riassumibili: - individuare i caratteri e gli elementi fondativi di lunga durata del territorio, confrontarli con il dilagare dell’urbanizzazione contemporanea per mettere in evidenza i patrimoni territoriali e le criticità; - definire la riarticolazione del territorio di CMRC attraverso la scomposi-zione delle urbanizzazioni diffuse contemporanee e la ricomposizione reticolare policentrica in sistemi bioregionali; - articolare Roma in “città di città” in cui costruire reti fra comuni urbani e rurali; - definire le strategie e le misure necessarie a rendere resilienti e autosostenibili le bioregioni individuate, rafforzandone l’identità e il policentrismo; - valorizzare il territorio agroforestale, i territori intermedi, i paesaggi rurali, le reti ed i corridoi ecologici, sostenere la fornitura e lo scambio di servizi ecosistemici/ecoterritoriali, rafforzare le infrastrutture ecologiche e della mobilità lenta e collettiva; - elaborare scenari progettuali per la riorganizzazione delle costellazioni urbane quali città di prossimità in relazione con le matrici agroecologiche; - rafforzare le relazioni fra bioregioni in una prospettiva di riequilibrio territoriale di funzioni e valorizzazione delle risorse patrimoniali locali. Il testo che segue è organizzato in due parti suddivise in quattordici capitoli. Il capitolo che segue inquadra la ricerca nell’approccio alla bioregione urbana, definita e precisata nel contesto italiano da Alberto Magnaghi, scomparso nel settembre 2023, che già in una fase complicata della malattia è riuscito a seguire con la forza e la passione che lo ha sempre caratterizzato i lavori della ricerca fornendo spunti e visioni molto illuminanti. La visione territorialista alla bioregione urbana ha guidato sia il percorso conoscitivo sia gli indirizzi strategici, seguendo un andamento ricorsivo che ha legato la dimensione analitica e quella progettuale. La prima parte ha avuto un valore rilevante nel corso del lavoro: è una parte conoscitiva, che è andata a ricercare le caratteristiche storiche, identitarie, ecologiche e morfologiche dei luoghi. Il percorso si è snodato in chiave transcalare e transtemporale mettendo in luce valori e criticità del territorio fondamentali per individuare gli orizzonti strategici su cui puntare. L’approccio territorialista intende infatti la pianificazione strategica come un momento di conclusione di una fase complessa di conoscenza e interazione con i soggetti locali attraverso la quale comporre il quadro degli obiettivi socialmente condivisi e delle azioni. Come anticipato, la ricerca ha svolto in maniera ridotta questo percorso interattivo, giovandosi del contributo attivo del Comitato Scientifico e delle interviste a testimoni privilegiati. La seconda parte del lavoro mette in ten-sione i valori, le criticità e gli orizzonti bioregionali per individuare le azioni strategiche che ruotano attorno alla valorizzazione della grande area periurbana che circonda la città di Roma; il rafforzamento delle centralità urbane verso la definizione di una maggiore articolazione di servizi e funzioni nei contesti inter-medi; il potenziamento ecologico e fruitivo dei corridoi fluviali e l’articolazione bioregionale della CMRC in fusi che seguendo la struttura di lunga durata orga-nizzata attorno alle consolari definisce degli “spicchi territoriali” che dall’area urbana abbracciano il territorio periurbano e rurale in un continuum di nuova semantizzazione socio-ecologica. Le strategie individuate sono state poi appro-fondite nella bioregione urbana della Valle dell’Aniene. Il disegno che emerge è uno scenario strategico che valorizza i caratteri locali entrando in un dialogo attivo con le dinamiche contemporanee. Ci auguriamo che queste proposte possano essere progressivamente attuate grazie al contri-buto delle numerose comunità locali che operano e vivono nel territorio.

Dalla metropoli alla bioregione urbana. Un progetto per la Città Metropolitana di Roma Capitale / Daniela POLI; MONICA BOLOGNESI; GIULIA LUCIANI; ENI NURIHANA. - ELETTRONICO. - (2025), pp. 0-129.

