Attraverso due saggi, la curatrice del volume presenta il padiglione B3-2 progettato da Archea Associati insieme alla società di ingegneria Favero & Milan per l’Expo di Shanghai 2010. Il progetto, vincitore di un concorso ad inviti, rientra nel programma di cooperazione tra l’Expo e il Ministero dell’Ambiente italiano; l’autrice ne descrive il concept progettuale, riguardante essenzialmente l’involucro di uno spazio libero, ed il suo interno, fatto di luce naturale diffusa dalla copertura. L’edificio si configura quindi come un semplice contenitore rettangolare libero al suo interno, una piazza coperta, di passaggio, uno spazio neutro privo di pilastri intermedi nato per accogliere gli allestimenti degli espositori, scelti, nel caso di Shanghai, nelle città di Bologna, Shenzen e Seul. Il tema dell’involucro, della scatola neutra, si fonde con quello della diffusione della luce naturale, che entra e si irradia a partire dal tetto, per essere riflessa dalle superfici bianche che rivestono le travi di sostegno della copertura e dalle ampie pareti perimetrali, anch’esse bianche, risultato di una stratificazione di layer. L’edificio, basato su un sistema sostenibile che non richiede l’uso di energia accessoria, persegue la massima flessibilità, sia per essere smontato e rimontato all’occorrenza grazie alla struttura in acciaio e le tecnologie a secco con il quale è costruito, sia per poter essere utilizzato per funzioni e attività diversificate.
Urban Best Practice Area B3-2 Pavilion Shanghai World Expo 2010Archea Associati, Favero&Milan / L. Andreini. - STAMPA. - (2010), pp. 6-119.
Urban Best Practice Area B3-2 Pavilion Shanghai World Expo 2010Archea Associati, Favero&Milan
ANDREINI, LAURA
2010
Abstract
Attraverso due saggi, la curatrice del volume presenta il padiglione B3-2 progettato da Archea Associati insieme alla società di ingegneria Favero & Milan per l’Expo di Shanghai 2010. Il progetto, vincitore di un concorso ad inviti, rientra nel programma di cooperazione tra l’Expo e il Ministero dell’Ambiente italiano; l’autrice ne descrive il concept progettuale, riguardante essenzialmente l’involucro di uno spazio libero, ed il suo interno, fatto di luce naturale diffusa dalla copertura. L’edificio si configura quindi come un semplice contenitore rettangolare libero al suo interno, una piazza coperta, di passaggio, uno spazio neutro privo di pilastri intermedi nato per accogliere gli allestimenti degli espositori, scelti, nel caso di Shanghai, nelle città di Bologna, Shenzen e Seul. Il tema dell’involucro, della scatola neutra, si fonde con quello della diffusione della luce naturale, che entra e si irradia a partire dal tetto, per essere riflessa dalle superfici bianche che rivestono le travi di sostegno della copertura e dalle ampie pareti perimetrali, anch’esse bianche, risultato di una stratificazione di layer. L’edificio, basato su un sistema sostenibile che non richiede l’uso di energia accessoria, persegue la massima flessibilità, sia per essere smontato e rimontato all’occorrenza grazie alla struttura in acciaio e le tecnologie a secco con il quale è costruito, sia per poter essere utilizzato per funzioni e attività diversificate.File | Dimensione | Formato | |
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