L’obiettivo del nostro lavoro sarà in primo luogo quello di giungere, partendo dagli aspetti principali della peculiare fenomenologia assunta dalla crisi (par. 1), alla definizione dei meccanismi di trasmissione e dei fattori di differenziazione tra economie e settori. Sulla base delle acquisizioni raggiunte mostreremo alcuni mutamenti rilevanti della configurazione dei processi di produzione a livello internazionale. Il punto cruciale dalla nostra analisi è quindi la tesi che la morfologia evolutiva di settori produttivi e unità economiche induce a ri-concettualizzare l’impresa e lo spazio economico-territoriale. Da qui discende, a nostro avviso, la necessità di una riflessione sulle basi ontologiche per l’analisi dell’evoluzione dei sistemi economici a differente scala. L’analisi si sviluppa secondo una determinata sequenza, che risponde a precise domande di ricerca: i) quali sono i fattori rilevanti delle fenomenologia della crisi iniziata nel 2007?; ii) quali meccanismi basilari hanno agito nel determinare i differenti mutamenti economico-produttivi e geo-economici a livello internazionale?; iii) quali sono gli strumenti teorici più appropriati per comprendere sia la tipologia degli agenti economici, sia la dinamica evolutiva dei sistemi di relazioni tra di essi?; iv) quale spazio delle possibilità apre la morfologia evolutiva delle imprese all’interno dei processi di ri-agglomerazione delle attività economiche?. Cercheremo dapprima di evidenziare quali sono stati i fattori tecno-economici che hanno spinto a una dis-agglomerazione delle attività economico-produttive (par. 2): dalla distribuzione internazionale dei cicli produttivi alla crescente specializzazione verticale delle economie, dall’aumento delle interdipendenze tra queste ultime all’aumento della scala dei flussi (di merci, servizi, informazioni). In seguito (par. 3) mostreremo come i cambiamenti portati dal cosiddetto «secondo unbundling» abbiano avuto ripercussioni diversificate nei differenti spazi geo-economici. I paesi dell’Asian free trade area (da ora Afta) hanno registrato andamenti della produzione e delle proprie bilance commerciali differenti (talvolta diametralmente opposti) rispetto all’area europea o al nord America (par. 3.1), a loro volta anche i paesi all’interno delle singole aree sembrano aver affrontato i processi di frammentazione internazionale della produzione con significative differenze sia nelle politiche adottate che nei risultati conseguiti. A titolo esemplificativo di quest’ultima tendenza verrà mostrato nel par. 3.2 una comparazione tra i principali indici di Germania e Italia. Nel par. 4 viene poi argomentato come le evidenze empiriche, relative al nuovo assetto della configurazione tecno-produttiva della produzione internazionale, inducano a una riconcettualizzazione della base ontologica di riferimento per l’analisi dei sistemi economici, parendo dalla tipologia degli agenti e dalle loro funzioni. La presenza di entità economico-produttive (global value chains, global production networks), che assumono nuove configurazioni relazionali molto differenti da quelle del passato, ci porta a riconsiderare i concetti di spazio e di agglomerazione rispetto a quelli che sono stati i riferimenti nell’economia reale e nei modelli teorici fino ad ora. L’evoluzione della geometria connettiva che si instaura tra macro-strutture (hypernetwork), le peculiari meso-proprietà (quelle delle configurazioni delle reti) e il ruolo delle micro-entità economiche rendono infatti necessaria la ricerca di nuove traiettorie di ricerca che possano catturare la presenza dei processi multi-scala che operano nelle interrelazioni economico-produttive. Nell’ultima parte del nostro lavoro tenteremo (par 5) di evidenziare come i meccanismi di trasmissione che hanno condotto alla dis-agglomerazione dei processi e delle attività produttive non rappresentino, come spesso si è portati a credere, un punto di arrivo della dinamica tecno-economica. Al contrario, sembra essere plausibile pensare a questi meccanismi come a processi evolutivi che possano portare a forme di ri-agglomerazione differenti, in base alle peculiarità della morfologia evolutiva delle imprese.

Strategie di aiuto allo sviluppo: windows of opportunities e strategie di bootstrapping / M.LOMBARDI; M.MACCHI. - STAMPA. - (2013), pp. 43-62.

