I nuovi luoghi della morte e il ritorno della Nera Signora nella società contemporanea costituiscono il fuoco dell’attenzione di molti tanatologi, guidati dalla constatazione di un suo forte protagonismo sui media e nell’accademia e contenti di aver individuato per essa nuovi luoghi ad hoc, come gli hospice. Non possiamo far altro, quindi, che sostenere che la nostra società ha accolto la morte e le sue rappresentazioni, seppur destinandole in spazi e luoghi particolari, sia dell’immaginario, sia del reale. Attraverso una ricostruzione storica e un’analisi mirata principalmente a due particolari modalità di presa di distacco dalla morte, la rappresentazione mediatica e la medicalizzazione del fine vita, il libro traccia il percorso dei luoghi della morte fino ad arrivare al momento presente in cui, se dobbiamo dire che la morte è protagonista, dobbiamo anche ammettere che la nostra società ha dimenticato i morenti e i morti, cui sembra incapace di dare una collocazione simbolica e fisica che non consista in velato tentativo di allontanamento. I media realizzano questo allontanamento dei morti dalle nostre vite quotidiane, quasi a proteggerci da un’eventuale contaminazione mortale che potrebbe diffondersi e assalirci, mentre le nuove istituzioni sanitarie ci insegnano a fronteggiare la paura della morte sostenendoci e aiutandoci. Entrambi sembrano volerci rassicurare che è possibile tenere sotto controllo questo grande ostacolo e proseguire il nostro cammino verso la felicità.
Immortalati. L'angoscia della morte e il divenire eterni / Silvia Pezzoli. - STAMPA. - (2010), pp. 1-151.
Immortalati. L'angoscia della morte e il divenire eterni
Silvia Pezzoli
2010
Abstract
I nuovi luoghi della morte e il ritorno della Nera Signora nella società contemporanea costituiscono il fuoco dell’attenzione di molti tanatologi, guidati dalla constatazione di un suo forte protagonismo sui media e nell’accademia e contenti di aver individuato per essa nuovi luoghi ad hoc, come gli hospice. Non possiamo far altro, quindi, che sostenere che la nostra società ha accolto la morte e le sue rappresentazioni, seppur destinandole in spazi e luoghi particolari, sia dell’immaginario, sia del reale. Attraverso una ricostruzione storica e un’analisi mirata principalmente a due particolari modalità di presa di distacco dalla morte, la rappresentazione mediatica e la medicalizzazione del fine vita, il libro traccia il percorso dei luoghi della morte fino ad arrivare al momento presente in cui, se dobbiamo dire che la morte è protagonista, dobbiamo anche ammettere che la nostra società ha dimenticato i morenti e i morti, cui sembra incapace di dare una collocazione simbolica e fisica che non consista in velato tentativo di allontanamento. I media realizzano questo allontanamento dei morti dalle nostre vite quotidiane, quasi a proteggerci da un’eventuale contaminazione mortale che potrebbe diffondersi e assalirci, mentre le nuove istituzioni sanitarie ci insegnano a fronteggiare la paura della morte sostenendoci e aiutandoci. Entrambi sembrano volerci rassicurare che è possibile tenere sotto controllo questo grande ostacolo e proseguire il nostro cammino verso la felicità.File | Dimensione | Formato | |
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