Nel periodo compreso fra le due guerre mondiali l'Italia vive una stagione di particolari difficoltà economiche, derivanti da una scelta autarchica penalizzante per il nostro sistema produttivo. Gli economisti si interrogano sulla collocazione del paese nel più ampio contesto europeo e mondiale e dibattono sulla capacità delle diverse soluzioni di costruire un sistema internazionale fondato su rapporti pacifici. Il lavoro ha lo scopo di ricostruire le varie posizioni che si confrontano fra gli economisti italiani sul tema della pace e della cooperazione economica in Europa nel periodo compreso fra le due guerre mondiali. Si evidenziano così le riflessioni di coloro i quali, sulla scia della tradizione classica e delle argomentazioni espresse nel 1917 da Schumpeter, ritengono il potenziamento dei commerci come la soluzione ottirnale per favorire pacifici rapporti fra Stati. Ma emergono anche le tesi di chi ritiene insufficiente il semplice ricorso ad accordi commerciali, nella convinzione che la pace sia il frutto di una più stretta collaborazione istituzionale. I nostri economisti si collocano perlopiù in posizioni intermedie fra le opzioni estreme del liberismo internazionalista volto al semplice ripristino del gold standard e della Società delle Nazioni e del federalismo costituzionale europeo (Agnelli, Cabiati, Einaudi). Dalla Volta, Mazzei, Jannaccone, Vito, Fanno, Bertolino, Gini, ciascuno con le proprie specificità, riaffermano la preferenza (di stampo keynesiano) per la costruzione di un nuovo ordine economico internazionale fondato certo sulla più stretta cooperazione fra Stati, ma da realizzarsi solo una volta che ciascuno di essi avesse rafforzato condizioni di stabilità e di crescita nel proprio paese.
Before Bretton Woods Italian Economists on Peace and European Cooperation, 1919-1942 / G.Gioli. - STAMPA. - (2007), pp. 191-207.
Before Bretton Woods Italian Economists on Peace and European Cooperation, 1919-1942
GIOLI, GABRIELLA
2007
Abstract
Nel periodo compreso fra le due guerre mondiali l'Italia vive una stagione di particolari difficoltà economiche, derivanti da una scelta autarchica penalizzante per il nostro sistema produttivo. Gli economisti si interrogano sulla collocazione del paese nel più ampio contesto europeo e mondiale e dibattono sulla capacità delle diverse soluzioni di costruire un sistema internazionale fondato su rapporti pacifici. Il lavoro ha lo scopo di ricostruire le varie posizioni che si confrontano fra gli economisti italiani sul tema della pace e della cooperazione economica in Europa nel periodo compreso fra le due guerre mondiali. Si evidenziano così le riflessioni di coloro i quali, sulla scia della tradizione classica e delle argomentazioni espresse nel 1917 da Schumpeter, ritengono il potenziamento dei commerci come la soluzione ottirnale per favorire pacifici rapporti fra Stati. Ma emergono anche le tesi di chi ritiene insufficiente il semplice ricorso ad accordi commerciali, nella convinzione che la pace sia il frutto di una più stretta collaborazione istituzionale. I nostri economisti si collocano perlopiù in posizioni intermedie fra le opzioni estreme del liberismo internazionalista volto al semplice ripristino del gold standard e della Società delle Nazioni e del federalismo costituzionale europeo (Agnelli, Cabiati, Einaudi). Dalla Volta, Mazzei, Jannaccone, Vito, Fanno, Bertolino, Gini, ciascuno con le proprie specificità, riaffermano la preferenza (di stampo keynesiano) per la costruzione di un nuovo ordine economico internazionale fondato certo sulla più stretta cooperazione fra Stati, ma da realizzarsi solo una volta che ciascuno di essi avesse rafforzato condizioni di stabilità e di crescita nel proprio paese.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
pour la paix en europe.pdf
Accesso chiuso
Tipologia:
Versione finale referata (Postprint, Accepted manuscript)
Licenza:
Tutti i diritti riservati
Dimensione
589.07 kB
Formato
Adobe PDF
|
589.07 kB | Adobe PDF | Richiedi una copia |
I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.