Il volume nasce dall’esigenza di comprendere e far comprendere l’importanza di un rapporto armonico tra città e territorio. Pienza e la Val d’Orcia – cui è stato ad entrambi conferito il titolo di “patrimonio universale dell’umanità” – costituiscono in tal senso un caso esemplare d’integrazione tra uomo e natura, tra le forme degli insediamenti e il contesto ambientale in cui queste si sono venute a sviluppare. Prendere a modello tale binomio inscindibile può contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una radicale revisione degli attuali modi di gestione del territorio, massimo patrimonio storicamente ereditato, senza il quale la civiltà non sarebbe nemmeno immaginabile. Ricostruirne le vicende secolari che hanno portato nello specifico alla formazione di tale delicato equilibrio è stato l’obbiettivo prioritario del nuovo Museo della città e del territorio di Pienza, di cui qui si presentano i temi che fanno da filo conduttore dell’iter espositivo. La peculiarità del Museo sta nel fatto che gli “oggetti artistici” – Pienza e la Vald’Orcia – si trovano “fuori” e pertanto già stati apprezzati visivamente dal visitatore, che ha però “dentro” la possibilità di approfondirne la conoscenza e di riuscire a farsi un’idea meno vaga delle tappe che hanno portato a realizzare questo mirabile risultato, frutto del lavoro incessante e continuo delle generazioni e delle culture che si sono succedute nel tempo. Sono così passati in rassegna gli insediamenti tipici che nel corso dei secoli hanno in Val dìOrcia preceduto Pienza, che nasce come “idea di città”sulla base di una radicale trasformazione dalla Corsignano medievale, per volontà di Aeneas Silvio Piccolomini, divenuto papa nel 1458 con il nome di Pio II. In soli tre anni (dal 14569 al 1462) questa grande figura di umanista fece portare a termine all’architetto fiorentino Bernardo Gamberelli detto il Rossellino, con la consulenza dell’Alberti, il progetto di rinnovamento dell’intero borgo, divenuto città soprattutto per la qualità “urbana” dell’architettura, ancora più sorprendente poiché inerente a una dimensione”minimale” di uno spazio a misura d’uomo. Città dunque unica per coerenza e unità stilistica, quasi come pensata da una sola testa e realizzata da una sola mano: non a caso perciò unanimemente riconosciuta tra gli esempi più significativi del primo Rinascimento.

Pienza forma urbis. materiali per il museo della città e del territorio / G.Cataldi; F.Formichi. - STAMPA. - (2007), pp. 1-128.

Pienza forma urbis. materiali per il museo della città e del territorio

CATALDI, GIANCARLO;
2007

Abstract

Il volume nasce dall’esigenza di comprendere e far comprendere l’importanza di un rapporto armonico tra città e territorio. Pienza e la Val d’Orcia – cui è stato ad entrambi conferito il titolo di “patrimonio universale dell’umanità” – costituiscono in tal senso un caso esemplare d’integrazione tra uomo e natura, tra le forme degli insediamenti e il contesto ambientale in cui queste si sono venute a sviluppare. Prendere a modello tale binomio inscindibile può contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una radicale revisione degli attuali modi di gestione del territorio, massimo patrimonio storicamente ereditato, senza il quale la civiltà non sarebbe nemmeno immaginabile. Ricostruirne le vicende secolari che hanno portato nello specifico alla formazione di tale delicato equilibrio è stato l’obbiettivo prioritario del nuovo Museo della città e del territorio di Pienza, di cui qui si presentano i temi che fanno da filo conduttore dell’iter espositivo. La peculiarità del Museo sta nel fatto che gli “oggetti artistici” – Pienza e la Vald’Orcia – si trovano “fuori” e pertanto già stati apprezzati visivamente dal visitatore, che ha però “dentro” la possibilità di approfondirne la conoscenza e di riuscire a farsi un’idea meno vaga delle tappe che hanno portato a realizzare questo mirabile risultato, frutto del lavoro incessante e continuo delle generazioni e delle culture che si sono succedute nel tempo. Sono così passati in rassegna gli insediamenti tipici che nel corso dei secoli hanno in Val dìOrcia preceduto Pienza, che nasce come “idea di città”sulla base di una radicale trasformazione dalla Corsignano medievale, per volontà di Aeneas Silvio Piccolomini, divenuto papa nel 1458 con il nome di Pio II. In soli tre anni (dal 14569 al 1462) questa grande figura di umanista fece portare a termine all’architetto fiorentino Bernardo Gamberelli detto il Rossellino, con la consulenza dell’Alberti, il progetto di rinnovamento dell’intero borgo, divenuto città soprattutto per la qualità “urbana” dell’architettura, ancora più sorprendente poiché inerente a una dimensione”minimale” di uno spazio a misura d’uomo. Città dunque unica per coerenza e unità stilistica, quasi come pensata da una sola testa e realizzata da una sola mano: non a caso perciò unanimemente riconosciuta tra gli esempi più significativi del primo Rinascimento.
2007
9788888149295
1
128
G.Cataldi; F.Formichi
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