Strategie di aiuto allo sviluppo: windows of opportunities e strategie di bootstrapping

LOMBARDI, MAURO;MACCHI, MARIKA
2013

Abstract

L’obiettivo del nostro lavoro sarà in primo luogo quello di giungere, partendo dagli aspetti principali della peculiare fenomenologia assunta dalla crisi (par. 1), alla definizione dei meccanismi di trasmissione e dei fattori di differenziazione tra economie e settori. Sulla base delle acquisizioni raggiunte mostreremo alcuni mutamenti rilevanti della configurazione dei processi di produzione a livello internazionale. Il punto cruciale dalla nostra analisi è quindi la tesi che la morfologia evolutiva di settori produttivi e unità economiche induce a ri-concettualizzare l’impresa e lo spazio economico-territoriale. Da qui discende, a nostro avviso, la necessità di una riflessione sulle basi ontologiche per l’analisi dell’evoluzione dei sistemi economici a differente scala. L’analisi si sviluppa secondo una determinata sequenza, che risponde a precise domande di ricerca: i) quali sono i fattori rilevanti delle fenomenologia della crisi iniziata nel 2007?; ii) quali meccanismi basilari hanno agito nel determinare i differenti mutamenti economico-produttivi e geo-economici a livello internazionale?; iii) quali sono gli strumenti teorici più appropriati per comprendere sia la tipologia degli agenti economici, sia la dinamica evolutiva dei sistemi di relazioni tra di essi?; iv) quale spazio delle possibilità apre la morfologia evolutiva delle imprese all’interno dei processi di ri-agglomerazione delle attività economiche?. Cercheremo dapprima di evidenziare quali sono stati i fattori tecno-economici che hanno spinto a una dis-agglomerazione delle attività economico-produttive (par. 2): dalla distribuzione internazionale dei cicli produttivi alla crescente specializzazione verticale delle economie, dall’aumento delle interdipendenze tra queste ultime all’aumento della scala dei flussi (di merci, servizi, informazioni). In seguito (par. 3) mostreremo come i cambiamenti portati dal cosiddetto «secondo unbundling» abbiano avuto ripercussioni diversificate nei differenti spazi geo-economici. I paesi dell’Asian free trade area (da ora Afta) hanno registrato andamenti della produzione e delle proprie bilance commerciali differenti (talvolta diametralmente opposti) rispetto all’area europea o al nord America (par. 3.1), a loro volta anche i paesi all’interno delle singole aree sembrano aver affrontato i processi di frammentazione internazionale della produzione con significative differenze sia nelle politiche adottate che nei risultati conseguiti. A titolo esemplificativo di quest’ultima tendenza verrà mostrato nel par. 3.2 una comparazione tra i principali indici di Germania e Italia. Nel par. 4 viene poi argomentato come le evidenze empiriche, relative al nuovo assetto della configurazione tecno-produttiva della produzione internazionale, inducano a una riconcettualizzazione della base ontologica di riferimento per l’analisi dei sistemi economici, parendo dalla tipologia degli agenti e dalle loro funzioni. La presenza di entità economico-produttive (global value chains, global production networks), che assumono nuove configurazioni relazionali molto differenti da quelle del passato, ci porta a riconsiderare i concetti di spazio e di agglomerazione rispetto a quelli che sono stati i riferimenti nell’economia reale e nei modelli teorici fino ad ora. L’evoluzione della geometria connettiva che si instaura tra macro-strutture (hypernetwork), le peculiari meso-proprietà (quelle delle configurazioni delle reti) e il ruolo delle micro-entità economiche rendono infatti necessaria la ricerca di nuove traiettorie di ricerca che possano catturare la presenza dei processi multi-scala che operano nelle interrelazioni economico-produttive. Nell’ultima parte del nostro lavoro tenteremo (par 5) di evidenziare come i meccanismi di trasmissione che hanno condotto alla dis-agglomerazione dei processi e delle attività produttive non rappresentino, come spesso si è portati a credere, un punto di arrivo della dinamica tecno-economica. Al contrario, sembra essere plausibile pensare a questi meccanismi come a processi evolutivi che possano portare a forme di ri-agglomerazione differenti, in base alle peculiarità della morfologia evolutiva delle imprese.
2013
FrancoAngeli
M.Biggeri, G.Canitano
Temi avanzati di economia e politica dell’aiuto allo sviluppo
43
62
M.LOMBARDI; M.MACCHI
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