L’edificio nasce come centro di raccolta e trattamento della produzione locale del dattero, da realizzarsi in alcuni esemplari in Iraq, provincia del Dhi Qar, della quale è capoluogo la città di Nassiriya. La progettazione dell’edificio è stata preceduta da contatti diretti con tecnici iracheni che hanno seguito a Firenze corsi di aggiornamento tenuti dal DIAF ed è stata influenzata da molti fattori, fra i quali i principali: il clima, l’ambiente socio-culturale, la particolare situazione di precarietà della sicurezza, gli orientamenti espressi dai tecnici locali, la disponibilità dei materiali da costruzione locali. La conformazione generale dell’edificio, completamente chiuso su tre lati e fortemente difeso sul quarto, nasce non solo da evidenti motivi di sicurezza: la disposizione a cortile interno è tipica dell’ambito mediorientale, dove viene adottata non solo per ragioni di abitudini di vita, ma anche per la sua vocazione allo svilupparsi della ventilazione naturale. Infatti i sistemi di raffrescamento a circolazione d’aria, tipici nelle costruzioni tradizionali di tutto il medio oriente, trovano particolare sviluppo in Iraq, segnatamente a Bagdad, dove è ampiamente diffuso l’uso delle tipiche “torri del vento”, i cui principi di funzionamento sono stati ripresi nel secolo scorso dall’architetto egiziano Hassan Fathy e, per quanto possibile, applicati in questo progetto. Là dove le esigenze del fabbricato che, comunque, doveva innanzitutto espletare le funzioni proprie del “date processing”, non permettevano l’impiego di tecniche di ventilazione, si è optato per l’adozione di isolanti poveri e reperibili sul posto, quali strati alternati di terra sciolta e foglie di palma seccate. Solo dove non era possibile adottare altre soluzioni si è ricorsi ai fogli di alluminio riflettenti.
Progetto di edificio per il trattamento dei datteri, situato in ambiente a clima caldo e in situazione di pericolosità diffusa, con l’applicazione di tecniche di raffrescamento passivo / M.BARBARI; M.MONTI; G. ROSSI; S. SIMONINI; F. SORBETTI GUERRI. - ELETTRONICO. - (2009), pp. 1-12. (Intervento presentato al convegno Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria tenutosi a Ischia Porto nel 12-16 settembre 2009).
Progetto di edificio per il trattamento dei datteri, situato in ambiente a clima caldo e in situazione di pericolosità diffusa, con l’applicazione di tecniche di raffrescamento passivo
BARBARI, MATTEO;MONTI, MASSIMO;ROSSI, GIUSEPPE;SIMONINI, STEFANO;SORBETTI GUERRI, FRANCESCO
2009
Abstract
L’edificio nasce come centro di raccolta e trattamento della produzione locale del dattero, da realizzarsi in alcuni esemplari in Iraq, provincia del Dhi Qar, della quale è capoluogo la città di Nassiriya. La progettazione dell’edificio è stata preceduta da contatti diretti con tecnici iracheni che hanno seguito a Firenze corsi di aggiornamento tenuti dal DIAF ed è stata influenzata da molti fattori, fra i quali i principali: il clima, l’ambiente socio-culturale, la particolare situazione di precarietà della sicurezza, gli orientamenti espressi dai tecnici locali, la disponibilità dei materiali da costruzione locali. La conformazione generale dell’edificio, completamente chiuso su tre lati e fortemente difeso sul quarto, nasce non solo da evidenti motivi di sicurezza: la disposizione a cortile interno è tipica dell’ambito mediorientale, dove viene adottata non solo per ragioni di abitudini di vita, ma anche per la sua vocazione allo svilupparsi della ventilazione naturale. Infatti i sistemi di raffrescamento a circolazione d’aria, tipici nelle costruzioni tradizionali di tutto il medio oriente, trovano particolare sviluppo in Iraq, segnatamente a Bagdad, dove è ampiamente diffuso l’uso delle tipiche “torri del vento”, i cui principi di funzionamento sono stati ripresi nel secolo scorso dall’architetto egiziano Hassan Fathy e, per quanto possibile, applicati in questo progetto. Là dove le esigenze del fabbricato che, comunque, doveva innanzitutto espletare le funzioni proprie del “date processing”, non permettevano l’impiego di tecniche di ventilazione, si è optato per l’adozione di isolanti poveri e reperibili sul posto, quali strati alternati di terra sciolta e foglie di palma seccate. Solo dove non era possibile adottare altre soluzioni si è ricorsi ai fogli di alluminio riflettenti.File | Dimensione | Formato | |
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