Formalità e informalità in economia sono categorie euristiche che nascondono però strutture profonde. Regole scritte e regole non scritte possono rispettivamente caratterizzare società avanzate e società in via di sviluppo, economie altamente forma-lizzate ed economie ad alto tasso di informalità, come anche por-zioni diverse delle stesse società: basti pensare alla cosiddetta economia sommersa in molti paesi industrializzati, oppure ai set-tori rurale e informale in opposizione al settore formale dell’ economia dei paesi emergenti. Sotto questo schema, dettato da un formalismo economico - giuridico, ciò che si rappresenta come appartenente alla dimensione dell’informale scaturisce dalle profondità delle reti dei rapporti sociali, forme culturali costitutive dei sistemi economici reali. I capitoli che seguono hanno l’ambizione di segnare un modesto, ma significativo passo avanti nella riflessione su questi problemi, proponendoli come un nucleo teorico comune ai due campi disciplinari. Gli autori di questo libro, mentre rifiutano la logica obsoleta della contrapposizione tra economia delle merci ed economia del dono (le «gift and commodity economies» degli anni’80 del novecento), riflettono sull’inestricabile nesso tra dimensione morale e dimensione economica dei fenomeni sociali. Mariano Pavanello introduce la tematica attraverso la proposizione di alcuni spunti particolarmente legati al dibattito antropologico – economico dell’ultimo mezzo secolo, e la rielaborazione di una ipotesi teorica relativa alle origini della socialità e della cooperazione umana, prevalentemente basata su dati forniti dalla letteratura antropologica sulle società acquisitive, africane in particolare. Nicolò Bellanca esplora, per mezzo di una densa riflessione su percorsi teorici provenienti dal campo antropologico, i processi di formazione e di «formalizza-zione» delle attività economiche. Mario Biggeri, attraverso un’attenta disamina di fenomeni connessi alla cosiddetta dimensione informale in Africa sub-sahariana, analizza processi e modalità di costruzione delle strategie e delle opportunità di sviluppo. Renato Libanora, infine, nel quadro di una sua riflessione teorica non mancante di spunti innovativi, propone una particolarissima analisi di forme di mercato di beni ad alto contenuto ideologico, in un contesto africano in cui processi tumultuosi di sviluppo si innestano su reti e dispositivi sociali culturalmente peculiari, e dove le politiche di formalizzazione dell’economia, aspetto ineludibile della modernizzazione, sfumano nel caos organizzato dell’informalità.
Le forme dell’economia e l’economia informale / M. Pavanello; N. Bellanca; M. Biggeri; R. Libanora. - STAMPA. - (2008), pp. 1-318.
Le forme dell’economia e l’economia informale
BELLANCA, NICOLO';BIGGERI, MARIO;LIBANORA, RENATO
2008
Abstract
Formalità e informalità in economia sono categorie euristiche che nascondono però strutture profonde. Regole scritte e regole non scritte possono rispettivamente caratterizzare società avanzate e società in via di sviluppo, economie altamente forma-lizzate ed economie ad alto tasso di informalità, come anche por-zioni diverse delle stesse società: basti pensare alla cosiddetta economia sommersa in molti paesi industrializzati, oppure ai set-tori rurale e informale in opposizione al settore formale dell’ economia dei paesi emergenti. Sotto questo schema, dettato da un formalismo economico - giuridico, ciò che si rappresenta come appartenente alla dimensione dell’informale scaturisce dalle profondità delle reti dei rapporti sociali, forme culturali costitutive dei sistemi economici reali. I capitoli che seguono hanno l’ambizione di segnare un modesto, ma significativo passo avanti nella riflessione su questi problemi, proponendoli come un nucleo teorico comune ai due campi disciplinari. Gli autori di questo libro, mentre rifiutano la logica obsoleta della contrapposizione tra economia delle merci ed economia del dono (le «gift and commodity economies» degli anni’80 del novecento), riflettono sull’inestricabile nesso tra dimensione morale e dimensione economica dei fenomeni sociali. Mariano Pavanello introduce la tematica attraverso la proposizione di alcuni spunti particolarmente legati al dibattito antropologico – economico dell’ultimo mezzo secolo, e la rielaborazione di una ipotesi teorica relativa alle origini della socialità e della cooperazione umana, prevalentemente basata su dati forniti dalla letteratura antropologica sulle società acquisitive, africane in particolare. Nicolò Bellanca esplora, per mezzo di una densa riflessione su percorsi teorici provenienti dal campo antropologico, i processi di formazione e di «formalizza-zione» delle attività economiche. Mario Biggeri, attraverso un’attenta disamina di fenomeni connessi alla cosiddetta dimensione informale in Africa sub-sahariana, analizza processi e modalità di costruzione delle strategie e delle opportunità di sviluppo. Renato Libanora, infine, nel quadro di una sua riflessione teorica non mancante di spunti innovativi, propone una particolarissima analisi di forme di mercato di beni ad alto contenuto ideologico, in un contesto africano in cui processi tumultuosi di sviluppo si innestano su reti e dispositivi sociali culturalmente peculiari, e dove le politiche di formalizzazione dell’economia, aspetto ineludibile della modernizzazione, sfumano nel caos organizzato dell’informalità.File | Dimensione | Formato | |
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