Dalla metropoli alla bioregione urbana. Un progetto per la Città Metropolitana di Roma Capitale

Daniela POLI;MONICA BOLOGNESI;GIULIA LUCIANI;ENI NURIHANA
2025

Abstract

Il volume racconta un percorso di ricerca finalizzato a individuare le strategie per indirizzare una città metropolitana come Roma verso la riarticolazione in bioregioni urbane il più possibile autocontenute, riducendo il pendolarismo ed elevando la qualità dell’abitare sia nella città consolidata che nelle aree interne. Il ruolo egemonico di Roma nel contesto della Città Metropolitana di Roma (CMRC), la sua elevata e tentacolare urbanizzazione continua, il suo valore simbolico e culturale universale, le relazioni di influenza non solo sui territori contermini ma proiettate su realtà molto più vaste, le grandi contraddizioni insite nel suo modello di sviluppo che ha generato e continua a generare criticità strutturali sono il punto difficile da cui siamo partiti nella riflessione. Consapevoli di operare in una città che ha visto in poco tempo distruggere i propri caratteri fondativi e la sua grande bellezza, l’obiettivo generale che ci siamo posti è stato quello di mostrare l’efficacia per la pianificazione strategica di invertire lo sguardo, di procedere consapevolmente dall’urbano al territorio, alla campagna, all’ambiente. Seguendo le orme del grande Carlo Cattaneo (1858) che ha letto nella storia la capacità costante di rinascita delle città grazie proprio alle capacità del territorio di rigenerarle. Ricostruire, dunque, in forme sempre nuove questo dialogo fondativo fra città e territorio, cercando dei limiti al dilagare dell’urbanizzazione per dare la possibilità al territorio di “respirare” e agli abitanti, agli amministratori, ai tanti portatori di interesse di accedere ad un nuovo “reincanto” per costruire i presupposti di una nuova ripartenza. Per alimentare questo reincanto abbiamo messo in campo conoscenze esperte e contestuali, nuove modalità di rappresentazione della profondità patrimoniale per mostrare e rendere tangibili le opportunità presenti e potenziali da valorizzare in chiave strategica. La Città Metropolitana di Roma potrà affrontare le grandi sfide che attanagliano il nostro tempo (emergenza climatica, crisi ecologica, crescita di disuguaglianze socioeconomiche e spaziali) se saprà convertire il proprio paradigma di sviluppo verso una prospettiva eco-territoriale di autosostenibilità, che valorizza il mondo della vita. Il ricordo della gestione dell’emergenza pandemica ha evidenziato ancora più chiaramente l’insostenibilità di un modello di sviluppo basato sulla polarizzazione e sulla concentrazione di servizi e attività nelle aree metropolitane. Nel nostro lavoro abbiamo mostrato l’opportunità per la CMRC di sperimentare una visione che consideri il territorio nella sua interezza, nella sua dimensione estensiva e “verticale” di luoghi, patrimoni, immaginari per co-go-vernare le dinamiche di trasformazione e di superamento delle crisi, capace di non farsi affascinare dalle sirene di facili svolte ecologiste che riducono la complessità del territorio a mere dotazioni ambientali da contabilizzare e monetizzare, ma che sappia entrare pienamente nella dialettica fondativa della relazione fra flussi e fondi di Georgescu-Roegen (ZAMBERLAN 2024) o in quella della logica dei flussi-luoghi-territorio introdotta da Aldo Bonomi (2010) per le quali l’economia è inscritta nei caratteri locali del territorio. Questi approcci non massimizzano i flussi (reddito, consumi, ecc.) ma la cura dei fondi/luoghi-territori. “Cosa sono infatti i flussi – si chiede Bonaiuti – se non gli ecosistemi o in altri termini il territorio (Magnaghi 2010)? Ogni territorio è poi caratterizzato da una componente culturale e immaginaria (la cosiddetta coscienza dei luoghi, Becattini 2015). I fondi includono, inoltre, i ‘beni comuni’” (BONAIUTI 2024, 94). Adottare il paradigma della bioregione urbana per una nuova civilizzazione di cura del territorio bene comune della CMRC ci ha portato a esplorare la consistenza territoriale per individuare linee d’azione ancorate ai caratteri locali, tese a riequilibrare i pesi e a creare nuove e diverse centralità (ambientali, urbane, territoriali) in un contesto dove la presenza di Roma ha fatto tabula rasa nei tempi recenti delle diverse articolazioni