Il dissesto finanziario degli enti locali è stato introdotto con il d.l. 66/1989 (convertito, con modificazioni, in L. 144/1989) per consentire, attraverso un iter prestabilito, il ripristino delle condizioni di equilibrio nei Comuni e nelle Province in situazione finanziaria talmente grave da impedire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi primari. Negli ultimi vent’anni, il legislatore è ripetutamente intervenuto sulla disciplina con provvedimenti volti a ricercare una maggiore responsabilizzazione dell’ente e dei suoi amministratori. Nel periodo immediatamente seguente all’introduzione del dissesto, i default sono stati numerosi, successivamente si è assistito ad una progressiva attenuazione del fenomeno che, nei primi anni del Terzo Millennio, sembrava addirittura destinato a scomparire. La grave crisi economica internazionale che ha recentemente coinvolto anche il nostro Paese ha inciso sulla politica di bilancio statale e sulla situazione finanziaria degli enti locali, con conseguenze rilevanti sui loro equilibri contabili. A questo si aggiungano le recenti misure cosiddette di Spending Review (L. 94/2012 e d.l. 95/2012) che aggraveranno ulteriormente la loro condizione finanziaria. Dunque, il trend in crescita dei dissesti registrato a partire dal 2008 è destinato ad aumentare. Questo lavoro si propone di analizzare le peculiarità che hanno caratterizzato i dissesti finanziari più recenti e, soprattutto, le cause che li hanno determinati al fine di costruire un sistema di indicatori in grado di segnalare le prime avvisaglie della crisi e quindi permettere un tempestivo intervento riparatore. Si tratta inevitabilmente di un tema complesso, che richiede di essere affrontato in modo “globale”, analizzandone le molteplici sfaccettature – giuridiche, politiche e soprattutto contabili – che, per sua natura, lo caratterizzano.
Il dissesto finanziario negli enti locali. Un modello per l'analisi e la prevenzione dei default / E. Gori; S. Fissi. - STAMPA. - (2012), pp. 1-215.
Il dissesto finanziario negli enti locali. Un modello per l'analisi e la prevenzione dei default
GORI, ELENA;FISSI, SILVIA
2012
Abstract
Il dissesto finanziario degli enti locali è stato introdotto con il d.l. 66/1989 (convertito, con modificazioni, in L. 144/1989) per consentire, attraverso un iter prestabilito, il ripristino delle condizioni di equilibrio nei Comuni e nelle Province in situazione finanziaria talmente grave da impedire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi primari. Negli ultimi vent’anni, il legislatore è ripetutamente intervenuto sulla disciplina con provvedimenti volti a ricercare una maggiore responsabilizzazione dell’ente e dei suoi amministratori. Nel periodo immediatamente seguente all’introduzione del dissesto, i default sono stati numerosi, successivamente si è assistito ad una progressiva attenuazione del fenomeno che, nei primi anni del Terzo Millennio, sembrava addirittura destinato a scomparire. La grave crisi economica internazionale che ha recentemente coinvolto anche il nostro Paese ha inciso sulla politica di bilancio statale e sulla situazione finanziaria degli enti locali, con conseguenze rilevanti sui loro equilibri contabili. A questo si aggiungano le recenti misure cosiddette di Spending Review (L. 94/2012 e d.l. 95/2012) che aggraveranno ulteriormente la loro condizione finanziaria. Dunque, il trend in crescita dei dissesti registrato a partire dal 2008 è destinato ad aumentare. Questo lavoro si propone di analizzare le peculiarità che hanno caratterizzato i dissesti finanziari più recenti e, soprattutto, le cause che li hanno determinati al fine di costruire un sistema di indicatori in grado di segnalare le prime avvisaglie della crisi e quindi permettere un tempestivo intervento riparatore. Si tratta inevitabilmente di un tema complesso, che richiede di essere affrontato in modo “globale”, analizzandone le molteplici sfaccettature – giuridiche, politiche e soprattutto contabili – che, per sua natura, lo caratterizzano.File | Dimensione | Formato | |
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