Il saggio figura tra quelli del Catalogo, L'arme e gli amori. La poesia di Ariosto, Tasso e Guarini nell'arte fiorentina del Seicento, relativo alla mostra organizzata col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze, Pistoia e Prato e tenutasi a Firenze, a Palazzo Pitti, dal 21 giugno al 20 ottobre del 2001. Lo studio si propone di far luce sull’intricata questione dei fluttuanti rapporti tra il poeta e Firenze, intesi non solo nello specifico dell’incoerente atteggiamento di Tasso nei confronti di alcuni membri del casato mediceo, alla ricerca, nell’ultimo ventennio di vita, a più riprese iniziata e intermessa di protezione e accasamento davvero alternativi rispetto al non più sostenibile servizio cortigiano, ma più in generale (e considerando la cosa dal punto di vista letterario oltre che esistenziale) dei tratti che caratterizzano, dopo un inizio promettente, la relazione, fattasi critica fino allo scontro, con la schiera di intellettuali e ingegni fiorentini gravitanti nell’ambito accademico della Crusca. Nel corso del saggio, si intrecciano le due linee di indagine, che comportano l’escussione di testi di varia natura (per lo più epistolare la prima, letteraria la seconda, concernente i primi dialoghi tassiani, poesie encomiastiche e i testi di botta e risposta che scandiscono la nota polemica con i Cruscanti), fornendo una visione chiara della parte di ciascuna delle varie componenti nella trama complessa dell’intera vicenda, complicata dalla sua appartenenza per un buon tratto al quadro delle delicate relazioni tra i ducati estense e mediceo. Ne risultano, non solo nell’insieme meglio illustrato il comportamento tassiano, non sempre liquidabile come frutto di patologica irresolutezza, ma anche più dettagliatamente descritto il contesto politico e letterario al cui interno il poeta si colloca e più approfonditamente indagati taluni aspetti ed elementi di indubbia interconnessione di opere tassiane come l’Apologia, la Risposta alla lettera di Bastian Rossi e relative ‘proposte’ cruscanti, o come i dialoghi composti lontano dalla corte estense (il Forno nella stesura primitiva) o a Ferrara, nel primo periodo della reclusione in S. Anna (il Della precedenza, il Gonzaga).
Tasso, i Medici e i fiorentini ingegni / C. MOLINARI. - STAMPA. - (2001), pp. 19, 162-31, 165.
Tasso, i Medici e i fiorentini ingegni
MOLINARI, CARLA
2001
Abstract
Il saggio figura tra quelli del Catalogo, L'arme e gli amori. La poesia di Ariosto, Tasso e Guarini nell'arte fiorentina del Seicento, relativo alla mostra organizzata col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze, Pistoia e Prato e tenutasi a Firenze, a Palazzo Pitti, dal 21 giugno al 20 ottobre del 2001. Lo studio si propone di far luce sull’intricata questione dei fluttuanti rapporti tra il poeta e Firenze, intesi non solo nello specifico dell’incoerente atteggiamento di Tasso nei confronti di alcuni membri del casato mediceo, alla ricerca, nell’ultimo ventennio di vita, a più riprese iniziata e intermessa di protezione e accasamento davvero alternativi rispetto al non più sostenibile servizio cortigiano, ma più in generale (e considerando la cosa dal punto di vista letterario oltre che esistenziale) dei tratti che caratterizzano, dopo un inizio promettente, la relazione, fattasi critica fino allo scontro, con la schiera di intellettuali e ingegni fiorentini gravitanti nell’ambito accademico della Crusca. Nel corso del saggio, si intrecciano le due linee di indagine, che comportano l’escussione di testi di varia natura (per lo più epistolare la prima, letteraria la seconda, concernente i primi dialoghi tassiani, poesie encomiastiche e i testi di botta e risposta che scandiscono la nota polemica con i Cruscanti), fornendo una visione chiara della parte di ciascuna delle varie componenti nella trama complessa dell’intera vicenda, complicata dalla sua appartenenza per un buon tratto al quadro delle delicate relazioni tra i ducati estense e mediceo. Ne risultano, non solo nell’insieme meglio illustrato il comportamento tassiano, non sempre liquidabile come frutto di patologica irresolutezza, ma anche più dettagliatamente descritto il contesto politico e letterario al cui interno il poeta si colloca e più approfonditamente indagati taluni aspetti ed elementi di indubbia interconnessione di opere tassiane come l’Apologia, la Risposta alla lettera di Bastian Rossi e relative ‘proposte’ cruscanti, o come i dialoghi composti lontano dalla corte estense (il Forno nella stesura primitiva) o a Ferrara, nel primo periodo della reclusione in S. Anna (il Della precedenza, il Gonzaga).I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.