insediative. Il lavoro si è dato diversi obiettivi, che sono stati raggiunti solo in parte vista anche l’esiguità del tempo a disposizione, ma i cui esiti potranno essere la base di partenza per nuove ricerche, almeno questo è il nostro auspicio. Gli obiettivi sono così sinteticamente riassumibili: - individuare i caratteri e gli elementi fondativi di lunga durata del territorio, confrontarli con il dilagare dell’urbanizzazione contemporanea per mettere in evidenza i patrimoni territoriali e le criticità; - definire la riarticolazione del territorio di CMRC attraverso la scomposi-zione delle urbanizzazioni diffuse contemporanee e la ricomposizione reticolare policentrica in sistemi bioregionali; - articolare Roma in “città di città” in cui costruire reti fra comuni urbani e rurali; - definire le strategie e le misure necessarie a rendere resilienti e autosostenibili le bioregioni individuate, rafforzandone l’identità e il policentrismo; - valorizzare il territorio agroforestale, i territori intermedi, i paesaggi rurali, le reti ed i corridoi ecologici, sostenere la fornitura e lo scambio di servizi ecosistemici/ecoterritoriali, rafforzare le infrastrutture ecologiche e della mobilità lenta e collettiva; - elaborare scenari progettuali per la riorganizzazione delle costellazioni urbane quali città di prossimità in relazione con le matrici agroecologiche; - rafforzare le relazioni fra bioregioni in una prospettiva di riequilibrio territoriale di funzioni e valorizzazione delle risorse patrimoniali locali. Il testo che segue è organizzato in due parti suddivise in quattordici capitoli. Il capitolo che segue inquadra la ricerca nell’approccio alla bioregione urbana, definita e precisata nel contesto italiano da Alberto Magnaghi, scomparso nel settembre 2023, che già in una fase complicata della malattia è riuscito a seguire con la forza e la passione che lo ha sempre caratterizzato i lavori della ricerca fornendo spunti e visioni molto illuminanti. La visione territorialista alla bioregione urbana ha guidato sia il percorso conoscitivo sia gli indirizzi strategici, seguendo un andamento ricorsivo che ha legato la dimensione analitica e quella progettuale. La prima parte ha avuto un valore rilevante nel corso del lavoro: è una parte conoscitiva, che è andata a ricercare le caratteristiche storiche, identitarie, ecologiche e morfologiche dei luoghi. Il percorso si è snodato in chiave transcalare e transtemporale mettendo in luce valori e criticità del territorio fondamentali per individuare gli orizzonti strategici su cui puntare. L’approccio territorialista intende infatti la pianificazione strategica come un momento di conclusione di una fase complessa di conoscenza e interazione con i soggetti locali attraverso la quale comporre il quadro degli obiettivi socialmente condivisi e delle azioni. Come anticipato, la ricerca ha svolto in maniera ridotta questo percorso interattivo, giovandosi del contributo attivo del Comitato Scientifico e delle interviste a testimoni privilegiati. La seconda parte del lavoro mette in ten-sione i valori, le criticità e gli orizzonti bioregionali per individuare le azioni strategiche che ruotano attorno alla valorizzazione della grande area periurbana che circonda la città di Roma; il rafforzamento delle centralità urbane verso la definizione di una maggiore articolazione di servizi e funzioni nei contesti inter-medi; il potenziamento ecologico e fruitivo dei corridoi fluviali e l’articolazione bioregionale della CMRC in fusi che seguendo la struttura di lunga durata orga-nizzata attorno alle consolari definisce degli “spicchi territoriali” che dall’area urbana abbracciano il territorio periurbano e rurale in un continuum di nuova semantizzazione socio-ecologica. Le strategie individuate sono state poi appro-fondite nella bioregione urbana della Valle dell’Aniene. Il disegno che emerge è uno scenario strategico che valorizza i caratteri locali entrando in un dialogo attivo con le dinamiche contemporanee. Ci auguriamo che queste proposte possano essere progressivamente attuate grazie al contri-buto delle numerose comunità locali che operano e vivono nel territorio.
2025
978-88-947317-6-7
0
129
Daniela POLI; MONICA BOLOGNESI; GIULIA LUCIANI; ENI NURIHANA
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