La musica -arte elementare, come ebbe a definirla Hegel- è nudità di suono ma nasconde, per la poesia che è il suo pensiero, una possibilità infinita di senso: essa custodisce, come il divino, il segreto di ogni forma. La dialettica tra suono e senso, tra forma e dissoluzioe, tra pittura e musica, insita nell'atto poetico, ha nello strumento musicale una sua immediata rappresentazione: quale altro oggetto infatti racchiude in sé il paradosso di una forma in perpetua dissipazione acustica? E' la diadi arco-lira - che dobbiamo ad Eraclito e che già noti autori quali O. Paz hanno accolto a metafora della poesia - a riproporre in seno alla modernità la vitalità e l'enigmaticità di tale nesso. Mentre la lira è icona servile della rappresentazione e allegoria della poesia come edificazione di forme, l'arco musicale -sua matrice- è il simbolo: esso detiene, come l'arco da caccia in perpetua tensione, il mistero di un legame tra la causa e il suo effetto, tra il suono e il senso. Oggetto regressivo del "re-cordare", l'arco musicale è infatti il simulacro di un'azione efficace - la caccia rituale come possesso carnale dell'alterità - che rivive attraverso il suo effetto acustico: morte a distanza. Sul mistero di tale sacrificio fondatore indaga la poesia mentre, sulla scia del suono che è freccia scoccata e sua metafora, intraprende il viaggio a ritroso verso la propria origine. Così è mantenuta in essere la dialettica tra identità e alterità - tra il divino e l'umano - e assicurata, al contempo, la continuità rituale tra morte e vita. Avvaledosi dell'apporto di altre scienze umane (filosofia, etnologia, antropologia, musicologia, organologia, linguistica) questo studio mette in risalto i tratti comuni tra l'immaginario poetico e quello rituale primitivo - che attribuiva al suono una centralità simbolica e, insieme, sacrificale - e li confronta con le finalità estetiche della musica (e della poesia stessa) nelle culture positive e secolari.

L'arco e la lira. Musica e sacrificio nel secondo Ottocento francese. Con uno scritto di Yves Bonnefoy / M. Landi. - STAMPA. - (2006), pp. 3-475.

L'arco e la lira. Musica e sacrificio nel secondo Ottocento francese. Con uno scritto di Yves Bonnefoy.

LANDI, MICHELA
2006

Abstract

La musica -arte elementare, come ebbe a definirla Hegel- è nudità di suono ma nasconde, per la poesia che è il suo pensiero, una possibilità infinita di senso: essa custodisce, come il divino, il segreto di ogni forma. La dialettica tra suono e senso, tra forma e dissoluzioe, tra pittura e musica, insita nell'atto poetico, ha nello strumento musicale una sua immediata rappresentazione: quale altro oggetto infatti racchiude in sé il paradosso di una forma in perpetua dissipazione acustica? E' la diadi arco-lira - che dobbiamo ad Eraclito e che già noti autori quali O. Paz hanno accolto a metafora della poesia - a riproporre in seno alla modernità la vitalità e l'enigmaticità di tale nesso. Mentre la lira è icona servile della rappresentazione e allegoria della poesia come edificazione di forme, l'arco musicale -sua matrice- è il simbolo: esso detiene, come l'arco da caccia in perpetua tensione, il mistero di un legame tra la causa e il suo effetto, tra il suono e il senso. Oggetto regressivo del "re-cordare", l'arco musicale è infatti il simulacro di un'azione efficace - la caccia rituale come possesso carnale dell'alterità - che rivive attraverso il suo effetto acustico: morte a distanza. Sul mistero di tale sacrificio fondatore indaga la poesia mentre, sulla scia del suono che è freccia scoccata e sua metafora, intraprende il viaggio a ritroso verso la propria origine. Così è mantenuta in essere la dialettica tra identità e alterità - tra il divino e l'umano - e assicurata, al contempo, la continuità rituale tra morte e vita. Avvaledosi dell'apporto di altre scienze umane (filosofia, etnologia, antropologia, musicologia, organologia, linguistica) questo studio mette in risalto i tratti comuni tra l'immaginario poetico e quello rituale primitivo - che attribuiva al suono una centralità simbolica e, insieme, sacrificale - e li confronta con le finalità estetiche della musica (e della poesia stessa) nelle culture positive e secolari.
2006
9788877817686
3
475
M. Landi
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