In questo libro, che ha per argomento principale il romanzo nel periodo Vittoriano ed Eduardiano, l’analisi è centrata sulla tematica dell’identità moderna e più precisamente sulla visione che hanno alcuni tra i maggiori scrittori inglesi ( J. Austen, E. Gaskell, C. Dickens, G:Eliot, T. Hardy ed E.M.Forster) del complesso rapporto tra etica e caratteristiche salienti della psicologia dell’individuo. Nella “fiction” di questi anni, notiamo un interesse notevole per l’autonomia personale ed il senso di autenticità, che risente dell’impatto dei quadri di riferimento (“frameworks of thought”) più influenti del periodo, che possono essere il liberalismo, o il paternalismo (nei vari manifestazioni), o il romanticismo, o l’ideale comunitario. Ereditando le dottrine dell’Illuminismo, del Romanticismo, e della tradizione Protestante, questi scrittori vivevano in un epoca caratterizzata da linguaggi morali contrastanti e da concetti del bene in conflitto tra loro. La difficoltà nel concepire ed inseguire una visione coerente di un’esistenza umana di valore e/o di benessere, diventa una tematica pressante nella letteratura del periodo. Cosi nel capitolo dedicato a Charles Dickens, prendo in esame il significato che hanno per Dickens sia il discorso liberale sull’importanza nella vita sociale dei beni come l’autonomia, la tolleranza, e la libertà di espressione, sia il discorso neo-platonico sulla volontà come elemento fondamentale nell’economia morale del carattere, attribuendo l’interesse di Dickens per le dottrine neo-platoniche alla sua amicizia con uno scrittore ora poco conosciuto, il prete Edward Tagart. In questo saggio, come negli altri, prendo in considerazione aspetti della technica narrativa, analizzando in particolare la questione del punto di vista e la funzione della voce narrante.
Ethics and the English Novel from Austen to Forster / V. WAINWRIGHT. - STAMPA. - (2007), pp. 1-208.
Ethics and the English Novel from Austen to Forster
WAINWRIGHT, VALERIE LINDA
2007
Abstract
In questo libro, che ha per argomento principale il romanzo nel periodo Vittoriano ed Eduardiano, l’analisi è centrata sulla tematica dell’identità moderna e più precisamente sulla visione che hanno alcuni tra i maggiori scrittori inglesi ( J. Austen, E. Gaskell, C. Dickens, G:Eliot, T. Hardy ed E.M.Forster) del complesso rapporto tra etica e caratteristiche salienti della psicologia dell’individuo. Nella “fiction” di questi anni, notiamo un interesse notevole per l’autonomia personale ed il senso di autenticità, che risente dell’impatto dei quadri di riferimento (“frameworks of thought”) più influenti del periodo, che possono essere il liberalismo, o il paternalismo (nei vari manifestazioni), o il romanticismo, o l’ideale comunitario. Ereditando le dottrine dell’Illuminismo, del Romanticismo, e della tradizione Protestante, questi scrittori vivevano in un epoca caratterizzata da linguaggi morali contrastanti e da concetti del bene in conflitto tra loro. La difficoltà nel concepire ed inseguire una visione coerente di un’esistenza umana di valore e/o di benessere, diventa una tematica pressante nella letteratura del periodo. Cosi nel capitolo dedicato a Charles Dickens, prendo in esame il significato che hanno per Dickens sia il discorso liberale sull’importanza nella vita sociale dei beni come l’autonomia, la tolleranza, e la libertà di espressione, sia il discorso neo-platonico sulla volontà come elemento fondamentale nell’economia morale del carattere, attribuendo l’interesse di Dickens per le dottrine neo-platoniche alla sua amicizia con uno scrittore ora poco conosciuto, il prete Edward Tagart. In questo saggio, come negli altri, prendo in considerazione aspetti della technica narrativa, analizzando in particolare la questione del punto di vista e la funzione della voce narrante.File | Dimensione | Formato | |
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