L'organizzazione di forme di mobilità alternative al mezzo privato su gomma ha assunto in Europa un peso crescente nella pianificazione e nelle politiche di trasformazione urbana, in particolare dopo la pubblicazione nel 1994 della Carta di Aalborg sulla “città sostenibile”. È il tema dei nuovi sistemi integrati del trasporto pubblico e di quella che in area francese viene definita la “circulation douce”: vale a dire la mobilità delle persone che si spostano a piedi, in bicicletta, ma anche su sedia a ruote, sui pattini, in carrozzina, etc.. Il Piano strutturale di Firenze adottato nel 2007 dedica molto spazio a questi temi. La “riduzione della febbre della mobilità” è uno dei suoi obiettivi fondamentali. I sette “capisaldi strategici” fissati dal piano riguardano tutti la mobilità e quattro di questi sono dedicati alla valorizzazione del trasporto pubblico integrato su ferro (treni metropolitani e tramvia) e della mobilità elementare. Tali obiettivi trovano però solo parzialmente riscontro nella disciplina del piano: il che fa ovviamente pensare che si sia voluto distinguere tra prescrizioni vere e proprie e raccomandazioni non prescrittive. Ciò che appare evidente, inoltre, è la scarsa integrazione fra i sistemi infrastrutturali dedicati alla mobilità alternativa all'utomobile (nuova tranvia, uso dei binari ferroviari per servizi metropolitani, rete ciclabile) e un'idea generale di città, in cui i temi legati al trasporto diventino parte integrante e decisiva di un progetto di riqualificazione ad ampio raggio.
Progetti di mobilità e recupero urbano / F. Alberti. - (2004).
Progetti di mobilità e recupero urbano
ALBERTI, FRANCESCO
2004
Abstract
L'organizzazione di forme di mobilità alternative al mezzo privato su gomma ha assunto in Europa un peso crescente nella pianificazione e nelle politiche di trasformazione urbana, in particolare dopo la pubblicazione nel 1994 della Carta di Aalborg sulla “città sostenibile”. È il tema dei nuovi sistemi integrati del trasporto pubblico e di quella che in area francese viene definita la “circulation douce”: vale a dire la mobilità delle persone che si spostano a piedi, in bicicletta, ma anche su sedia a ruote, sui pattini, in carrozzina, etc.. Il Piano strutturale di Firenze adottato nel 2007 dedica molto spazio a questi temi. La “riduzione della febbre della mobilità” è uno dei suoi obiettivi fondamentali. I sette “capisaldi strategici” fissati dal piano riguardano tutti la mobilità e quattro di questi sono dedicati alla valorizzazione del trasporto pubblico integrato su ferro (treni metropolitani e tramvia) e della mobilità elementare. Tali obiettivi trovano però solo parzialmente riscontro nella disciplina del piano: il che fa ovviamente pensare che si sia voluto distinguere tra prescrizioni vere e proprie e raccomandazioni non prescrittive. Ciò che appare evidente, inoltre, è la scarsa integrazione fra i sistemi infrastrutturali dedicati alla mobilità alternativa all'utomobile (nuova tranvia, uso dei binari ferroviari per servizi metropolitani, rete ciclabile) e un'idea generale di città, in cui i temi legati al trasporto diventino parte integrante e decisiva di un progetto di riqualificazione ad ampio raggio.File | Dimensione | Formato | |
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