Il saggio ha ad oggetto l'attenzione prestata a livello comunitario nei confronti degli strumenti di partecipazione in senso lato, dal momento che i canali di dialogo accessibili a tutti gli individui e aperti lungo l'intero processo decisionale sono praticamente assenti o di scarsa rilevanza. La prima parte del lavoro concerne gli strumenti di partecipazione in sede comunitaria; la seconda, invece, evidenzia come le scelte comunitarie contribuiscano, in alcuni casi, a realizzare occasioni di partecipazione all'interno dei singoli Stati membri. Il lavoro si propone di verificare se gli istituti creati siano in grado di dar voce a quegli interessi che rimangono fuori dai canali della democrazia rappresentativa o, comunque, da quelle forme di partecipazione che esprimono pur sempre interessi organizzati, allo scopo di accertare se nella politica dell'Unione Europea venga prestata attenzione alle sole voci corporative della società civile, oppure se vi sia la possibilità di intervenire anche da parte di coloro che esprimono valori e principi comuni a tutti gli individui, senza perseguire alcun fine economico o settoriale, in funzione di stimolo per le istituzioni, di possibile cambiamento e di bilanciamento nei confronti degli interessi organizzati prevalenti.

Uno sguardo comunitario sulla democrazia partecipativa / M. Picchi. - In: ASTRID RASSEGNA. - ISSN 2038-1662. - ELETTRONICO. - 95 (12/2009):(2009), pp. 1-21.

Uno sguardo comunitario sulla democrazia partecipativa

PICCHI, MARTA
2009

Abstract

Il saggio ha ad oggetto l'attenzione prestata a livello comunitario nei confronti degli strumenti di partecipazione in senso lato, dal momento che i canali di dialogo accessibili a tutti gli individui e aperti lungo l'intero processo decisionale sono praticamente assenti o di scarsa rilevanza. La prima parte del lavoro concerne gli strumenti di partecipazione in sede comunitaria; la seconda, invece, evidenzia come le scelte comunitarie contribuiscano, in alcuni casi, a realizzare occasioni di partecipazione all'interno dei singoli Stati membri. Il lavoro si propone di verificare se gli istituti creati siano in grado di dar voce a quegli interessi che rimangono fuori dai canali della democrazia rappresentativa o, comunque, da quelle forme di partecipazione che esprimono pur sempre interessi organizzati, allo scopo di accertare se nella politica dell'Unione Europea venga prestata attenzione alle sole voci corporative della società civile, oppure se vi sia la possibilità di intervenire anche da parte di coloro che esprimono valori e principi comuni a tutti gli individui, senza perseguire alcun fine economico o settoriale, in funzione di stimolo per le istituzioni, di possibile cambiamento e di bilanciamento nei confronti degli interessi organizzati prevalenti.
2009
95 (12/2009)
1
21
M. Picchi
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