Ad uno sguardo consapevole e profondo la vallata del Rabbi rivela una sua qualità coinvolgente, legata ai frammenti minuti di quelle storie private che così spesso ci sembrano ininfluenti, proprio perché fragili e particolari, ma dove le figure di un microcosmo assai più quotidiano, domestico, intessuto di tradizioni e racconti, pulsante di arti, mestieri, intriso di tutta una sua materialità sommersa, ritrovano un loro diritto di sopravvivenza e di dialogo. Una vallata questa che si disegna attraverso un paesaggio che rende complessità alle osservazioni e particolarmente densi i percorsi, saturandoli di nuovo di uomini e di cose, di atti e attività, di usi e di costumi, e ancor più della corposità delle culture materiali e della fugacità delle idee e quindi ancora di tempo e di storia. La storia degli avvenimenti, dei grandi e a volte tragici appuntamenti e dei grandi personaggi, amalgamata a quella più corrente storia diffusa e profonda e spesso sotterranea, vissuta e sofferta da una moltitudine di esistenze, portatrici dei segni incisi nelle pieghe del territorio e a loro volta custodi degli infiniti gesti sospesi nell’aria pietrificata del passato. Un territorio quello della vallata del Rabbi che va riscoperto nella sua materialità di oggetto vissuto, provato dal tempo e ne va saputo rileggere lo scorrere di flussi vitali sotto la dura scorza delle sue deformazioni con diverse modalità di lettura, ed è quindi necessario spingersi verso quella circolarità della conoscenza che avvicina e allontana l’oggetto delle nostre osservazioni, rendendolo complesso oltre le sue immediate apparenze per conferirgli prospettive e risalti.
Predappio e la valle del Rabbi. Storie del Novecento / U. Tramonti; A. Lucchi. - STAMPA. - (2010), pp. 1-264.
Predappio e la valle del Rabbi. Storie del Novecento
TRAMONTI, ULISSE;LUCCHI, ALESSANDRO
2010
Abstract
Ad uno sguardo consapevole e profondo la vallata del Rabbi rivela una sua qualità coinvolgente, legata ai frammenti minuti di quelle storie private che così spesso ci sembrano ininfluenti, proprio perché fragili e particolari, ma dove le figure di un microcosmo assai più quotidiano, domestico, intessuto di tradizioni e racconti, pulsante di arti, mestieri, intriso di tutta una sua materialità sommersa, ritrovano un loro diritto di sopravvivenza e di dialogo. Una vallata questa che si disegna attraverso un paesaggio che rende complessità alle osservazioni e particolarmente densi i percorsi, saturandoli di nuovo di uomini e di cose, di atti e attività, di usi e di costumi, e ancor più della corposità delle culture materiali e della fugacità delle idee e quindi ancora di tempo e di storia. La storia degli avvenimenti, dei grandi e a volte tragici appuntamenti e dei grandi personaggi, amalgamata a quella più corrente storia diffusa e profonda e spesso sotterranea, vissuta e sofferta da una moltitudine di esistenze, portatrici dei segni incisi nelle pieghe del territorio e a loro volta custodi degli infiniti gesti sospesi nell’aria pietrificata del passato. Un territorio quello della vallata del Rabbi che va riscoperto nella sua materialità di oggetto vissuto, provato dal tempo e ne va saputo rileggere lo scorrere di flussi vitali sotto la dura scorza delle sue deformazioni con diverse modalità di lettura, ed è quindi necessario spingersi verso quella circolarità della conoscenza che avvicina e allontana l’oggetto delle nostre osservazioni, rendendolo complesso oltre le sue immediate apparenze per conferirgli prospettive e risalti.File | Dimensione | Formato | |
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