Catalogo della mostra omonima, ideata e curata da Maria Grazia Messina con Mimita Lamberti, aperta a Torino, Galleria d’Arte Moderna, 4 febbraio- 4 giugno 2006. Edizione bilingue, italiana/inglese. La mostra era centrata sul tema della visione e interpretazione della città nell’arte delle prime avanguardie, fra 1910 e 1920. Il tema della “città che sale”, lungi dall’essere una prerogativa del futurista Umberto Boccioni, veniva così documentato come strutturale all’immaginario delle avanguardie, la cui revisione linguistica è tutt’uno con un’esperienza percettiva accelerata, quanto frammentaria e molteplice, dovuta al progresso tecnologico della seconda rivoluzione industriale: velocità di spostamenti fra tranvie, auto e metro, caleidoscopica artificialità della luce elettrica, simultaneità delle radiocomunicazioni. Le opere in mostra dimostravano come gli artisti avessero trasfigurato tali oggettive sollecitazioni in ricerche complesse, a loro volta segnate da riflussi fra dislocazioni spaziali dei cubisti, simultaneità di compenetrazioni dinamiche dei futuristi, inquiete tensioni e distorsioni degli espressionisti. Tali opere confermavano anche, quanto sul versante della nascente astrazione, la dissonanza e coralità che insieme contraddittoriamente distinguevano il nuovo quadro urbano, avessero suggerito analogie figurative con la polifonia musicale, in un momento, inoltre, che vedeva affermarsi le prime esperienze della musica atonale. In un brevissimo volgere di anni, il primo conflitto mondiale segnerà una cesura brusca, con il raggelarsi del precedente, energetico vitalismo in elementari geometrie urbane, ora omologate al precisionismo di congegni meccanici, ora segnate in area post-metafisica da un inquietante senso della monotonia e del vuoto, il contraltare di un’ormai disincantata esperienza del vivere nella città moderna. La mostra presentava una sequenza di 177 opere, di area europea e statunitense, fra dipinti, disegni, incisioni, fotografie, filmati, con l’intento di testimoniare la pluralità degli sguardi allora portati sulla variegata fenomenologia del contesto urbano, in un susseguirsi di letture contrastate, ma che, nella loro contiguità, rivelavano un comune afflato epico e persistenze tematiche, dalle strade trafficate all’invadenza dei messaggi pubblicitari, dagli snodi e fulcri simbolici quali i ponti, le fabbriche, gli spazi di divertimento, fino alle proiezioni immaginifiche e avveniristiche. Il catalogo comprendeva le presentazioni delle diverse sezioni, ordinate appunto per temi, redatte dalle due curatrici, e una serie di saggi critici, con aggiornata informazione bibliografica, ad opera delle stesse curatrici e di studiosi italiani e stranieri, centrati su una lettura ravvicinata di come gli artisti avessero vissuto e trasposto in figura realtà urbane significative quanto singolarizzate, Milano e Parigi, Berlino e New York.
Metropolis, la città nell'immaginario delle avanguardie 1910-1920 / M. G. Messina; M. M. Lamberti. - STAMPA. - (2006), pp. 1-350.
Metropolis, la città nell'immaginario delle avanguardie 1910-1920
MESSINA, MARIA GRAZIA;
2006
Abstract
Catalogo della mostra omonima, ideata e curata da Maria Grazia Messina con Mimita Lamberti, aperta a Torino, Galleria d’Arte Moderna, 4 febbraio- 4 giugno 2006. Edizione bilingue, italiana/inglese. La mostra era centrata sul tema della visione e interpretazione della città nell’arte delle prime avanguardie, fra 1910 e 1920. Il tema della “città che sale”, lungi dall’essere una prerogativa del futurista Umberto Boccioni, veniva così documentato come strutturale all’immaginario delle avanguardie, la cui revisione linguistica è tutt’uno con un’esperienza percettiva accelerata, quanto frammentaria e molteplice, dovuta al progresso tecnologico della seconda rivoluzione industriale: velocità di spostamenti fra tranvie, auto e metro, caleidoscopica artificialità della luce elettrica, simultaneità delle radiocomunicazioni. Le opere in mostra dimostravano come gli artisti avessero trasfigurato tali oggettive sollecitazioni in ricerche complesse, a loro volta segnate da riflussi fra dislocazioni spaziali dei cubisti, simultaneità di compenetrazioni dinamiche dei futuristi, inquiete tensioni e distorsioni degli espressionisti. Tali opere confermavano anche, quanto sul versante della nascente astrazione, la dissonanza e coralità che insieme contraddittoriamente distinguevano il nuovo quadro urbano, avessero suggerito analogie figurative con la polifonia musicale, in un momento, inoltre, che vedeva affermarsi le prime esperienze della musica atonale. In un brevissimo volgere di anni, il primo conflitto mondiale segnerà una cesura brusca, con il raggelarsi del precedente, energetico vitalismo in elementari geometrie urbane, ora omologate al precisionismo di congegni meccanici, ora segnate in area post-metafisica da un inquietante senso della monotonia e del vuoto, il contraltare di un’ormai disincantata esperienza del vivere nella città moderna. La mostra presentava una sequenza di 177 opere, di area europea e statunitense, fra dipinti, disegni, incisioni, fotografie, filmati, con l’intento di testimoniare la pluralità degli sguardi allora portati sulla variegata fenomenologia del contesto urbano, in un susseguirsi di letture contrastate, ma che, nella loro contiguità, rivelavano un comune afflato epico e persistenze tematiche, dalle strade trafficate all’invadenza dei messaggi pubblicitari, dagli snodi e fulcri simbolici quali i ponti, le fabbriche, gli spazi di divertimento, fino alle proiezioni immaginifiche e avveniristiche. Il catalogo comprendeva le presentazioni delle diverse sezioni, ordinate appunto per temi, redatte dalle due curatrici, e una serie di saggi critici, con aggiornata informazione bibliografica, ad opera delle stesse curatrici e di studiosi italiani e stranieri, centrati su una lettura ravvicinata di come gli artisti avessero vissuto e trasposto in figura realtà urbane significative quanto singolarizzate, Milano e Parigi, Berlino e New York.File | Dimensione | Formato | |
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