Contratto usurario e sopravvenienza normativa

CONTRATTO USURARIO E SOPRAVVENIENZA NORMATIVA (abstract) All’apparire della nuova disciplina dell’usura, introdotta con la L. 7 marzo 1996, n. 108, fu subito percepito che le conseguenze civilistiche del reato avrebbero assunto un significato sistematico di gran lunga eccedente la specificità della materia regolata. Due i tratti salienti della riforma: da un lato, la sostituzione dell’art. 644 del codice penale, con la abrogazione del correlato art. 644 bis, in materia di usura impropria; dall’altro, la novellazione del secondo comma dell’art. 1815 del codice civile, circa gli interessi usurari nel contratto di mutuo. La monografia muove da tale innovata disciplina per affrontare, sul piano sistematico, i riflessi della successione di leggi sui rapporti contrattuali pendenti, sotto il particolare angolo visuale della efficacia immediata delle norme ascrivibili all’ordine pubblico intertemporale. Sulla scorta dei risultati di tale riflessione il discorso torna alla disciplina del contratto usurario, risolvendo in particolare il problema della sopravvenuta eccedenza del tasso soglia pattuito, rispetto a quello trimestralmente determinato secondo i criteri di legge. Con riferimento a tale problematica, inquadrati i rapporti tra illiceità e impossibilità giuridica sopravvenute, l’opera - superando l’idea, rivelatasi inadeguata, della nullità sopravvenuta - ricostruisce in termini di inefficacia parziale sopravvenuta la disciplina del rapporto. In tale contesto, optando per la applicabilità della disciplina posta dall’art. 1464 (in luogo di quella enunciata dall’art. 1258), la costruzione proposta perviene ad escludere l’ammissibilità del recesso dal contratto, da parte del contraente non protetto, nel caso di sopravvenuta parziale illiceità della prestazione.