Le battaglie contro l'analfabetismo, per l'istruzione laica, veramente obbligatoria e non strumentalizzata agli interessi delle classi dominanti, impegnano i socialisti italiani per vari decenni. Si tratta di una lotta parlamentare e pubblicistica nella quale confluiscono marxisti e riformisti, intellettuali, soprattutto, di estrazione democratica e positivistica. L'ideale ispiratore è quello secondo il quale solo l'acquisizione del diritto allo studio, in un paese culturalmente arretrato come l'Italia del 1890, potrebbe realizzare un'effettiva uguaglianza, tra i cittadini, che non sia puramente formale. I «nemici» della libertà e del progresso sono, in primo luogo i clericali, i reazionari, ma la maggiore intransigenza viene invece esercitata contro i liberali che, dimentichi della tradizione laica, minacciano pericolose confluenze con i cattolici. Superato un certo anticlericalismo di maniera, i socialisti acquistano consapevolezza; all'inizio del nuovo secolo Turati ammonisce: «Finché la Chiesa provvede ad una folla di funzioni morali e materiali necessarie, alle quali la società laica non provvede, la Chiesa è e sarà giustamente invincibile». Connessa al problema dell'educazione e dell'emancipazione delle classi subalterne, la «questione femminile» trova il socialismo riformista disomogeneo nelle posizioni e contraddittorio nelle proposte e negli impegni. In campo socialista si assiste quindi soprattutto ad un dibattito in cui emergono vecchie paure e pregiudizi, segni, secondo la Kuliscioff, impegnata, sul tema del suffragio universale, in una «polemica in famiglia» con Turati, di una certa «misoginia» dei socialisti. Su queste problematiche di impegno civile, prima ancora che politico, del socialismo riformista, si svolge la ricerca condotta in questo volume attraverso un'analisi puntuale delle annate della rivista "Critica sociale", diretta dalla nascita fino al 1926 da Filippo Turati con la costante collaborazione di Anna Kuliscioff e con contributi di intellettuali progressisti tra i quali Bissolati, Bonomi, Credaro, Ferrero, Matteotti, Mondolfo, Salvemini, Treves.

Scuola e società nel socialismo riformista (1891-1926)Battaglie per l'istruzione popolare e dibattito sulla «questione femminile» / T. TOMASI; E. CATARSI; L. AMBROSOLI; G. GENOVESI; S. ULIVIERI. - STAMPA. - (1982).

Scuola e società nel socialismo riformista (1891-1926)Battaglie per l'istruzione popolare e dibattito sulla «questione femminile»

CATARSI, ENZO;ULIVIERI, SIMONETTA
1982

Abstract

Le battaglie contro l'analfabetismo, per l'istruzione laica, veramente obbligatoria e non strumentalizzata agli interessi delle classi dominanti, impegnano i socialisti italiani per vari decenni. Si tratta di una lotta parlamentare e pubblicistica nella quale confluiscono marxisti e riformisti, intellettuali, soprattutto, di estrazione democratica e positivistica. L'ideale ispiratore è quello secondo il quale solo l'acquisizione del diritto allo studio, in un paese culturalmente arretrato come l'Italia del 1890, potrebbe realizzare un'effettiva uguaglianza, tra i cittadini, che non sia puramente formale. I «nemici» della libertà e del progresso sono, in primo luogo i clericali, i reazionari, ma la maggiore intransigenza viene invece esercitata contro i liberali che, dimentichi della tradizione laica, minacciano pericolose confluenze con i cattolici. Superato un certo anticlericalismo di maniera, i socialisti acquistano consapevolezza; all'inizio del nuovo secolo Turati ammonisce: «Finché la Chiesa provvede ad una folla di funzioni morali e materiali necessarie, alle quali la società laica non provvede, la Chiesa è e sarà giustamente invincibile». Connessa al problema dell'educazione e dell'emancipazione delle classi subalterne, la «questione femminile» trova il socialismo riformista disomogeneo nelle posizioni e contraddittorio nelle proposte e negli impegni. In campo socialista si assiste quindi soprattutto ad un dibattito in cui emergono vecchie paure e pregiudizi, segni, secondo la Kuliscioff, impegnata, sul tema del suffragio universale, in una «polemica in famiglia» con Turati, di una certa «misoginia» dei socialisti. Su queste problematiche di impegno civile, prima ancora che politico, del socialismo riformista, si svolge la ricerca condotta in questo volume attraverso un'analisi puntuale delle annate della rivista "Critica sociale", diretta dalla nascita fino al 1926 da Filippo Turati con la costante collaborazione di Anna Kuliscioff e con contributi di intellettuali progressisti tra i quali Bissolati, Bonomi, Credaro, Ferrero, Matteotti, Mondolfo, Salvemini, Treves.
1982
5082350
T. TOMASI; E. CATARSI; L. AMBROSOLI; G. GENOVESI; S. ULIVIERI
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