La monografia prende in esame l''italianismo' di William Butler Yeats e la fortuna del poeta irlandese nella poesia e nella critica italiana. Il lavoro è suddiviso in tre parti. La prima esamina la presenza, l'influenza e la suggestione delle "learned Italian things" sull'opera del poeta irlandese. Attraverso un'attenta ricognizione delle letture di Yeats, verificata esaminando i volumi, talvolta contenenti preziose annotazioni, presenti nella biblioteca del poeta custodita dalla figlia Anne, e grazie a un costante riferimento ai testi, vengono analizzati e discussi con efficacia gli influssi italiani più marcatamente presenti nella produzione del Nobel irlandese. In questo capitolo è presentato nella sua interezza il carteggio in gran parte inedito tra Yeats e il filosofo Mario Manlio Rossi. Nella seconda parte viene esaminata l'influenza e la fascinazione esercitata dall'opera di Yeats su quattro poeti italiani: Eugenio Montale, Sergio Solmi e Giovanni Giudici, che di Yeats tradussero alcune poesie, e Lucio Piccolo, che col poeta irlandese intrattenne un breve scambio epistolare, anch'esso ancora parzialmente inedito. La terza parte presenta in dettaglio la fortuna critica di Yeats nel nostro paese: la disamina critica della ricezione dell'opera yeatsiana è seguita da una bibliografia ragionata delle traduzioni e dei contributi critici che, per la sua mole e minuziosità descrittiva, costituisce un definitivo assessment della penetrazione dell'opera di Yeats in Italia e, finalmente, smentisce quanto affermato da K.P.S. Jochum, il maggior bibliografo yeatsiano, che "the Italian reception of Yeats remains to be written".
W. B. Yeats e la cultura italiana / F. FANTACCINI. - ELETTRONICO. - (2009), p. 1-339.
W. B. Yeats e la cultura italiana
FANTACCINI, FIORENZO
2009
Abstract
La monografia prende in esame l''italianismo' di William Butler Yeats e la fortuna del poeta irlandese nella poesia e nella critica italiana. Il lavoro è suddiviso in tre parti. La prima esamina la presenza, l'influenza e la suggestione delle "learned Italian things" sull'opera del poeta irlandese. Attraverso un'attenta ricognizione delle letture di Yeats, verificata esaminando i volumi, talvolta contenenti preziose annotazioni, presenti nella biblioteca del poeta custodita dalla figlia Anne, e grazie a un costante riferimento ai testi, vengono analizzati e discussi con efficacia gli influssi italiani più marcatamente presenti nella produzione del Nobel irlandese. In questo capitolo è presentato nella sua interezza il carteggio in gran parte inedito tra Yeats e il filosofo Mario Manlio Rossi. Nella seconda parte viene esaminata l'influenza e la fascinazione esercitata dall'opera di Yeats su quattro poeti italiani: Eugenio Montale, Sergio Solmi e Giovanni Giudici, che di Yeats tradussero alcune poesie, e Lucio Piccolo, che col poeta irlandese intrattenne un breve scambio epistolare, anch'esso ancora parzialmente inedito. La terza parte presenta in dettaglio la fortuna critica di Yeats nel nostro paese: la disamina critica della ricezione dell'opera yeatsiana è seguita da una bibliografia ragionata delle traduzioni e dei contributi critici che, per la sua mole e minuziosità descrittiva, costituisce un definitivo assessment della penetrazione dell'opera di Yeats in Italia e, finalmente, smentisce quanto affermato da K.P.S. Jochum, il maggior bibliografo yeatsiano, che "the Italian reception of Yeats remains to be written".File | Dimensione | Formato | |
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